Il processo di disinfezione se effettuato correttamente garantisce i risultati previsti poiché se utilizzato con alcune tipologie di detergenti o secondo modalità non conformi si annulla la capacità del disinfettante di agire sui microrganismi.
Altro provvedimento adottato è stato quello di limitare gli ingressi nella terapia intensiva e l’utilizzo corretto dei DPI anche per i visitatori che oltre agli altri presidi dovevano usare anche i guanti , trattandosi di patogeni che possono sopravvivere per lunghi periodi sulla cute e sulle superfici e che pertanto rappresentano facile fonte di inquinamento da contatto.
Le misure di controllo adottate, ci hanno permesso innanzi tutto di bloccare la diffusione e la circolazione dell’agente patogeno. I pazienti ricoverati in date successive all’applicazione delle misure di controllo, non hanno manifestato la presenza di Acinetobacter , né in qualità di agente infettante né come colonizzante.
L’applicazione di un sistema di registrazione nella disinfezione delle superfici e degli strumenti insieme ad una accurato lavaggio delle mani e ad un uso corretto degli antisettici e degli antibiotici, ci ha consentito di eradicare il microrganismo altamente farmaco resistente che si era selezionato
Conclusioni
La maggiore diffusione delle procedure invasive insieme all’uso frequente e indiscriminato degli antibiotici hanno favorito la diffusione della resistenza microbica ed espongono il paziente ad un alto rischio di sviluppare infezioni spesso causate da batteri multiresistenti . Queste ultime sono il paradigma di come il contagio o la complicazione infettiva possa essere la diretta conseguenza del comportamento dell’operatore sanitario e del regime terapeutico adottato.
Per fronteggiare tali emergenze , dato l’insorgere di ceppi batterici sempre più resistenti ai chemioterapici, è necessario affiancare alla chemioterapia tradizionale altre pratiche di profilassi e di prevenzione e tra queste è importante considerare anche la disinfezione .
Fino a non molto tempo fa la scelta delle sostanze antisettiche e disinfettanti da usarsi nelle strutture sanitarie si è basata il più delle volte su criteri di scelta opinabili, diversi da luogo a luogo e fondati più che altro sull’esperienza dei singoli operatori o sulle difformi influenze di carattere commerciale.
La scelta dei disinfettanti più idonei da impiegare in ambito ospedaliero e la determinazione di corrette tecniche di utilizzo degli stessi costituiscono invece un delicato problema di tecnica ospedaliera soprattutto nei casi in cui si devono fronteggiare emergenze legate a germi resistenti a quasi tutti gli antibiotici. E’ fondamentale che il processo di disinfezione venga effettuato seguendo le regole di buona pratica , considerato che una procedura di disinfezione si considera idonea al fine prefissato se è efficace verso gli agenti biologici che costituiscono la sorgente dell’infezione. A tal riguardo si devono impiegare sostanze disinfettanti che possiedono l’attività richiesta valutando i tempi di contatto necessari, i diversi substrati su cui utilizzarli e i possibili mezzi interferenti poiché le proprietà microbicide potrebbero essere insufficienti , annullate o fortemente ridotte.
E’ doveroso inoltre porre altrettanta oculatezza nella scelta di questi composti valutando anche le caratteristiche di tossicità per i soggetti esposti in relazione alle concentrazioni di impiego, nel rispetto della sicurezza degli operatori.
Dalla esperienza maturata , possiamo dire che è importante attuare una politica della disinfezione così da definire chi, come, dove , quando , con che cosa disinfettare. anche perchè mentre per la disinfezione dei dispositivi ci sono gia alcune regole scritte date anche nelle schede tecniche , per le superfici, suppellettili ed i componenti l’unità paziente, non ci sono indicazioni pertanto è necessario sviluppare linee guida.
Alla stregua di quanto avviene nella sterilizzazione in cui ogni processo è rintracciabile sarebbe opportuno sviluppare, anche per le pratiche di disinfezione, un puntuale sistema di registrazione che permetta di verificare in maniera sequenziale quanto fatto.
L’associazione di linee guida e un sistema di tracciabilità sarebbero un ottimo strumento di valido ausilio anche perché oramai in quasi tutte le strutture sanitarie le operazioni di pulizia e disinfezione degli ambienti , delle suppellettili , dell’unità paziente, sono gestite in outsurcing, pertanto è necessario prevedere nei capitolati tecnici, l’inserimento per le attività di disinfezione di una certificazione della avvenuta esecuzione secondo le “best practise disinfection”
Bibliografia
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J Hosp Infect. 2007 Jun;65 Suppl 2:50-4.
Autori: A. Benvenuto, M.A.Vantaggiato, V. Risoli
Direzione Sanitaria P.O. Annunziata Azienda Ospedaliera di Cosenza
Isolamento di Acinetobacter da superfici ambientali tab.2 |
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Testata letto
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36 colonie/piastra
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Lavandino
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20 colonie /piastra |
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Materasso letto
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21 colonie/piastra |
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Ventilatore
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55 colonie /piastra |
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Monitor
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37 colonie/piastra
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Parete box esterna
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Mani Operatore |
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