Un giardino da girare a piedi
Analizzando singolarmente gli elementi del giardino di un hotel si riconosce quanto siano speciali. I percorsi per esempio, rappresentano un grande problema di distribuzione e di sicurezza. Sono predisposti per persone che hanno poca esperienza del luogo e al tempo stesso devono reggere carichi molto variabili di persone sia per numero che per tipologia. Da chi passeggia solo, alla folla che si sposta, dall’ospite in ciabatte che va in piscina alla hostess coi tacchi a spillo.
Le aree esterne di una struttura ricettiva hanno due componenti molto marcate: l’uso da parte degli ospiti e la funzionalità dei servizi. Due cose completamente diverse, svolte con tempi, modi e persone diverse. Però nello stesso luogo. Questa sovrapposizione può dare luogo a conflitti o a disfunzioni anche gravi del sistema, come per esempio allestire un servizio catering mentre è in atto un concerto all’aperto o mentre la gente sta utilizzando la piscina. Ma i conflitti possono essere anche più banali, come risolvere l’accesso al parcheggio senza interferire con il flusso pedonale.
Problemi di questo tipo non si risolvono in ambito di progetto di giardino ma nell’impostazione del progetto architettonico. Il complesso delle aree e delle funzioni deve quindi essere concepito unitariamente e non per fasi separate, come troppo spesso succede: prima si pensa alla struttura, poi si pensa al giardino. Un errore che costa caro e che spesso impone pesanti sacrifici o costosi ritocchi in corso d’opera.
Parcheggiare senza sprecare spazio
Alcuni alberghi hanno pochissimo spazio all’aperto e lo dedicano interamente al parcheggio, rinunciando completamente ad ogni altra funzione.
A volte questa rinuncia è troppo frettolosa. Il parcheggio non è spazio da sacrificare ad una funzione di servizio, scomoda ma inevitabile. La soluzione dell’area destinata alla sosta e alla manovra delle auto può essere interpretata come una ulteriore possibilità di caratterizzare il posto. Lavorando sul tipo di pavimentazione e sul suo disegno, sulla copertura, sul mascheramento laterale, si può interpretare un tema diverso da: “che brutto: nascondiamo!”.
La soluzione non è un segreto, basta pensare a quali sono i motivi per cui non ci piace un’area parcheggio e risolverli. Per esempio la ripetitività, la monotonia, la presenza compatta delle auto, la suddivisione geometrica e monofunzionale degli stalli, che ci mostra un parcheggio brutto anche quando non ci sono le auto.
Il criterio di progettazione del parcheggio deve essere quello di considerarlo una parte del giardino dove possono starci anche le auto, ma se dovesse servire potremmo trasformarla in area per l’accoglienza, per il gioco, per un banchetto all’aperto, oppure girarci la scena di un film. Questo non sarebbe più uno spazio perso.
Il carattere della vegetazione
Un albergo prestigioso ha bisogno di carattere. Senza strafare e con un occhio molto attento alla manutenzione, le piante ed i fiori possono dare un contributo determinante.
La scelta della vegetazione non è un fatto puramente estetico. E’ una fase delicata del progetto perché può compromettere l’aspetto generale dell’intervento. Ci sono piante e fiori che non giovano alla riuscita di un lavoro. A volte possono addirittura essere controproducenti. Eccesso di colore, accostamenti infelici, scelta di piante che per qualcuno hanno una simbologia negativa: è facile incappare in qualche scivolone quando la clientela è molto eterogenea per cultura, estrazione, provenienza. Per queste ragioni è necessario valutare una serie di parametri molto più complessi del solito. E’ una questione agronomica certamente, ma non solo. Le piante devono aiutare a costruire il carattere dell’albergo in coerenza con lo spirito del posto. Alcune località turistiche sono rinomate per il clima, per la tranquillità, per i colori, per il contesto storico e culturale, per le presenze artistiche. L’uso della vegetazione può confermare o smentire queste attitudini. Per esempio, una vegetazione eccessiva, per quantità e qualità, risulta difficile da apprezzare. Gruppi di vegetazione disordinati causano un senso di caos e contrastano con l’aspetto rilassante che il sito vorrebbe trasmettere. Una regola basilare dell’arte dei giardini pretende che i soggetti (naturali e manufatti) siano calibrati in modo che possano essere gustati senza fretta. Un esemplare isolato, posto nel giusto risalto, vale molto più di un gruppo di soggetti di pregio, ma ammassati e confusi.
Già non è facile definire il carattere che si vorrebbe dare ad un sito, ma più difficile ancora è tradurlo in vegetazione.
I valori simbolici della vegetazione impediscono di usare le piante con la stessa leggerezza con cui vengono piantate nei giardini privati. Un esempio sono le piante molto vecchie, che ormai fanno purtroppo parte di un modo errato di intendere un giardino. Per creare effetti particolari che lasciano un ricordo durevole nei visitatori occorre evitare banalizzazioni e spese inutili. Chi rimane colpito ormai da un ulivo di trecento anni quando lo troviamo ormai in tutte le rotonde stradali e in ogni villetta a schiera? Le scelte devono essere praticate con oculatezza e badando ad evitare le mode, che col tempo lasciano nel giardino un senso di inadeguatezza.
Chiudere o aprire?
Un elemento determinante per la percezione dell’albergo è la siepe esterna del giardino. Questa presenta a volte caratteri contraddittori. Da una parte deve rispondere a requisiti di privacy, e dall’altra deve sapere accogliere gli ospiti con una presentazione solare ed allegra. La recinzione e la siepe diventano allora motivi fondamentali per interpretare questi aspetti apparentemente inconciliabili. Si dovrà lavorare sulle forme e sulle dimensioni, in modo da consentire una schermatura efficace, mentre il disegno e la sagoma potranno esprimere con silouette, colori e materiali diversi, la voglia di costruire uno spazio accogliente. La tipica siepe squadrata, lascerà il posto ad un elemento più vario, (disegnato o naturale) che sottolineerà gli ingressi, le visuali, la presenza dell’edificio, creerà l’ambientazione giusta per l’insegna, nascondendo tutto il resto.
Non giocare con le frecce
Il giardino, come l’architettura in generale dovrebbe parlare da solo, senza bisogno di aiuti esterni. Entrare in un hotel e non trovare subito la reception, il ristorante, o la grande sala dei convegni, non è solo questione di segnaletica, ma di utilizzo corretto di alcuni codici dell’architettura. Per esempio se la piscina sarà collegata con un ponte in legno, potrà anche essere nascosta dalla vista, ma la presenza si percepirà da lontano. Il tennis si raggiungerà seguendo una pavimentazione a passi persi e la sala convegni con un magnifico tappeto. Questo non esclude l’uso di indicazioni più esplicite, ma potranno essere più discrete. La segnaletica è la testimonianza più evidente che non c’è familiarità col posto. A casa nostra non metteremmo i cartelli neppure se ospitassimo frequentemente amici o parenti.
I giardini dell’Hotel Cipriani a Venezia
L’Hotel Cipriani sorge dove un tempo c’era un antico giardino, dietro a Palazzo Nani. I giardini sono da sempre una grande risorsa di Venezia perché oltre ai fiori e alle piante ornamentali lasciano lo spazio alla coltivazione degli ortaggi. Anche qui si trovano gli “orti salsi”, che producono per l’albergo. L’immancabile leggenda narra che Casanova frequentasse questa zona, lasciando il proprio nome ai filari.
Il celebre paesaggista Pietro Porcinai (1910-1986), restaurò i giardini storici dell’hotel, che presentano due facce: una per chi approda dal mare una per chi viene da terra. La parte più prestigiosa del giardino si estende tra l’Hotel e Palazzo Vendramin davanti alla laguna che guarda l’Isola di S. Maria della Grazie. Anche Porcinai ha dovuto misurarsi con l’introduzione di dotazioni moderne. Compito che ha svolto con abilità nel 1983, anche se il progetto non fu realizzato per intero. Una curatissima vigna, dalla quale si produce il vino rosso “Casanova Salso”, noto per il caratteristico retrogusto salato. Il giardino fa parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani ed è visitabile.
Albergo: una occasione di recupero
Nel settore turistico si concentrano grandi potenzialità per il recupero degli elementi del paesaggio. Lo si verifica spesso con il recupero di strutture edilizie importanti per la storia, per l’arte e per l’architettura. Anche giardini storici sono stati recuperati grazie all’intervento conservativo di strutture alberghiere. Molte ville sul lago di Como, sul Lago Maggiore, sulla Riviera del Brenta, nelle grandi città storiche, hanno avuto una nuova vita grazie ad interventi con queste finalità.
E’ interessante notare come la dotazione di un giardino possa risultare più apprezzata della stessa villa signorile, in quanto il giardino può essere goduto per intero da tutti gli ospiti, mentre della villa colgono solo alcune parti (camera, sala da pranzo, salone dei ricevimenti).