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Corso “Addetto alle pulizie e sanificazione”: la formazione certificata in Italia e all’estero

Al via il primo corso CAPAC per addetto alle pulizie, sanificazione, conferimento rifiuti: l’importanza della formazione certificata per le sfide future del settore del cleaning.

Ha avuto inizio ad aprile il primo corso di formazione CAPAC per “Addetto alle pulizie e sanificazione, che porterà per la prima volta al riconoscimento professionale da parte di Regione Lombardia, con una qualifica valida anche all’estero. Ricordiamo che si tratta di un’iniziativa di Capac, Politecnico del Commercio e del Turismo con sede a Milano, promossa da Issa Pulire Network, Service Key, Alis Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi che eroga la docenza, sponsor tecnico Vemac.  Abbiamo intervistato Enrico Chianesi, docente del corso, che ci ha illustrato i dettagli dell’approccio formativo, l’interazione con diverse tipologie di studenti, non solo addetti alle pulizie, ma anche capi cantiere e responsabili di gestione aziendale. Ci ha spiegato quali sono le prospettive innovative intrinseche al percorso formativo, l’importanza della formazione nel passaggio generazionale e l’evoluzione del settore verso la sostenibilità e la digitalizzazione.

Quale approccio ha utilizzato con gli studenti del corso di addetto alle pulizie?

Innanzi tutto, ho voluto fortemente sottolineare che il corso rilascia, per la prima volta in Italia, un attestato e una qualifica validi anche all’estero. Durante questo percorso formativo gli studenti acquisiscono pertanto una professionalità completa e spendibile in qualunque realtà del settore. Il concetto di professione riconosciuta è molto importante perché troppo spesso, ancora oggi, il nostro settore è abbastanza bistrattato e considerato minore, se non addirittura di serie B.  Per questo io e gli altri docenti abbiamo puntato molto sulla responsabilità dei partecipanti e sull’identità specifica delle figure che operano nel cleaning professionale, a vari livelli, al fine di cambiare il paradigma nel settore delle pulizie, trasformandolo in un ambiente più stimolante e innovativo.

Che tipologia di studenti ha aderito a questo percorso formativo? Non abbiamo a che fare solo con dei pulitori, perché ci sono anche dei capi cantiere, oppure responsabili di area, oltre qualche figura oserei dire nuova e trasversale, tra cui un coordinatore di progetto con il compito di massimizzare e migliorare i cantieri sotto il profilo dei budget e chi in azienda si occupa di innovazione. Perciò rispetto anche ai temi trattati, di comune accordo con la dottoressa nome Ippolito, responsabile del percorso, ho voluto ‘alzare l’asticella’ e trattare temi come la comunicazione efficace e, appunto, la gestione delle risorse. Non vogliamo parlare soltanto di come si pulisce, ma affrontare le competenze trasversali. Dare degli strumenti pratici alle persone è un aspetto del mio lavoro che mi piace molto e gli studenti si sentono compresi perché sanno che questi argomenti serviranno realmente poi sul campo.

È quindi previsto il coinvolgimento pratico e attivo degli studenti? Assolutamente sì. Quelli con più esperienza vengono coinvolti direttamente, per esempio, nel ripasso sui materiali e le superfici, creando un gruppo di lavoro e confronto con chi invece si approccia per la prima volta al settore, promuovendo il dialogo e l’apprendimento reciproco tra le diverse professionalità. Sto cercando di creare una dialettica all’interno del gruppo, uscendo dallo schema del professore che spiega mentre la classe ascolta. In questo modo ho visto persone mettersi in discussione e spronarsi a vicenda.

È un percorso volto anche a preparare il ricambio generazionale all’interno delle aziende? Nella classe ci sono anche ‘figli d’arte’, e futuri manager. Questa varietà di background ha reso il percorso formativo più ricco e ha favorito lo scambio di esperienze, preparando sicuramente a una nuova generazione di professionisti del pulito, qualificati nei diversi ruoli richiesti dal settore e all’interno delle aziende. Il fatto che con questo corso ci sia un riconoscimento slegato dalla singola formazione, magari interna alla singola azienda, rappresenta indubbiamente un altissimo valore aggiunto

Quali sono i temi di maggiore attualità che vengono trattati nel corso? Parliamo di sostenibilità, digitalizzazione e gestione responsabile delle risorse umane, cercando di preparare i partecipanti alle sfide future del settore. La sostenibilità sociale e l’ESG sono temi fondamentali perché si tratta di un settore labour intensive, ma ho constatato che non sono ancora argomenti familiari ai più. Bisogna essere in grado di creare un ambiente dove il lavoro è visto come un momento di aggregazione sociale, non soltanto come un dovere da espletare. Che è poi una delle finalità principali che mi sono riproposto con la mia società di formazione, Myeco, nella cura delle competenze e degli aspetti manageriali e dei rapporti con il middle management delle aziende.  Abbiamo poi introdotto il marketing e il benessere della persona sul posto di lavoro.  

Ci sono i presupposti per una seconda edizione del corso? Certamente, grazie anche al sostegno di chi ha creduto in questo progetto. L’entusiasmo e la partecipazione di questa prima edizione dimostrano quanto ci sia la necessità di una formazione professionale qualificata e riconosciuta. Auspichiamo che per il prossimo corso possano essere presenti gli attuali studenti, come testimonial e come ideale passaggio di consegne ai nuovi addetti, in un circolo virtuoso.

Per info e contatti www.capac.it

I venti partecipanti al corso provengono dalle seguenti aziende:

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