HomesanitàCOVID 19: la corretta igiene degli impianti aeraulici

COVID 19: la corretta igiene degli impianti aeraulici

Andrea Casa, esperto italiano in materia di igiene aeraulica, Amministratore Delegato di Alisea e Presidente Emerito di A.I.I.S.A., l’Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici, ci ha dichiarato:

Il nuovo coronavirus Covid-19, come specificato dal Journal of Hospital Infection, può depositarsi e sopravvivere sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni. Ciò che non viene preso in considerazione è che sono incluse anche le pareti delle condotte d’aria degli impianti di climatizzazione, che favoriscono l’esposizione al virus delle persone all’interno di edifici confinati, con finestre sigillate o comunque in assenza di ricircolo d’aria naturale. Ne è una dimostrazione il caso della nave da crociera giapponese Diamond Princess dove, nonostante gli ospiti a bordo siano stati isolati nelle cabine, il numero dei passeggeri contagiati è aumentato in modo esponenziale tramite il sistema di aria condizionata” e continua “Rilevo con un certo stupore come l’Ordinanza Regionale della Lombardia, emanata il 23 Febbraio e tutte le più recenti misure adottate a livello nazionale, non contemplino indicazioni specifiche, specialmente per i luoghi di lavoro confinati, in merito alla disinfezione degli impianti d’aria, primo vettore di diffusione di un potenziale contagio di questo virus respiratorio”.

La buona notizia è che il coronavirus non è molto resistente e bastano disinfettanti testati per renderlo completamente inattivo. È duqnue importante rilevare come all’isolamento sarebbe opportuno associare una precisa programmazione di interventi di disinfezione in grado di assicurare una rapidità di azione, che abbatta in modo totale i microrganismi patogeni all’interno degli impianti installati in ambienti chiusi e ad alta affluenza” e conclude “La corretta manutenzione degli impianti di trattamento aria, infatti, è di fondamentale importanza per favorire la massima protezione della salute dei lavoratori in relazione al coronavirus e, soprattutto, per una prevenzione più completa dall’inquinamento chimico, fisico e microbiologico quale possibile causa di diverse patologie respiratorie”

www.andreacasa.com

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