La ricerca continua e l’evoluzione tecnica e tecnologica nel settore del cleaning professionale dicono la loro anche in ambito ospedaliero, dove l’igiene non è un optional e nelle aree ad alto rischio può contribuire a salvare vite umane.
Pronto soccorso, sale operatorie, terapie intensive e non solo: sono diversi gli ambienti ospedalieri che vengono definiti “ad alto rischio infettivo”. E in cui l’igiene è un requisito essenziale per la vita.
Infezioni ambientali in ospedale Un tema, purtroppo, sempre di cocente attualità visti i dati sulle ICA, infezioni correlate all’assistenza, recentemente definite anche “infezioni ambientali” in quanto legate a doppio filo a una combinazione complessa di fattori, appunto, ambientali: dalla qualità dell’aria alla pulizia delle superfici, dal particolare stato di fragilità e immunodepressione che caratterizza i pazienti ospedalieri alle modalità operative invasive, dalle condizioni degli altri pazienti alla situazione igienica nel suo insieme.
Numeri sempre alti In numeri, anche senza contare il picco-Covid (con percentuali vicine ai 25 punti nel pieno della pandemia), parlano molto chiaro: in Italia, stando ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità, quasi 9 degenti su 100 (l’8,8% nel 2023, per l’esattezza) contraggono un’infezione correlata, appunto, alla loro condizione. A livello europeo si stimano, ogni anno, 16 milioni di giornate aggiuntive di degenza, quasi 40mila decessi attribuibili direttamente alle ICA e 110mila per i quali l’infezione rappresenta una concausa. Tra le cause principali c’è lo stato di igiene delle superfici, in cui spesso si trovano agenti patogeni che, attraverso varie strade, entrano poi in contatto con l’uomo in modo diretto o per via indiretta, cioè mediante oggetti contaminati.
Prevenzione per l’“alto rischio” Nelle zone ad alto rischio, poi, il pericolo è acuito dalla circostanza che i pazienti si trovino già fisiologicamente in condizioni di estrema vulnerabilità: pertanto, in un’ottica di prevenzione, in queste zone i protocolli di pulizia, sanificazione e disinfezione devono essere finalizzati alla massima igiene. Questo, lo sappiamo, permette di evitare altissimi costi umani ed economici. In breve: solide procedure di pulizia e l’utilizzo di attrezzatura professionale concorrono a diminuire la possibilità di diffusione di batteri e virus, limitando la propagazione delle infezioni e migliorando di conseguenza la vita del paziente e degli operatori e, non ultima, quella dei visitatori esterni. Con benefici, dicevamo, anche economici.
Mai risparmiare sull’igiene…In tale prospettiva non ci stancheremo mai di ricordare uno studio ormai “classico” condotto diversi anni fa da un’equipe di ricercatori della Fondazione per la Sussidiarietà, dell’Università di Bergamo e del Crisp Università di Milano Bicocca guidata da Giorgio Vittadini e Gianmaria Martini, a titolo “Igiene e infezioni ospedaliere: una relazione quantitativa”. La ricerca ha stabilito, con un approccio rigorosamente scientifico, che esiste una relazione inversa tra le spese per i servizi di igiene negli ospedali e i tassi d’infezione ospedalieri, con la conseguenza che l’apparente risparmio in termini di costi per l’igiene ospedaliera si traduce in un aggravio disastroso, e a volte tragico, in termini sociali e, appunto, anche economici. (vedi articolo in altra parte della rivista).
Le innovazioni sul mercato E qui arriviamo al punto: posto che l’investimento per l’igiene in ospedale è quanto mai urgente e indifferibile vale la pena di soffermarsi su ciò che ha da offrire il mercato del cleaning professionale. Per scoprire che negli ultimi anni lo studio, la sperimentazione e la ricerca hanno creato prodotti, macchine e attrezzature sempre più innovativi, efficienti e utili per la pulizia e sanificazione delle aree ospedaliere ad alto rischio. L’evoluzione tecnica della sanificazione degli ambienti ospedalieri ha portato alla ribalta, negli ultimi anni, nuovi metodi, materiali e prodotti.
L’evoluzione della ricerca Si parla di disinfettanti capaci di abbattere la quasi totalità della carica patogena, certificati e approvati dal ministero e da enti terzi. Di sistemi basati su attrezzature all’avanguardia, realizzate con materiali e secondo design che le rendono a loro volta facilmente igienizzabili (la scelta della materia prima e la progettazione sono importantissime), per non diventare esse stesse vettori di sporcizia; prima fra tutte i carrelli, realizzati in materiali all’avanguardia, pensati in modo modulare con possibilità di diverse configurazioni e già predisposti per essere utilizzato con eventuale codice-colore, resistenti ai disinfettanti, con opzione di chiusura degli scomparti per un migliore isolamento dei prodotti; poi le frange (e in alcuni casi “doppie frange”), spesso già impregnate e pretrattate, realizzate in microfibra sempre più evoluta.
Anche macchine (e sistemi) ad hoc Last but not least: sul versante delle macchine per la pulizia professionale non mancano spazzatrici e lavasciugapavimenti pensate espressamente per il settore della sanità, caratterizzate da agilità, compattezza, silenziosità, affidabilità, e anch’esse utilizzabili in combinazioni con prodotti chimici certificati, dando vita a sistemi accreditati da importanti enti e associazioni.