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L’igiene in ospedale? È sempre nelle nostre mani

Igiene in ospedale: un progetto-pilota per la sensibilizzazione all’igiene delle mani di operatori, pazienti e visitatori delle strutture sanitarie, presentato al 48° Congresso Nazionale ANMDO, ci offre lo spunto per tornare su un tema centrale: l’igiene delle mani, primo veicolo di contagio e diffusione di organismi patogeni fra le persone e nell’ambiente. 

Ricordiamo tutti, nostro malgrado, i tempi duri della bufera pandemica. E ricorderemo anche che, tra le prime cose, ci venne raccomandato di indossare guanti monouso e igienizzare spesso le mani, pratica che è assurta ben presto a simbolo di quegli anni e, detto en passant, buona abitudine che adesso si sta via via perdendo. Sono così comparsi un po’ ovunque flaconi di igienizzante, come a rammentarci ad ogni piè sospinto quanto sia importante tenere sempre in buono stato igienico la nostra prima interfaccia di contatto con il mondo che ci circonda. 

Il rischio è… a portata di mano Il concetto è chiaro: dalle mani passa una buona parte degli agenti patogeni che mettono a rischio la nostra salute. A maggior ragione negli ambienti ospedaliero-sanitari, dove il rischio “ICA” (Infezioni correlate all’assistenza, o più concisamente “infezioni ambientali”) è più che concreto, anche per lo stato di fisiologica vulnerabilità dei pazienti. È dunque dalle mani che dovrebbe partire ogni buona prassi igienica, per la tutela della sicurezza di tutti, in primo luogo di chi si trova a frequentare un ospedale. Ma ce ne ricorderemo? Ne siamo ancora consapevoli? E inoltre, che ruolo ha l’educazione in tutto questo? 

I presupposti del progetto Molto interessante, in questo senso, si è rivelato un progetto-pilota per la sensibilizzazione all’igiene delle mani di operatori, pazienti e visitatori nelle strutture sanitarie presentato alla 48esima edizione del Congresso Nazionale ANMDO – Associazione nazionale dei medici delle direzioni ospedaliere, e realizzato da un team di esperti dell’AOU e dell’Università degli studi di Sassari. Il progetto parte da un presupposto indiscutibile: l’adeguata igiene delle mani è una pratica assistenziale fondamentale per la prevenzione delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA, appunto) e per limitare la diffusione dei microrganismi multiresistenti all’interno delle strutture sanitarie.

Obiettivo: sensibilizzazione In linea con il Piano Regionale di Prevenzione 2020-2025 – in riferimento al Programma Predefinito PP10: “Misure per il contrasto dell’antimicrobico resistenza”, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Sassari ha dunque deciso di implementare questo progetto pilota -che vuole integrare le linee-guida rivolte soprattutto agli specialisti- volto alla sensibilizzazione di operatori, pazienti e visitatori verso la pratica dell’igiene delle mani, riconosciuta dai CDC e dall’OMS quale elemento centrale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza.

Le linee-guida Le linee guida sull’igiene delle mani, come accennavamo poco sopra, sono focalizzate primariamente sugli operatori, mentre poca attenzione è dedicata alla relazione tra contaminazione delle mani dei pazienti e visitatori e trasmissione di germi multiresistenti. I pazienti, infatti, rappresentano un fattore di rischio sottovalutato per la trasmissione delle ICA. Per contro, numerose evidenze descrivono come programmi che prevedono la partecipazione diretta dei pazienti nelle attività di assistenza e nelle decisioni relative alla propria sicurezza, rappresentano una strategia vincente in termini di aderenza ai farmaci, aumentata percezione del rischio e migliorata relazione.

I contenuti Il progetto, focalizzato sulla strategia multimodale promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, si è proposto di migliorare l’adesione all’igiene delle mani da parte dei pazienti attraverso l’informazione e l’educazione al fine di: diffondere la cultura e la sensibilità sul tema; accrescere la consapevolezza sui benefici che da essa derivano, favorire la partecipazione diretta del paziente alle proprie cure. Sono stati identificati quattro reparti scelti per la differente percezione del rischio in modo proporzionale alle condizioni cliniche oggettivamente manifeste e soggettivamente percepite dai pazienti.

Le macroaree del progetto Il progetto è stato articolato in 3 macroaree (MA) di interesse: la prima, che prevede l’osservazione diretta sull’operatore sanitario secondo la strategia multimodale OMS; quindi, l’osservazione diretta sul paziente secondo un modello sperimentale di analisi quantitativa adattato in considerazione delle evidenze della letteratura; infine un modello sperimentale di analisi qualitativa con valutazione in-Depth Analysis (i-DA) rivolto al paziente secondo il modello bio-psico-sociale.

Le 8 fasi dell’attività Tali macroaree hanno previsto la pianificazione delle attività in otto fasi: dall’ “Indagine conoscitiva e predisposizione della modulistica” (fase 1) all’ “Audit baseline: fase preliminare e fase esecutiva (2 e 3), dalla “Predisposizione di materiale divulgativo” (fase 4) all’ “Evento in occasione della Giornata dell’Igiene delle mani” (5), dall’ “Intervento formativo” (6) a “Monitoraggio e valutazione del metodo” e “Intervento post osservazione” (rispettivamente fasi 7 e 8).

Coinvolto il terzo settore In sinergia con il Programma PP1 “Scuole che promuovono salute”, è stato anche coinvolto il terzo settore tramite l’associazionismo (clownterapy) e la Scuola in Ospedale, con la formazione a cascata di docenti e volontari che ha sortito l’implementazione curricolare delle attività di igiene delle mani e la realizzazione di prodotti artistici da parte dei piccoli pazienti in linea con i risultati della i-DA.

In conclusione La prima evidente buona notizia è l’elevata partecipazione e l’entusiasmo mostrato da tutti i target coinvolti (100%), in particolare dal terzo settore. Il tema è molto sentito ed è alta la consapevolezza che si tratti di questioni fondamentali per la salute e sicurezza di tutti. Traducendo tutto questo in un linguaggio “scientifico”, si può dire che lo studio abbia evidenziato come interventi di formazione e ricerca integrati nell’assistenza sortiscono effetti positivi su Health Literacy, Empowerment e Public Engagement. Per ottenere obiettivi importanti, tuttavia, si ribadisce la necessità della partecipazione attiva e consapevole di tutti i soggetti coinvolti, a partire proprio dai pazienti, chiamati a fare la loro parte accanto a operatori e visitatori.

 

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