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Webinar Afidamp: Finanza sostenibile e Direttiva CSRD

Un webinar organizzato da AFIDAMP e condotto da Nicola Fabbri di Ergo Srl, approfondisce obblighi e opportunità per le imprese europee.

E’ stato organizzato da AFIDAMP il 13 febbraio il webinar “I prossimi obblighi per le aziende EU: Tassonomia Europea sulla finanza sostenibile e Bilancio di Sostenibilità”, voluto per  far comprendere meglio le nuove disposizioni europee in materia e il loro impatto sulle aziende italiane.

Un importantissimo momento di informazione per identificare gli obblighi introdotti dal Regolamento UE852/2020 e dai suoi Atti Delegati e dalla Direttiva UE CSRD 2464/2022. A condurre il webinar Nicola Fabbri di Ergo srl, spin off della Scuola Sant’Anna di Pisa, che ha evidenziato come il regolamento e la direttiva coinvolgeranno presto molte aziende. La direttiva sarà infatti obbligatoria dal’1 gennaio 2026 per le aziende che rientrino in almeno due dei seguenti parametri:  oltre 250 dipendenti, un fatturato superiore a 40 milioni, stato patrimoniale di 20 milioni.  Coinvolgerà quindi anche molte imprese italiane del settore del Cleaning Professionale.  

La tassonomia è rimasta per diversi anni riservata all’ambito della finanza, ma il regolamento, approvato nel 2020 ha toccato tutti gli ambiti delle imprese, evidenziando come un processo di transizione ecologica non significhi solo introdurre dei cambiamenti, ma anche effettuare degli investimenti sostenibili.  La tassonomia, come ha spiegato Fabbri, aiuta proprio in questo percorso perché consiste in un sistema di chiare definizioni relative alle attività economiche ambientalmente sostenibili, diventando uno strumento a disposizione degli investitori e delle aziende per effettuare decisioni di investimento consapevoli con lo scopo di stabilire il grado di sostenibilità di un investimento. Rappresenta quindi un’opportunità che le aziende devono cogliere, sia in termini di strutturazione ed etica del lavoro, sia per quanto riguarda la propria evoluzione ‘green’, acquisendo la consapevolezza che saranno sempre più i clienti stessi a richiedere e pretendere il rispetto di tali requisiti, nei bandi di gara e nella definizione dei progetti. Inoltre la tassonomia riguarda ormai da vicino le aziende, e non solo la finanza, proprio perché ogni impresa deve essere finanziata e tra i suoi finanziatori ci sono le banche, che hanno l’obbligo di rendicontare in base alla tassonomia e lo Stato, che con il PNRR ha adottato i principi della tassonomia, che sono stati declinati  nella Guida Operativa del MEF. E ancora gli stessi principi della tassonomia sono applicati anche alla CSRD

In questo senso la tassonomia è strettamente integrata proprio con la Direttiva CSRD, che ha di fatto gli stessi obiettivi per quanto riguarda i fattori ambientali che le aziende devono rispettare: la mitigazione dei cambiamenti climatici, anche per quanto riguarda le emissioni di gas a effetto serra; l’adattamento ai cambiamenti climatici; la valorizzazione delle risorse idriche e marine; l’uso delle risorse e l’economia circolare; la prevenzione dell’inquinamento; la salvaguardia della biodiversità e degli ecosistemi.

Un percorso che rappresenta per molte aziende, in questa fase, una grande opportunità di cambiamento per crescere sul mercato a livello nazionale ed europeo.

Il webinar si è concluso con un focus sul marchio Made Green in Italy  (MGI) evidenziando come questo non sia una semplice certificazione, bensì un percorso di miglioramento molto più articolato rispetto a una CFO o a una CFP perché usa sedici categorie di impatto, con un meccanismo di normalizzazione e pesatura che consente di aggregare tutte le categorie e di scegliere le tre più importanti. Inoltre, punto fondamentale, viene fatto un confronto con un benchmark di settore che viene rivisto ogni quattro anni.

Le indicazioni introdotte dalla Direttiva CSRD, dal marchio MGI e dal Regolamento sulla Tassonomia rappresentano quindi  strumenti di monitoraggio importanti. Per utilizzarli al meglio e perché diventino una vera opportunità per le imprese è però importante che, fin da ora, le imprese costruiscano una propria strategia ambientale.

Come ha concluso Nicola Fabbri avere un approccio strategico globale permette di costruire un piano che tenga conto dei diversi fattori restando al passo con i cambiamenti, avendo il tempo di raccogliere dati e informazioni necessarie, di introdurre nuove tecnologie e di pianificare i propri investimenti.

Ufficio stampa Afidamp

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