(tratto da “GSA” n.4, aprile 2010)
A Venezia è partito in marzo un project financing destinato a fare scuola. La società di progetto Nov, con Siram come capofila, si è aggiudicata l’intervento di recupero e valorizzazione dell’Ospedale S. Giovanni e Paolo. Un lavoro da 47 milioni di euro che in tre anni rivoluzionerà la struttura dell’ospedale veneziano. Siamo di fronte a un vero global service, dal progetto ai servizi non sanitari.
Tre anni di lavori e ventuno di gestione, per un intervento del valore di 47 milioni di euro che rivoluzionerà l’immagine e la funzionalità dell’Ospedale Ss. Giovanni e Paolo di Venezia. Questo, in sintesi, l’identikit di un progetto di project financing che farà dell’ospedale veneziano un avanzato centro di cura, forte delle più moderne peculiarità funzionali e tecnologiche. Con la rimozione della targa del padiglione Jona, il 19 marzo scorso, è stato simbolicamente dato l’avvio al cantiere che prevede la ricostruzione del padiglione, la ristrutturazione del complesso del Canale al Pianto (a vocazione universitaria), e la realizzazione di una foresteria con una trentina di stanze destinate ad alloggiare studenti e personale dell’ospedale, la realizzazione di una nuova piazza coperta in materiale trasparente, la nuova centrale per i gas medicali e l’adeguamento antincendio del padiglione Neurodermo. Un’opera di grande valore sia dal punto di vista progettuale in ambito ospedaliero, sia da quello architettonico e ambientale, in quanto oltre alla ricostruzione del padiglione Jona prevede la rivisitazione di tutto lo spazio scoperto tra i Padiglioni Semerani, Gaggia,
Neurodermo e Jona. Un progetto che ha richiesto di saper coniugare le esigenze funzionali con il recupero dell’edificio esistente rispettando tutte le normative a cui sono sottoposte oggi le strutture sanitarie (in materia antisismica, antincendio, di acustica, di sicurezza, di igiene, di barriere architettoniche) nonché rispettando i vincoli imprescindibili dettati dalla Sovrintendenza. Ecco perché era necessario che a seguire i lavori fosse un’azienda competente, in grado di affondare le problematiche complesse che inevitabilmente, in lavori di questo genere, si verificano.
Siram capofila del progetto Jona
L’appalto europeo per il “pacchetto Jona”- questo il nome del progetto- è stato vinto nel 2008 da Nov (Nuovo Ospedale Venezia), società di progetto che riunisce Siram, come capofila, Gemmo, Sacaim, CCC, Coveco, Ingegneria Medica Santa Lucia, tutte aziende che da molto tempo operano nel campo della costruzione, realizzazione impiantistica e gestione di strutture sanitarie – e un pool di progettisti prestigiosi e affermati composto da Studio Altieri, Steam, Studio Glass. Qualche numero nel dettaglio: 913 i giorni necessari ad ultimare i lavori; quasi 18.000 mq la superficie coinvolta, per un volume complessivo di 44.000 metri cubi. 192 i posti letto, distribuiti in 94 stanze singole e doppie con bagno privato.
Le radici del progetto: se ne parla dal 2003
“Partito a marzo 2010, in realtà il progetto ha radici un po’ più profonde -precisa l’ingegner Maurizio Minca, presidente Nov-. Già dal 2003, infatti, l’USL stava pensando alla costruzione di un nuovo padiglione per allargare gli spazi. La situazione, tuttavia, si era presentata fin da subito piuttosto complessa, soprattutto per via dell’ubicazione della struttura, nella zona lagunare dirimpetto a Murano. L’area, particolarmente sensibile, non facilitava i lavori, ed è questa la principale ragione del dilatarsi della tempistica”. Non è stato nemmeno semplice proporre un progetto condiviso. “Una prima idea, che prevedeva di mantenere le stesse fondazioni e realizzare una struttura che ricordasse un cubo di vetro trasparente, è stata poi accantonata per permettere la conservazione della parte centrale, a pianta ottagonale, dello storico padiglione Jona”. Davvero un pezzo di storia di Venezia: Giuseppe Jona, il medico che finanziò la costruzione dell’edificio, si tolse la vita nel 1943 per non consegnare ai nazisti l’elenco degli ebrei veneziani. La vecchia targa del Padiglione Jona, posta nel 1936, verrà conservata e affissa sul nuovo edificio. Struttura che si presenta a cinque piani, completamente rimodernata nelle funzioni: al piano terra ci sarà un’area ambulatoriale con 10 ambulatori, oltre alle degenze di pediatria (2 locali per culle e terapia sub-intensiva). Al primo piano gli studi medici (12 unità) e gli spogliatoi personale. Molto articolato il secondo piano, con il gruppo parto-nido, 3 sale travaglio, 2 sale parto, un’isola neonatale, 2 sale operatorie e le degenze di Ostetricia e Ginecologia. Al terzo le degenze di Medicina, Pneumologia e Nefrologia; al quarto Medicina e Reumatologia, mentre al quinto piano le degenze di Geriatria e Lungodegenza riabilitativa.
Progettato per i servizi, nell’ottica di un vero global service
“Un altro aspetto a cui vogliamo dedicare particolare attenzione -prosegue Minca- è quello legato ai servizi alla struttura. Il progetto, infatti, deve essere pensato in un’ottica di estrema funzionalità non soltanto per il core business ospedaliero (che è, va da sé, la cura dell’individuo in tutte le sue esigenze), ma anche per i servizi ambientali. L’ospedale è una struttura complessa che richiede un ampio ventaglio di servizi di supporto, e il progetto deve tenerne conto”. Per questo il project financing partito in marzo è destinato a fare scuola: Nov, oltre ad essere la società autrice del progetto, gestirà per 21 anni alcuni servizi ospedalieri non sanitari (manutenzione ordinaria, gestione manutenzione impianti meccanici e fluido medicali, ristorazione, bar, pulizia, smaltimento, manutenzione attrezzature, lavanderia, trasporti interni, gestione archivi) che già ora sono affidati a ditte esterne. Siamo, insomma, all’anticamera di un global service totale, in cui la società di progetto è quella incaricata della gestione dei servizi non core. “La grande sfida è stata assicurare i massimi standard di sicurezza e qualità nel massimo rispetto dei vincoli che sono stati posti –prosegue Minca–. E’ per noi un grande orgoglio scrivere una pagina nuova con un cuore tecnologico nella storia dell’antico ospedale veneziano”.
Un’azienda all’avanguardia, con solide radici
Siram, capofila del progetto, è un’azienda italiana di riferimento nel settore della gestione dei servizi energetici e dei servizi tecnologici per il cittadino, le imprese e gli enti pubblici. Con un secolo di esperienza alle spalle (è attiva dal lontano 1912) e una presenza capillare sull’intero territorio italiano, è in grado di elaborare e sviluppare soluzioni innovative e tecnologicamente avanzate finalizzate all’ottimizzazione dei processi energetici e all’efficienza delle strutture dei clienti quali edifici, complessi ospedalieri, impianti industriali, reti di telecomunicazione. Qualità e diversificazione dei servizi proposti in modo integrato tra le diverse società del Gruppo, fanno di Siram una vere e propria risorsa per i propri clienti. La società offre servizi alla collettività e permette ai cittadini di beneficiare di più delle loro città, nel rispetto dell’ambiente, attraverso: l’ incremento dell’efficienza energetica; il contenimento del consumo di materie prime; la riduzione delle emissioni inquinanti; l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili (biomasse e fotovoltaico). Inoltre, Siram è in grado di ideare e somministrare servizi e soluzioni specifiche per incrementare l’efficienza delle strutture dei propri clienti perseguendo: la funzionalità degli edifici; la produttività degli impianti industriali; la disponibilità delle reti di telecomunicazioni; la redditività dei patrimoni immobiliari. A tutt’oggi Siram impiega oltre 4.200 dipendenti ed ha realizzato un fatturato consolidato di oltre 900 milioni di Euro. Più di 1.400 i clienti (per 8.689 impianti gestiti), tra cui spiccano importanti realtà nei settori della Sanità, della Pubblica Amministrazione centrale e locale, dell’industria, del terziario e del residenziale. Solo in Sanità Siram gestisce 562 strutture pubbliche e private, per un totale di quasi 70.000 posti letto. Per questo si può dire che sia il soggetto giusto per guidare una società di progetto in un’operazione importante e complessa come quella del rinnovamento dell’ospedale veneziano. Siram dal 2002 fa parte di Dalkia (Gruppo Veolia), presente in 41 paesi con oltre 52.800 dipendenti.
Simone Finotti
Il medico-eroe che protesse gli ebrei di Venezia
Giuseppe Jona, il medico-eroe che in pieno secondo conflitto mondiale non esitò a ricorrere al suicidio pur di non consegnare ai nazisti la lista degli ebrei veneziani, è una figura molto nota a Venezia. Nato nel 1866, Fu presidente dell’Ateneo veneziano dal 1925 al 1929; fu anche presidente della comunità ebraica veneziana; dopo le leggi razziali, quando nel 1943 i nazisti vollero da lui gli elenchi della comunità, bruciò la lista e si tolse la vita per non tradire i suoi fratelli. Nel campo del Gheto Novo una targa bronzea, affissa u una parete di traversine in cui sono incisi luoghi di passaggio e destinazione dei deportati, lo ricorda.
Poco distante c’è anche un monumento bronzeo commemorativo della deportazione, che rappresenta file di persone avviate verso carri ferroviari.Questo il testo della targa: GIUSEPPE JONA/ CLINICO ILLUSTRE/ MAESTRO DI RETTITUDINE E DI BONTÀ/ NELL’ORA TRISTISSIMA DELLA PERSECUZIONE/ RESSE LA COMUNITÀ DI VENEZIA/ CON ALTO SENSO DI DIGNITÀ/ E VI PROFUSE I TESORI/ DELL’ANIMA SUA GRANDE/ ALLA ROVINA D’ITALIA/ AL NUOVO MARTIRIO D’ISRAELE/ NON SEPPE SOPRAVVIVERE.