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Costi e benefci, sorveglianza dei vettori di malattie, porta un rapporto da considerare ad amplifcare il rischio di nuove introdu- D’accordo, ma affrontare un problema zioni e ha portato come esempio Aedes del genere non è certo cosa da poco… albopictus, una delle specie più diffuse e soprattutto non è gratis! “E’ vero –ha oggi distribuita in 20 regioni italiane, in 88 risposto Josselin Thuilliez del Cen- province su 110 e in oltre 3000 comuni. tre d’économie de la Sorbonne (Parigi). Oggi si presta molta attenzione alla dif- Ma anche la diffusione delle zanzare ha fusione del virus dengue, chikungunia, un notevole impatto socio-economico, west Nile e della febbre gialla e dei loro in termini di costi diretti e indiretti. Tra vettori, perché questi sono già circolan- questi ultimi, non sono da sottovalutare i ti in Europa e hanno dato dimostrazio- periodi di assenza dovuti alle malattie tra- ne nel passato di essere capaci di scate- 69 smesse proprio da zanzare non autocto- nare epidemie importanti anche alle no- ne. Bisogna quindi considerare con atten- stre latitudini”. MAggio 2014 zione tutti questi aspetti”. Tra i maggiori esperti a livello internazionale del proble- Zanzara tigre (aedes albopictus), ma c’è Roberto Romi, dell’ Istituto Su- in Italia si fa abbastanza? periore di Sanità (Roma), che ha traccia- Particolarmente interessante, proprio to un quadro sugli aspetti entomologici perché focalizzata su alcune regioni ita- delle malattie tra smesse da zanzare in Ita- liane, il contributo di Andrea Mosca di lia e sulla sorveglianza dei vettori indigeni I.P.L.A. S.p.A. (Torino), che ha fatto una e d’importazione. “Molte infezioni speri- panoramica sulle esperienze di sorve- mentali ottenute forzatamente in labora- glianza di Aedes albo pictus (più comu- torio non hanno alcun riscontro in natu- nemente la zanzara tigre, così chiamata ra” ha esordito Romi. “Perché una specie per le tipiche striature bianche, diffusasi venga ritenuta vettore di un certo agen- in Italia dagli anni novanta) in alcune re- te patogeno è necessario che siano segui- gioni del Nord Italia. La Liguria, ad esem- ti precisi criteri epidemiologici. Esistono pio, dove nel 1990 si registrarono le prime circolari Ministeriali, piani di sorveglianza presenze di questa specie, e che ancora nazionali ed europei, linee guida locali e adesso è priva di un programma specif- internazionali sulle Mosquito Borne Di- co di monitoraggio e controllo unitario. seases (MBD) emergenti, nella gran par- Oppure il Piemonte, dove la prima segna- te delle quali manca ogni riferimento agli lazione risale al 1994 e adesso sono in es- interventi di controllo. Tali interventi van- sere attività di sorveglianza e progetti di no condotti da personale specializzato se- monitoraggio sui siti a rischio, come gom- guendo protocolli specifci a seconda del misti (un ambiente privilegiato dalle zan- vettore, che distinguano anche tra routine zare sono proprio gli incavi degli pneuma- ed emergenza. Oltre che seguiti, gli inter- tici), cimiteri, ecc. gestiti prima dalle Asl e venti devono essere pianifcati (pre) e va- ora da Ipla, società partecipata regionale. lutati (post)”. Romi ha poi puntato il dito Un’attività che prosegue a ritmo serrato proprio sulle differenze che esistono tra anche oggi: “Nel 2013 sono state posizio- le diverse realtà territoriali che sommato nate, con cadenza quindicinale, oltre 1000 alla mancanza di normative chiare sulla ovitrappole. E sul sito http://zanzare.ipla.
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