Gli alberghi che dispongono di giardini, dal più piccolo al vero e proprio parco, offrono un valore aggiunto fondamentale per chi cerca una vacanza rigenerante e distensiva. Ma attenzione agli infestanti di pini, cedri, larici e abeti, come la processionaria, che può causare danni alla salute.
di Lorenzo Donati
La presenza di ampi spazi verdi consente agli ospiti di immergersi in un ambiente naturale che favorisce il relax, la riduzione dello stress e il benessere psicofisico. Passeggiare tra alberi, aiuole fiorite e laghetti artificiali o sedersi all’ombra di una pergola rappresentano esperienze semplici ma estremamente efficaci per favorire la calma e il senso di armonia. Questi spazi, inoltre, possono offrire opportunità per attività ricreative e culturali: un giardino ben curato può ospitare eventi come yoga, meditazione o letture all’aperto. Anche l’aspetto estetico ha un ruolo importante: la bellezza di un paesaggio ben progettato arricchisce l’esperienza del soggiorno, rendendola memorabile. A patto che le piante siano ben curate perché alcuni infestanti possono rappresentare un serio problema, non solo per gli alberi ma anche per la salute di persone e animali domestici. Come nel caso della processionaria del pino, Thaumetopea pityocampa, letteralmente “bruco dei pini che genera meraviglia” perché le larve mature escono dai nidi invernali posti sulle chiome degli alberi con delle caratteristiche “processioni”. Una gestione tempestiva – e meglio ancora preventiva – non solo previene danni ecologici, ma protegge anche la reputazione dell’albergo come luogo sicuro e accogliente.
Che cosa è e come si presenta La processionaria del pino è un lepidottero notturno la cui distribuzione in Italia è in continua espansione tanto che è possibile trovarla dalla Sicilia alle Alpi. È un lepidottero notturno le cui larve si nutrono degli aghi di un grande numero di conifere in particolare di molte specie dei generi Pinus, Cedrus e Larix che sono abbondanti in natura ma anche all’interno nelle nostre aree urbane. Questo lepidottero è da tempo considerato non più una problematica di tipo fitosanitario ma di interesse sanitario. È vero che attacca specialmente le piante giovani, in parte defogliandole, ma difficilmente causa danni tali da essere letali. Di contro le larve mature di questo lepidottero sono ricoperte di una peluria fortemente urticante che può creare gravi problemi ad animali da affezione e a persone che toccano direttamente le larve o che entrano in contatto con questi peli dispersi nell’ambiente.
Come per tutti gli infestanti vale il concetto che non esiste una azione unica e risolutiva ma esistono varie tecniche che, integrate tra loro, possono portare ad una gestione corretta della problematica e ad una diminuzione della popolazione sulla base della bio-etologia di questo infestante.
Le fasi di sviluppo Nei mesi invernali di gennaio e febbraio le larve di processionaria sono all’interno dei nidi inverali in chioma (dai quali possono uscire temporaneamente) e si cibano delle foglie. In questo periodo le azioni che possono essere svolte in ordine prioritario – se attuabili – sono la rimozione meccanica dei nidi asportando e incenerendo il ramo (azione in assoluto preferibile e più efficace) oppure l’irrorazione dei nidi nella sola area privata con Bacillus turingensis var. kurstaki o con piretroidi fitosanitari registrati o in deroga (occorre che chi acquista ed usa il prodotto sia in possesso del patentino fitosanitario). Nessuna di queste azioni è esente da rischi: innanzitutto la rimozione non è sempre possibile e quando lo è spesso devono impiegarsi delle piattaforme (occorre la patente per PLE ed operare in due persone) e chi se ne occupa materialmente deve avere l’avvertenza di essere completamente schermato per evitare di entrare in contatto con la peluria delle larve. L’irrorazione può presentare meno rischi ma non rimuovendo il nido l’azione urticante dei peli dispersi nell’ambiente non viene affrontata. Nei mesi da febbraio a marzo si formano le processioni di larve mature che si muovono sul tronco dalla chioma verso terra: in questa fase è possibile applicare dei collari che, se installati correttamente, sono ostacoli invalicabili per le larve che quindi vengono forzate ad entrare in un sacchetto riempito di terreno che andrà smaltito.
Le larve che hanno invece raggiunto terra si impuperanno e potranno sfarfallare dalla metà di maggio in avanti. A riguardo è importante sottolineare che, se le condizioni ambientali non sono favorevoli, questi lepidotteri possono rimanere in forma di pupa anche per diversi anni. Una volta sfarfallati gli adulti inizierà quella fase in cui i maschi adulti (che possono volare anche fino a 50 km di distanza) seguono le tracce feromoniche emesse dalle femmine per consentire l’accoppiamento.
Monitoraggio e cattura Sfruttando questo meccanismo è possibile effettuare il monitoraggio e la cattura dei maschi adulti con dispositivi innescati con feromoni sessuali femminili o procedere ad una cattura massiccia con molti di questi dispositivi. Infine, si può applicare la tecnica della confusione sessuale. Questa ultima tecnica rappresenta la vera novità sul mercato: si tratta di sfere biodegradabili contenenti feromone sessuale femminile sintetico e microincapsulato (a lento e graduale rilascio) che, una volta applicate in chioma con un marcatore da paintball, creano una nuvola che confonde il maschio facendo diminuire drasticamente il numero degli accoppiamenti (e quindi i futuri nidi invernali). Si tratta di lavorare in prevenzione. È poi nuovamente possibile ricominciare a gestire il problema dei nidi invernali a partire dal mese di ottobre e per tutto il periodo invernale fino a dicembre con le irrorazioni in area privata (come nei mesi di gennaio e febbraio) o con l’endoterapia.
Endoterapia L’endoterapia è una tecnica che impiega dei prodotti fitosanitari – per i quali è mandatorio essere in possesso del patentino fitosanitario – iniettati direttamente all’interno dei vasi xilematici della pianta colpita da processionaria. Il prodotto tossico verrà trasportato dalla pianta stessa alle foglie di cui si nutrono le larve uccidendole. Pur essendo una tecnica estremamente efficace ha alcune controindicazioni come, ad esempio, quella di dover essere applicata da personale esperto per evitare di creare danni alle piante o di non veicolare da una pianta all’altra altri tipi di infezioni (ad esempio batteriche o virali).
Interventi svolti da professionisti Da quanto fin qui esposto, è assolutamente sconsigliato il “fai da te” ma è indispensabile rivolgersi ad aziende specializzate in disinfestazioni ambientali. Le aziende che offrono questo tipo di servizio devono avere ben chiare quali sono le prerogative per svolgere un servizio efficace e di qualità. Per farlo sono disponibili per i professionisti alcune certificazioni come la ISO 9001 e la UNI EN 16636 senza dimenticare la possibilità di essere seguiti e consigliati da consulenti professionali o dal Servizio Fitosanitario Regionale.
Comunicare con gli ospiti Per rassicurare i clienti e mantenere un’immagine positiva dell’albergo è consigliabile esplicitare gli interventi effettuati tramite cartelli informativi o comunicazioni online e interdire l’accesso alle aree infestate o in trattamento con transenne o avvisi temporanei. Investire nella lotta contro la processionaria significa salvaguardare l’ambiente, la salute, soprattutto di quelle categorie più fragili come i bambini e gli anziani, ma anche la reputazione dell’hotel.