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Pulizie intelligenti, così l’IA entra (anche) in hotel

Pulizie intelligenti: anche le strutture ricettive beneficiano della “new wave” tecnologica del cleaning professionale. Guida automatizzata, programmazione intuitiva, tracciabilità dei dati sono solo alcune delle caratteristiche delle macchine del futuro: non soltanto le più grandi, ma anche le “compatte” molto usate in hotel. E mentre la ricerca continua incessante, si delinea la nuova frontiera della “cobotica”. 

Ormai non passa settimana che non sentiamo parlare di hotel, residence, resort, villaggi e spa sempre più mirabolanti e all’avanguardia in fatto di tecnologia. Il fenomeno è ampiamente globalizzato: si tratta infatti di strutture ricettive sparse in ogni angolo del pianeta, dai paradisi esotici alle città d’arte, dalle perle alpine alle più rinomate località balneari.

Un settore sempre più automatizzato Potere dell’algoritmo, dell’intelligenza artificiale e della gestione dei big data. I risultati sono sorprendenti: dalle procedure di prenotazione e ottimizzazione del soggiorno ormai completamente informatizzate all’accoglienza gestita da automi, dall’automation building alle soluzioni più spettacolari in fatto di domotica, fino a veri e propri maggiordomi robotici pronti a soddisfare anche le più elaborate e fantasiose richieste della clientela, il settore dell’ospitalità si sta giorno dopo giorno superando in fatto di automazione spinta.

Anche i servizi di pulizia Non si tratta, però, soltanto di attività “core”. Anche i servizi collaterali, ma essenziali per il buon andamento -e la brand reputation– dell’hotel come la pulizia sono ormai pienamente coinvolti nella “new wave” tecnologica (a questo proposito vale la pena rammentare che, dopo la location, lo stato igienico rappresenta il secondo fattore di fidelizzazione degli ospiti).  Nel nostro settore la tendenza è ormai evidente: grazie all’Intelligenza Artificiale la robotizzazione e l’automazione, anche apprenditiva, hanno ormai conquistato il mercato del cleaning: non a caso all’ultimo Interclean Amsterdam (la fiera più importante a livello europeo) una delle protagoniste assolute è stata la tecnologia, in tutte le sue declinazioni e applicazioni.

“Piccole e medie” sempre più all’avanguardia L’avvento dell’I A ha accelerato il processo di robotizzazione delle macchine lavasciuga, dal piccolo robot lavante/spazzante alla trasformazione robotica di macchine standard, fino ad arrivare ad innumerevoli robot di nuova concezione e progettazione praticamente per ogni tipo di operazione di pulizia. E non si parla solo di grandi macchine: la new wave riguarda anche le spazzatrici di piccole e medie dimensioni, per chiudere il cerchio e venire incontro alle necessità di tutti i tipi di clientela, compresa quella alberghiera dove le “compatte” sono utilizzatissime.

Un’innovazione che non teme rivali La ricerca è instancabile, e la vera notizia è che l’automazione -intesa in senso lato- nel cleaning non teme più rivali, nemmeno in altri settori tradizionalmente più avanzati in questo senso. I livelli raggiunti dai progettisti e costruttori del cleaning professionale stanno già facendo scuola: guida automatizzata, programmazione intuitiva, tracciabilità dei dati, acquisizione di uno “storico” per meglio programmare e ottimizzare i lavori successivi sono caratteristiche presenti trasversalmente in tutte le macchine di nuova generazione.

La ricerca prosegue incessante Ormai da anni in tutte le importanti fiere e del settore, oltre che sulle pagine dei media specializzati, la robotizzazione la fa da padrona, e da tempo tutti i grandi produttori dispongono di soluzioni automatizzate e robotizzate che garantiscono standard di pulizia eccellenti e sempre migliori. I risultati sono sempre più significativi in termini di performance, impiego e riduzione dell’impatto ambientale.

Intelligenti, apprenditive, e facili da usare…Non è un mistero: se ci si immerge nei cataloghi dei principali fabbricanti ci si imbatte ben presto in macchine e soluzioni in grado di apprendere autonomamente programmi, piste di lavoro, spazi e ingombri, e di svolgere il lavoro nelle ore notturne come in quelle diurne in modo completamente autonomo.

… intelligenti… Le evoluzioni più recenti riguardano il design intelligente, con grande attenzione fin dalla fase di progettazione, connettività sempre più integrata e funzionale, mappatura automatizzata dei percorsi da replicare nelle sessioni di lavoro successive, fatte salve le capacità di autoapprendimento che fanno addirittura “capire” alla macchina quando qualcosa è cambiato, ci sono nuovi ostacoli o una rinnovata distribuzione degli spazi.

… e belle da vedere A proposito di design: anche quello tradizionale, che mira all’aspetto estetico, non è da sottovalutare. Ormai siamo lontani anni luce dalle pionieristiche macchine squadrate e “lamierate”, perché anche l’occhio vuole la sua parte, soprattutto in contesti come quello alberghiero. Anche in questo senso l’attenzione dei progettisti è alta, e mira a combinare l’automazione, le performance, la facilità d’impiego e la gradevolezza estetica. 

Programmabili Ma torniamo all’aspetto “smart” delle macchine. La programmabilità dei percorsi a diversi livelli di complessità e la loro connettività da remoto rappresentano una vera svolta di tutto il comparto verso la seconda fase di questa rivoluzione tecnologica: la collaborazione tra uomo e macchina per la pulizia delle aree grandi e piccole. Eccoci, dunque, all’ultima sfida.

E collaborative Proprio questo è il punto: la collaborazione, che è già stata definita “cobotica”. Eccola, dunque, la nuova frontiera all’orizzonte: fare sì che le macchine innovative siano in grado di collaborare attivamente con il personale umano, per costruire sinergie sempre più produttive in tutta affidabilità e sicurezza. Sono interessanti gli ultimi dati che vedono la cobotica in grande ascesa in Italia un po’ in tutti i settori, dal produttivo ai servizi. 

Dati illuminanti I numeri parlano molto chiaro: dai risultati di un’indagine condotta alcuni mesi fa da Reichelt Elektronik, uno fra i principali distributori europei online di elettronica e tecnologie IT in collaborazione con l’istituto OnePoll su un campione di un migliaio di aziende in Europa -di cui un quarto italiane-, emerge che flessibilità e versatilità sono i principali vantaggi dati dalla robotica collaborativa. A differenza dei “semplici” robot automatici, i cobot sono progettati fin dall’inizio per lavorare in modo sinergico con l’uomo.

Massimizzare la produttività Non si vede dunque, nel nostro settore, un concreto rischio di “sostituzione” dei dipendenti: le macchine autonome e collaborative starebbero invece massimizzando la produttività, aumentando l’affidabilità e migliorando le competenze del personale delle pulizie. In hotel si può fra l’altro pensare a un’interazione articolata, che veda da un lato le macchine per il cleaning, dall’altro le soluzioni automatizzate per l’hospitality, poi la domotica e, su tutto, l’insostituibile valore umano. Le soluzioni “robotizzate” possono svolgere compiti ripetitivi e laboriosi, lasciando i dipendenti liberi di concentrarsi su lavori e servizi a più alta specializzazione, in cui l’intervento umano è ancora in grado di fare la differenza.

Integrazione e interazione D’altra parte, a dirlo non sono soltanto i canali vicini alle aziende e al mercato. La questione è ormai giunta all’attenzione anche dei grandi enti istituzionali. Da segnalare, in questo filone, un recente intervento del direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro Paolo Pennesi al Festival del Lavoro di Firenze, dedicato proprio al rapporto sempre più stretto fra lavoro e IA. Pennesi ha sottolineato come vi siano operazioni (ad esempio quelle delle verifiche e dei controlli, nel nostro caso anche sulla qualità del servizio svolto), che devono per forza essere svolti dal personale umano. La strada è quella dell’integrazione e interazione.

 Verso forme di collaborazione integrata? In perfetta linea anche il numero uno dell’Inps Gabriele Fava, che nella medesima occasione ha sottolineato come l’intelligenza artificiale non sostituirà mai la valorizzazione delle professionalità umane, che al contrario dovrebbe aiutare a potenziare e sviluppare in un mondo fatto sempre più di competenze e saper fare. Del resto, laddove le sinergie dovessero funzionare saranno gli stessi dipendenti ad apprezzare l’opportunità di utilizzare macchine per la pulizia robotizzate, il che può aumentare la soddisfazione del lavoro e le competenze. Oltre, naturalmente, alle rese.  Perché dunque non pensare, in un contesto come quello alberghiero, a forme di collaborazione integrata fra valore umano, domotica, automation building e soluzioni intelligenti per la pulizia? Che sia la strada del futuro? 

 

 

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