Alla fine dell’emergenza, almeno per ora, del Covid ci chiediamo: l’attenzione per pulizia e sanificazione resterà alta? Quale sarà il ruolo degli acquisti verdi? Quali le innovazioni a disposizione? Come si sta muovendo il mercato per rispondere a esigenze di sicurezza e sostenibilità ambientale sempre più evolute.
Sospiro di sollievo: dopo oltre due anni l’emergenza è finita anche se i contagi sono ancora quotidiani. Un problema che, se non è drammatico come in passato, senza dubbio non va sottovalutato: questo è tanto più vero nei contesti maggiormente a rischio, e l’ambito sanitario è in testa alla classifica in questo senso. Lo sanno bene tutti coloro che vi operano direttamente, ma anche le imprese di pulizia, multiservizi, servizi integrati specializzate nel settore ospedaliero e, non ultima, la vasta platea di costruttori di macchine, attrezzature e sistemi, produttori di formulati chimici, rivenditori e distributori di prodotti dedicati alla pulizia, igienizzazione e sanificazione in ambito sanitario.
Forte spinta ad innovare
L’attenzione per l’igiene e la sicurezza pare proprio destinata a rimanere alta anche a fine emergenza, e il mercato sta rispondendo con prodotti e sistemi innovativi dedicati nello specifico al mondo della sanità. Le opportunità per rinnovarsi e innovare il Sistema Sanitario Nazionale, del resto, non mancano. I fondi del PNRR, il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, permettono di intervenire a vari livelli per ammodernare le strutture pubbliche, con particolare attenzione alle tematiche dell’efficientamento energetico, del green e della sostenibilità a trecentosessanta gradi.
La spinta del PNRR
Il PNRR ha tra i principali obiettivi proprio quello di consentire alle pubbliche amministrazioni, già in fase di elaborazione dei bandi pubblici, di indirizzare gli operatori economici verso scelte ecocompatibili, spingendoli ad investire sull’innovazione e la sensibilizzazione di clienti e opinione pubblica. Un orientamento sottolineato anche dai Decreti “Rilancio” e “Semplificazioni”, e che come abbiamo detto non deve fermarsi al pubblico.
Il ruolo del settore
In questo senso il settore del cleaning professionale e dei servizi integrati gioca un ruolo fondamentale. Se le prassi virtuose non partono da chi di servizi ambientali si occupa per professione, infatti, da dove dovrebbero avviarsi? Anche perché il mercato, negli ultimi anni -complice la situazione di emergenza- ha compiuto passi importantissimi in tale direzione. Grazie a una poderosa spinta innovativa e all’impegno delle aziende (e delle imprese) nella Ricerca & Sviluppo è ora possibile, ad esempio, offrire servizi certificati a basso impatto lungo l’intero ciclo di vita degli appalti.
I criteri “verdi” per i servizi di pulizia
Già dal maggio del 2018, del resto (dunque ancora in tempi pre-Covid), sono disponibili -prima volta in assoluto- i criteri Ecolabel UE per i “Servizi di pulizia di ambienti interni” adottati dalla Commissione europea ora anche nella versione “Servizi di pulizia di ambienti sanitari”. In quest’ottica si considera l’intero ciclo dell’appalto, e non soltanto l’utilizzo o meno di prodotti che rispondono a precisi criteri di sostenibilità. E che dire dei CAM, criteri ambientali minimi per gli acquisti della pubblica amministrazione, nell’ottica di un “green public procurement (Gpp)” sempre più spinto?
Ecolabel di prodotti e servizi
Gli ospedali, le case di cura, le cliniche e le strutture sanitarie in generale, e non soltanto quelle pubbliche, sono chiamate a seguire precisi standard ambientali nelle politiche di acquisto, cercando di acquisire beni e servizi a ridotto impatto “from cradle to cradle”. Ecco che diventa giocoforza rivolgersi a imprese in possesso di certificazioni Ecolabel (o analoghi marchi “verdi”) non solo per i prodotti, ma anche per i servizi. Realtà che, a loro volta, fanno riferimento a produttori fortemente impegnati sul fronte della ricerca continua.Ma adesso è venuto il momento di lasciare la parola proprio a loro, veri protagonisti di una stagione di imponenti spinte innovative.
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