Fra macchine, detergenti e sistemi, sono molte le soluzioni per la pulizia ordinaria e straordinaria della moquette, una superficie ancora molto usata in hotel per le sue caratteristiche di calore, comfort, isolamento termico e sostenibilità. Sulla cui igiene non sono ammesse distrazioni…
Domanda da 100 milioni di dollari: qual è la superficie più utilizzata e allo stesso tempo più ostica da pulire negli hotel? In ambienti complessi come quelli alberghieri ce ne sono tante, a partire da quelle realizzate con materiali di pregio, ma c’è da scommettere che almeno nove addetti ai lavori su dieci non avrebbero dubbi a rispondere: “la moquette”.
Molto diffusa in hotel Quest’ultima, nonostante in altri contesti -vedi quelli domestici- sia un po’ “passata di “moda”, nelle sue mille varianti e declinazioni estetiche e stilistiche resta particolarmente diffusa negli hotel perché ha delle caratteristiche uniche che trasversalmente soddisfano una pluralità di esigenze molto sentite nell’hospitality. Partiamo dall’aspetto esperienziale: la moquette è “calda e confortevole”, soprattutto in certi ambienti crea una sensazione di benessere e, appunto, assicura un’esperienza rilassante. Sotto il profilo estetico, trattandosi di fatto di un “grande tappeto” senza soluzione di continuità, la moquette fa anche arredamento con le possibili gradevolissime combinazioni di materiali e colori.
“Garante della privacy” In hotel poi, si sa, ci vuole una certa discrezione: ecco che la moquette dà il meglio di sé come isolante termico e acustico, garantendo il rispetto della privacy degli ospiti ed attutendo i rumori degli addetti al riassetto camere e alla pulizia dei piani. Non ultimo il fattore sicurezza: la moquette “fa grip” e dunque riduce il rischio di scivolamenti e cadute, facendo dormire sonni tranquilli a clienti e gestori della struttura. Un altro fattore che fa propendere per la scelta della moquette è l’ecosostenibilità: la moquette, infatti, è prodotta sempre più spesso con materiali naturali ecosostenibili, il che la rende molto apprezzata dai viaggiatori più attenti agli aspetti “verdi” della loro esperienza (e sono sempre di più, anche sulla scorta di note trasmissioni televisive in cui viene premiato proprio l’albergo “green”).
Ma poi pulirla? Fin qui, tutto ok. Il problema poi è pulirla. E farlo bene perché, si sa, la pulizia è uno dei primissimi fattori di fidelizzazione del cliente e la moquette sporca, oltre ad essere oggettivamente brutta e poco invitante, tende a macchiarsi e ad impregnarsi di cattivi odori contribuendo all’immagine sciatta della struttura. Ma c’è di più: nella moquette si annidano facilmente, anche per anni, gli agenti patogeni più svariati: dai classici acari alle famigerate cimici dei letti, per arrivare a batteri e virus anche molto pericolosi portati dall’esterno. Se si considera poi che generalmente ci si cammina scalzi, fare un calcolo del rischio è molto semplice.
Un buon piano e i giusti prodotti Sono tanti i sistemi di pulizia dedicati precipuamente alla moquette, e i produttori ne sviluppano di sempre più efficaci. Diciamo subito che per l’igiene e la conservazione delle pavimentazioni tessili -un po’ come avviene per tutti i generi di superficie-, è importante il piano di manutenzione e la corretta scelta dei prodotti, delle macchine e delle attrezzature per la pulizia giornaliera e periodica. Il piano di manutenzione permette di programmare la cadenza degli interventi, distinguendoli fra quotidiani, dunque di routine, e periodici.
Le operazioni giornaliere e periodiche A questo proposito, è chiaro che pulire la moquette ogni giorno si rivela fondamentale proprio al fine di evitare che diventi un ricettacolo di sporcizia e microrganismi pericolosi per la salute: come abbiamo detto poc’anzi, le sue fibre possono davvero rappresentare, sé non regolarmente trattate, una “bomba” batteriologica o virale, oltre a provocare allergie e compromettere il generale stato di salubrità degli ambienti. Poi c’è la necessità di interventi più approfonditi: a questo punto diventa irrinunciabile un buon lavaggio per rimuovere macchie, cattivi odori, incrostazioni, aloni o segni di vario tipo, come quelli lasciati da impronte di scarpe, liquidi accidentalmente versati sul tessuto, ottenendo una pulizia “di fondo” più accurata.
Il ventaglio di proposte è sterminato Considerato che, ovviamente, il fai-da-te non rappresenta mai la risposta corretta alle esigenze di pulito in ambienti non domestici, è il caso di rivolgersi ai professionisti. I prodotti e macchine di elevata qualità e affidabilità per la pulizia delle superfici tessili sono tantissimi, ed essere esaustivi è impresa ardua: aspirapolvere, monospazzola (o battitappeto), spazzole orbitali, macchine a iniezione-estrazione, turbo, sistemi a schiuma secca, shampoo, detergenti senza schiuma, spray, smacchiatori e così via. Senza contare l’asciugatura, anch’essa operazione fondamentale per evitare la formazione di muffa e i conseguenti effetti maleodoranti: l’offerta è pressoché infinita e molti prodotti agiscono in combinazione sinergica, creando veri e propri sistemi.