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Voli con i droni: come cambia il trasporto sanitario?

Voli con i droni: negli ultimi tempi fioccano esperimenti che coinvolgono aeromobili utilizzati per il trasporto di materiale sanitario. Ecco quali sono gli ultimi aggiornamenti e le prospettive concrete per il futuro.

Il tema della velocità nell’ambito del trasporto sanitario non ha mai perso la propria centralità nel corso degli anni. A maggior ragione con lo sviluppo e l’implementazione di nuove tecnologie che potrebbero migliorare sensibilmente l’efficienza e i tempi d’intervento in casi di emergenza e non solo.
Scoprire i vantaggi
Valutare quali effettivi miglioramenti si possono ottenere dall’utilizzo dei droni in ambito sanitario è necessario per acquisire maggiore comprensione rispetto alle potenziali tecniche di utilizzo. Avvalersi dell’operosità meccanica dei droni può essere un vantaggio, soprattutto per quanto concerne quelle mansioni che comprendono per l’essere umano un alto fattore di rischio. Fino a poco tempo fa nell’immaginario popolare il drone era soprattutto un giocattolo sofisticato utilizzato per hobby. Nel corso degli anni il suo progressivo sfruttamento in campo bellico ne ha cambiato la percezione. Da tempo ormai il drone non è più un mero oggetto avveniristico adoperato per motivi futili. Molti professionisti hanno compreso i vantaggi d’investire in un’attrezzatura di questo tipo. Un’evoluzione enorme è riscontrabile nel nostro settore. Ambienti di lavoro notoriamente pericolosi come gli esterni degli edifici potrebbero beneficiare di un’operazione di pulizia che diminuisca sensibilmente il rischio per il lavoratore, sfruttando la capacità della tecnologia di trasportare carichi fino a 145kg, abbattendo notevolmente i costi e il numero delle ore impiegate.
Voli sperimentali
La scorsa estate la Regione Campania ha concretizzato un investimento che ha permesso l’introduzione sperimentale di droni destinati al trasporto di materiale sanitario. Un’implementazione innovativa tradotta per il momento in un volo sperimentale da Pozzuoli alle isole del golfo, Ischia e Procida. L’obiettivo è velocizzare il trasporto di farmaci e campioni biologici con una scelta del contesto non casuale. Si tratta di due realtà estremamente   complesse,  dal   punto  di   vista   logistico  e   non  solo.   La   startup Unmanned4you, in collaborazione con l’ASL Napoli 2 Nord, ha promosso il progetto per un uso civile dei droni con due fattori innovativi: la distanza e la guida. Il volo sperimentale  a luglio nel Golfo di Napoli si è svolto per la prima volta in assoluto su una tratta di 20km, avvalendosi della guida di piloti impegnati a comandare il mezzo di trasporto senza un contatto visivo diretto. Dettagli all’apparenza marginali, che in realtà sottolineano ulteriormente le peculiarità della suddetta tecnologia.
Droni ambulanze
Procida e Ischia sono due esempi perfetti dei contesti nei quali i droni potrebbero fare la differenza anche in situazioni d’emergenza. Da tempo l’Istituto Superiore della Sanità è impegnato in un progetto che permetterebbe al Sistema Sanitario Nazionale di diventare il primo ente pubblico a lavorare stabilmente con i droni. La possibilità del loro uso in situazioni potenzialmente salvavita è troppo invitante per non testarne concretamente la fattibilità. Il progetto SEUAM (Sanitari Emergency Urbain Air Mobility) è finalizzato proprio al raggiungimento di questo obiettivo: supportare gli interventi d’emergenza che necessitano di soccorso e rianimazione. Una maggiore tempestività nelle operazioni e nel trasporto di elementi essenziali come defibrillatore e/o farmaci può contribuire in maniera decisiva all’incremento di interventi con esito positivo per le persone coinvolte.

Nelle prossime settimane si svolgerà una sperimentazione che coinvolgerà un modello di drone denominato Apteron, con un carico utile netto di 2,5kg e una velocità che può raggiungere addirittura i 160km/h. I primi voli sperimentali sono in programma   inizialmente nelle città di Taranto (Puglia), Altomonte (Calabria), Santa Lucia di Serino e Massa di Somma (Campania).I voli saranno suddivisivi in tre fasi, con un aumento graduale della complessità, da un contesto ambientale più semplice come una piazza o una strada ad uno maggiormente impervio che in casi di emergenza è difficile da raggiungere con i mezzi tradizionali, come ad esempio un vicolo o una zona molto accidentata.
Le problematiche
L’eventuale introduzione di droni nelle modalità di trasporto genera dei quesiti che abbracciano svariati ambiti, dalla convivenza quotidiana con la popolazione agli spazi aerei e gli aspetti economici che ne derivano. Attualmente è difficile scindere l’assimilazione sociale della presenza perenne dei droni, soprattutto nei centri abitati, dalla concreta fattibilità della loro introduzione. Inoltre, permangono dubbi sull’uso che se ne potrebbe fare in determinati contesti, anche a causa di una normativa sempre più stringente che potrebbe rendere più farraginoso l’iter. Da questo punto di vista il suggerimento da più parti è quello dell’utilizzo della piattaforma ISO/TC20, che permette la standardizzazione di materiali, componenti e attrezzature per la costruzione e il funzionamento di aeromobili. In tal modo si ridurrebbero i costi per le aziende e diminuirebbero gli standard aerospaziali che potrebbero generare ulteriore confusione. Nell’ambito della sanità pubblica, infine, è auspicabile – e per alcuni essenziale – una partnership con il settore privato.

 

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