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Sutter, con Neutromed alla conquista della GDO

Sutter, dopo General, il 30 ottobre scorso ha acquisito da Henkel anche il marchio Neutromed (vedi gsanews)  e si proietta con forza sul mercato della grande distribuzione. La parola ad Aldo Sutter, numero uno dello storico Gruppo.

La strategia si delinea sempre più nitida: con l’acquisizione da Henkel, lo scorso 30 ottobre, del marchio Neutromed, il Gruppo Sutter fa un ulteriore importante passo in direzione del mercato consumer, aprendosi la strada verso le “praterie” del personal care. Ne parliamo con il presidente e Ceo Aldo Sutter, da 30 anni alla guida dello storico gruppo con sede a Borghetto Borbera. 

Come è nata l’idea di questa ulteriore acquisizione?
“Già con l’acquisizione, sempre da Henkel, di General -storico marchio di detergenti per la cura tessuti-, avvenuta nel pieno del lockdown 2021, abbiamo lanciato una strategia di rafforzamento della nostra presenza nel mercato del largo consumo. È andata benissimo: General oggi cresce del 97%, praticamente è raddoppiato, oltre a risultare la marca con il tasso di crescita più alto del segmento, con oltre il 5% di quota. Abbiamo dunque avviato un’attenta riflessione su un mercato caratterizzato da dinamiche molto diverse rispetto al professionale”. 
In che senso?
“Innanzitutto, sono maggiori i costi, specie quelli di personale e di marketing. Di conseguenza è diversa l’organizzazione richiesta e sono diversi i clienti, con un potere contrattuale ben più alto: basti pensare che i primi 5 clienti portano il 47% del fatturato. Questo non avviene nel segmento professional, dove l’impatto del singolo cliente non è mai così significativo e il bacino della clientela è più frammentato. Ma non è facile nemmeno essere sempre su tutti gli scaffali e avere a che fare con colossi agguerriti. La GDO è da sempre abituata a interloquire con soggetti di dimensioni ben diverse rispetto alle nostre, e per competere bisogna crescere. In questo contesto l’apporto di Emulsio, il nostro marchio “storico” per la GDO, non era più sufficiente da solo. Insomma, crescere o mollare: e la scelta, naturalmente, non poteva che essere quella di crescere, per poter restare competitivi su un mercato che impone ritmi elevati”.
Perché Neutromed?
“Già nel professionale siamo sempre stati all’avanguardia nel cura persone e, in generale, nei prodotti legati all’igiene della persona in contesti come l’horeca, i bagni ad alta frequentazione e così via. Con la pandemia siamo stati in prima linea fin da subito, anticipando i tempi e mettendo sul mercato, tra i primissimi, i nostri igienizzanti per le mani senza alzare di un centesimo -tengo a sottolinearlo- i prezzi di listino nemmeno quando trovare questi prodotti era un’impresa impossibile. Detto questo, Neutromed è un marchio molto forte, conosciuto e capillarmente presente sul territorio nazionale. Parliamo di un volume di circa 30 milioni, ma destinato a crescere”.
Quanto pesa ora il mercato consumer rispetto al professional?
“Siamo circa al 50 e 50, con una quota di export intorno al 30%. Un buon volano è stato l’innesto di General, prima del quale eravamo a 60 sul professionale e 40 nella grande distribuzione. Ma per arrivare ai volumi e all’organizzazione che ci eravamo prefissati era necessaria un’altra operazione. Senz’altro l’innesto di Neutromed accrescerà ancora il peso del “consumer”, senza dimenticare, ovviamente, le nostre linee professionali che restano fondamentali”.
Ci può dare qualche dettaglio tecnico sull’acquisizione?
“Intanto dico che è sempre un’operazione molto complessa. Lo avevamo visto già nel caso di General, in cui abbiamo lavorato praticamente a distanza. Devo anche premettere che Henkel è un interlocutore di alto profilo, con cui abbiamo potuto dialogare in modo sempre costruttivo. Insieme al ramo acquisiamo anche le formulazioni dei prodotti e il packaging, e c’è già un progetto per portare le produzioni dalla Germania qui in Italia. Prosegue dunque la nostra crescita, che ci porterà a chiudere il 2023 a circa 108 milioni di fatturato. Nel 2022 eravamo a quota 94 milioni contro i 71 dell’anno precedente, quindi il trend è rafforzato”.
Si parla anche di nuovi posti di lavoro?
“Senza dubbio l’acquisizione avrà un impatto significativo anche sul versante occupazionale: una volta trasferita la produzione in Italia, come è avvenuto con General, stimiamo una decina di ingressi in azienda che si aggiungeranno ai 191 dipendenti più gli altri 22 entrati con General”.
Stima un impatto anche sul settore professionale?
“L’acquisizione di Neutromed costituirà una spinta ad investire sempre più anche nel settore cura persone professional, aprendoci nuove possibilità molto interessanti. Di più, per ora, non posso svelare”.
Come vede la Sutter fra 5 o 10 anni?
“Nel professionale vorrei consolidare la nostra presenza sui mercati che ci stanno dando maggiori soddisfazioni, come Italia e Penisola iberica, magari con un paio di acquisizioni. Sul versante del largo consumo, l’obiettivo è rafforzare il neonato gruppo Personal care, e anche qui stiamo pensando ad almeno un’altra acquisizione. Però non voglio fare troppe previsioni”.
Scaramanzia?
“No, realismo. Il fatto è che quelli che una volta chiamavano “cigni neri”, ossia quegli eventi o congiunture imprevedibili che dall’oggi al domani sconvolgono tutti i piani e i progetti (in proposito è da leggere l’illuminante bestseller di Nassim Taleb, ndr), ora mi sembrano un po’ troppo frequenti: in poco più di tre anni abbiamo avuto una pandemia planetaria, la guerra in Ucraina, la crisi energetica e delle materie prime e ora un’altra guerra in Medio Oriente. Ha ancora senso parlare di “cigni neri”? Non credo, e per questo mi viene difficile pensare al futuro: quello che posso dire è che continueremo a lavorare con professionalità e a seguire i nostri valori di sempre, cercando di capire il mercato e affiancare i clienti sia professionali sia consumer”.

 

 

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