Pestmed Expo, la fiera italiana dedicata ai professionisti del pest management, promossa da ANID e organizzata da Avenue Media, ha rappresentato una pietra miliare nel percorso per il riconoscimento giuridico della categoria dei professionisti della disinfestazione.
Un’edizione che si è tenuta a Bologna Fiere il 28-29 febbraio e 1° marzo scorsi, che ha registrato un boom di presenze con un incremento del 30% degli espositori e del 40% dei visitatori e una partecipazione massiccia dei rappresentanti del mondo della politica a tutti livelli. Dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, al segretario della presidenza del Senato, Marco Silvestroni, alla deputata Daniela Dondi, delegata dal Masaf, fino agli europarlamentari Paolo De Castro e Nicola Procaccini. La convergenza dei decision maker sulle istanze di riconoscimento della figura professionale del pest manager lascia intendere che sia diventata ormai una questione difficilmente rinviabile. E l’evoluzione del settore lo dimostra, soprattutto lungo la filiera agroalimentare.
Le dichiarazioni “Non ci possiamo permettere che il settore e l’industria agroalimentare made in Italy– ha detto De Castro -, che è arrivata a 63 miliardi di export e che ha quindi una visibilità e attenzione da parte di tutto il mondo, non sia accompagnato da investimenti fondamentali nella sanificazione di tutto il processo produttivo fino ad arrivare alla ristorazione collettiva e al punto vendita finale. PestMed è l’occasione per fare il punto su questi grandi protagonisti che operano nel rispetto degli standard europei non facili, tra requisiti di sostenibilità e innovazione”.
Nonostante le lacune normative legate al ruolo dei disinfestatori, definiti ironicamente dagli addetti ai lavori, come ‘guardiani invisibili’, il tessuto aziendale del settore ha operato una forte spinta in avanti in termini di ricerca e sviluppo e di autorganizzazione interna, proprio in relazione alle crescenti richieste di interventi professionali, dovuti principalmente a causa del cambio climatico che ha fatto lievitare il numero degli infestanti, ma anche ad una maturata consapevolezza sull’importanza di una disinfestazione professionale piuttosto che improvvisata.
Benedetti (ANID): auspichiamo un intervento del legislatore “La corsa in avanti tecnologica nasce da un atto di auto-responsabilità – ha detto Marco Benedetti, presidente di ANID, l’associazione nazionale delle imprese della disinfestazione professionale – ma anche dalle mutate esigenze sul controllo degli infestanti causate dal cambio climatico. Si pensi solo alla presenza di nuove specie di zanzare, prima sconosciute a queste latitudini e ora presenti, con il riscaldamento globale in atto, per almeno otto mesi all’anno contro i tre quattro di cinque anni fa. Questa situazione ci ha portato a spingere l’acceleratore sul fronte della ricerca e sviluppo anche per restare in linea con gli obiettivi di green economy dettati dall’Europa. La corsa tecnologica fino ad oggi è stata più veloce di quella normativa. Auspichiamo un intervento del legislatore che possa accordare il giusto riconoscimento alla nostra professione, con l’istituzione di un apposito albo e l’istituzione di un percorso formativo per i pest manager”.
Le innovazioni tecnologiche presentate a PestMed Tra le innovazioni tecnologiche che i rappresentanti della filiera produttiva e distributiva di disinfestanti hanno presentato, ce ne sono alcune rivoluzionarie che di fatto si inseriscono nei contesti urbanistici e produttivi come strumenti utilissimi per gli enti sia pubblici che privati. Si pensi al ‘flussometro’, (azienda Record Srl) che, con un sistema di mappatura satellitare, sta rivoluzionando la lotta alle zanzare. Si tratta di un prodotto complementare per l’erogazione dei principi attivi, integrato da un sistema di localizzazione GPS che è in grado di misurare in maniera puntuale la quantità di biocida effettivamente usato. La sua precisione permette di realizzare una mappatura precisa dei tombini di una città (dato che nemmeno gli stessi comuni hanno) di modo da potere tenere un’osservatorio degli interventi effettuati, ad esempio, anti-zanzare.
In vetrina a Pestmed, ancora un sistema antitarlo agli infrarossi (azienda Alena technologies) che permette la lotta a tarli, acari e cimici attraverso il calore, eliminando la necessità di usare i biocidi. L’intelligenza artificiale, inoltre, è entrata anche nel mondo della disinfestazione con ‘Myentomologist’ (azienda Byronweb), la prima applicazione al mondo per la conta e il riconoscimento degli infestanti basata sull’AI che si attiva partendo da una semplice fotocamera.
Tra i prototipi in via di brevettazione presentati in fiera c’è ‘Kghost Ulv’ (azienda Ekosupply) che è un innovativo micronizzatore a freddo ULV ad aria compressa, altamente performante per la saturazione di grandi volumetrie con soluzioni disinfettanti o disinfestanti che abbattono i tempi di intervento. Di carne al fuoco, insomma, ce n’è stata tanta. Manca, dunque, solo il passaggio legislativo che, in soldoni, significa mettere mano al DM 274 del 1997 che disciplina le attività di pulizia, di disinfezione, di disinfestazione, di derattizzazione e di sanificazione, ma anche un continuo lavorio sulla consapevolezza degli operatori riguardo al proprio ruolo.
Un nuovo percorso formativo Per questo, durante la cerimonia inaugurale, ANID ha annunciato di avere stilato un documento riguardante proprio un percorso formativo dedicato specificatamente ai pest manager. La bozza è già stata sottoposta all’inizio dell’anno alla presidentessa della rete nazionale degli istituti agrari, Patrizia Marini, la quale ha condiviso l’interesse ad istituire un corso specifico per tecnici addetti al pest management. Il documento cade a fagiuolo dal momento che il governo sta mettendo mano, di questi temi, al rilancio degli istituti agrari. “Il passo successivo – ha precisato Benedetti – sarà quello di presentare a breve questo documento all’Esecutivo”.
L’associazione del Marocco AM3D Tra le associazioni di pest manager provenienti da tutto il mondo presenti in fiera, quella marocchina ha dimostrato di stare percorrendo importanti passi in avanti sul fronte del riconoscimento della professione. “La più importante catena della grande distribuzione del Paese, Marjane – ha spiegato Abdelkarim Alghourfi, presidente di AM3D, l’Associazione marocchina dei disinfestatori che, su 250 aziende attive nel paese ne associa 60 e ne affilia 120 – ha introdotto di recente e per la prima volta, la figura del pest manager tra i membri dell’advisory board. Per noi è un passo importante che fa parte di un lavoro che abbiamo iniziato a fare e che ci ha portato oggi, a concludere accordi con diversi enti rappresentativi. Abbiamo avviato, ad esempio, un dialogo con il nostro Ministero dell’Interno per vedere riconosciuto il nostro ruolo a livello istituzionale e siamo riusciti ad ottenere una convenzione che ha creato un collegamento tra il settore pubblico e quello privato in relazione alla nostra attività”.
I professionisti internazionali A Pestmed Expo sono state rappresentate le categorie dei professionisti di cinque continenti con la presenza del CEPA, il network europeo che rappresenta 10mila delle 30mila aziende operanti in UE; FAOPMA che è la federazione dei disinfestatori dell’Asia e dell’Oceania; il MEPCA che rappresenta i professionisti dell’area del Medioriente e l’AM3D dal Marocco.
Food safety La questione ‘sicurezza alimentare’ è stata affrontata anche in diversi convegni che hanno coinvolto player autorevoli come Inalca (Gruppo Cremonini), Roadhouse, Chef Express, Nestlè Putrina, Coop Italia e Alce Nero. Su questo punto, nonostante la catena di fornitura agroalimentare, anche sulla spinta delle regolamentazioni europee, stia correndo verso la massimizzazione del concetto di food safety con etichette sempre più trasparenti, progetti di blockchain sempre più diffusi nelle filiere per certificare tutti i passaggi dal campo alla tavola, la figura del disinfestatore non appare da nessuna parte nonostante operi su più livelli, lungo tutta la catena di fornitura con interventi nei magazzini di stoccaggio merci, negli ambienti di lavoro, ambienti di trasformazione delle materie prime, nei negozi, nel food service ecc. Un’assenza ingombrante come un elefante in una stanza che sta sviluppando dei veri e propri paradossi. Si pensi al settore biologico, vessillo dell’agricoltura sostenibile del Green Deal europeo. Nonostante sia regolato da disciplinari severissimi, non esiste una regola che sia una che indichi come operare la disinfestazione nella filiera certificata ‘organic’.
Disinfestazione in biologico Stanti così le cose fino ad oggi i player di mercato, si sono solo posti l’obiettivo, nel rispetto delle norme, di eliminare gli infestanti nel modo più efficace possibile. Nulla più. Per compensare questa mancanza, nel 2023, l’ANID ha reso disponibile per i propri associati, a titolo volontario, un documento (rilanciato in fiera davanti alla platea internazionale) che disciplina la disinfestazione in biologico e sostenibile in un’ottica di autoregolamentazione. Si tratta del frutto del lavoro di due anni, di una commissione interna dell’Associazione italiana guidata da Paolo Guerra.
Ma anche il settore agroalimentare convenzionale non è esente da criticità causate da una mancanza di norme al riguardo. “Questa lacuna normativa – ha affermato nel suo intervento da Strasburgo, l’eurodeputato Nicola Procaccini – rischia di compromettere gli obiettivi di food safety ma anche di sostenibilità nel senso più ampio. Dobbiamo prendere atto che il pest manager è diventato una figura sempre più strategica nel contesto produttivo”.
Sanificazione in GDO: il caso Coop Italia Se nella GDO, e in genere nell’industria agroalimentare, il ricorso ai disinfestatori professi: nisti inizia ad intensificarsi su base volontaria, nel canale della ristorazione si tratta spesso di interventi effettuati ‘in house’ dagli stessi dipendenti delle ditte.
“Per la sanificazione nei canali della GDO – ha detto Lucia Tortoreto, responsabile qualità di Coop Italia nel corso del convegno ‘La Sanificazione e la disinfestazione nella grande distribuzione’ -, il riferimento normativo è il cosiddetto ‘Pacchetto igiene’ al quale, per prassi ormai consolidata, si affianca un confronto costante tra insegne. Il primo punto importante per una disinfestazione efficace è una buona progettazione delle strutture dei punti vendita oltre che una buona manutenzione. In Coop abbiamo realizzato delle linee guida per la realizzazione dei punti vendita anche se la maggiore difficoltà deriva dal fatto che si tratta di layout spesso diversi l’uno d’altro. Abbiamo adottato delle misure che, pur non potendo avere locali a tenuta, sono efficaci nel controllo degli infestanti. In questo modo si potrebbe avviare anche un processo di automatizzazione con controllo centralizzato delle strutture periferiche. La sfida per Coop e quella di coinvolgere il personale in questo processo ed è forse la parte più difficile perché abbiamo un numero di personale elevato e un grande turn over. Stiamo, inoltre, lavorando ad un aggiornamento del capitolato delle funzioni di qualità insieme alle imprese della disinfestazione. Il capitolato contiene, fra l’altro, i requisiti per potere gestire l’attività di pest management nei magazzini. Il passo successivo è quello di creare delle partnership e delle collaborazioni di fornitura con le ditte anche per la ripartizione del rischio dato dall’eventuale presenza di infestanti”.
di Mariangela Latella