Potenziare il sistema dei controlli comporta inevitabilmente un maggior dispendio di risorse di personale, e quindi di risorse economiche. Non va pertanto dimenticato il fatto che i maggiori investimenti iniziali, adottati appunto per le varie tipologie di controllo, comportano inevitabilmente successivi costi di gestione contenuti aumentando la garanzia di ottenere la conformità degli ambienti agli standard. Pertanto per poter collaudare e garantire un buon livello qualitativo dei servizi di pulizia erogati, è necessario applicare un buon sistema di controllo, che permetta di verificare in modo costante ed oggettivo la qualità del servizio garantendo un monitoraggio completo in grado di integrare al controllo visivo metodi di misurazione oggettivi, la corretta esecuzione delle procedure ed indagini sistematiche sulla soddisfazione degli utenti e dei clienti.
In questo ambito un gruppo di lavoro dell’ANMDO (Associazione Nazionale dei Medici delle Direzioni Ospedaliere) sta predisponendo le linee guida all’accreditamento volontario dei fornitori di servizi di pulizia e sanificazione ospedaliera; in tale documento vengono identificati i requisiti necessari per avviare un processo di miglioramento continuo della qualità del servizio di pulizia e sanificazione ospedaliera erogato nell’ambito dell’accreditamento volontario. Rispetto al passato è quindi necessario associare alla verifica dei livelli di qualità accettabili LQA, indicati dalla norma UNI EN 13549:2003 come livello di qualità di indicatori di risultato che si ritiene soddisfacente accettare, una valutazione del sistema di pulizia e sanificazione ambientale basata su un approccio per processi. In questo modo si viene a spostare l’attenzione del controllo da indicatori di risultato ad indicatori di processo. Il riferimento per la procedura di controllo viene così ad assumere una nuova connotazione: accreditare i servizi di pulizia e sanificazione ambientale significa andare a valutare il rispetto di tutta una serie di indicatori sia di processo che di risultato. Attuare esclusivamente controlli di risultato non agevola nell’operazione di identificazione delle cause di un’eventuale “non comformità” nel momento in cui si venga a verificare. Attraverso l’analisi dei processi è resa possibile un’immediata valutazione dei motivi legati al non raggiungimento degli standard igienico-sanitari previsti, permettendo di intervenire, di conseguenza, con opere correttive mirate.
Committente ed assuntore devono condividere le metodologie di esecuzione del controllo del servizio riferendosi a regole stabilite e formalizzate in apposito documento quale ad esempio un “Manuale di controllo” il quale dovrà essere coerente agli obblighi contrattuali che eventualmente lo prevedano. Tale manuale di controllo deve contenere l’analisi della struttura ospedaliera/sanitaria oggetto dell’appalto specificando l’elenco dei lotti di controllo che devono essere rappresentativi delle diverse macroaree e degli elementi da controllare.
Tra i vari riferimenti normativi su questo tema vi è la precedentemente citata norma UNI EN 13549:2003 “Servizi di pulizia – Requisiti di base e raccomandazioni per i sistemi di misurazione della qualità” che fornisce i requisiti di base e le raccomandazioni per sistemi di misurazione della qualità per le prestazioni di pulizia, cioè un sistema di collaudo progettato per valutare se i servizi definiti e concordati tra due parti soddisfino il livello di qualità destinato ad essere presente, in conformità ai requisiti espressi in modo esplicito o implicito in tale accordo. Tale norma tecnica affronta però il tema dei sistemi di misurazione dei servizi di pulizia in senso generale. Da aree diverse aventi funzioni diverse si richiedono livelli igienici differenziati: è necessario distinguere l’esigenza di assicurare un adeguato stato igienico-sanitario degli ambienti ospedalieri rispetto ad altri ambienti confinati pubblici o privati (aeroporti, stazioni, cinema, centri commerciali ecc.), come previsto dalla norma UNI EN 13549. In entrambi i casi l’obiettivo è comune, ovvero soddisfare le aspettative dell’utenza, ma vanno diversificati i parametri di valutazione. Infatti i requisiti di base per il controllo del servizio di pulizia nelle strutture ospedaliere devono necessariamente essere più rigorosi.
La scelta del livello di qualità desiderata determina il numero delle non conformità ammissibili.
Gli LQA rappresentano quindi il livello di qualità che si ritiene soddisfacente accettare. Come si è detto la norma UNI EN 13549 affronta però il tema dei sistemi di misurazione dei servizi di pulizia in senso generale e può essere difficilmente applicabile all’ambiente ospedaliero. In passato era stato proposto nel “Capitolato Tipo dei Servizi di igiene Ambientale Integrata in Sanità” un LQA pari a 0,90 – 0,95 per aree operatorie (sala operatoria) avvalorando l’ipotesi per cui si potesse accettare che in sala operatoria un elemento controllato su dieci potesse risultare “non conforme”. Questa situazione non può essere più accettata: in aree critiche ad alto rischio infettivo, in aree operatorie ed in aree sanitarie non è ammissibile alcuna “non conformità” al fine di tutelare la salute dei pazienti e dei lavoratori presenti in quegli ambienti. In questi casi l’LQA deve essere necessariamente uguale ad 1; ciò significa che in queste aree la percentuale degli elementi “conformi” valutati deve essere sempre necessariamente il 100%.
Il servizio di pulizia e sanificazione ambientale è infatti un processo ON/OFF. Dai controlli effettuati sull’ambiente ospedaliero deve emergere un unico risultato: elemento pulito o elemento sporco (non “pulito in parte”). Non deve quindi passare l’idea per cui sia possibile accettare uno stato di non conformità nelle aree dell’ospedale alto rischio per il paziente (ad es. Malattie infettive, Sale Operatorie, Terapia Intensiva o Sub-Intensiva). Le aree più critiche dell’ospedale devono essere necessariamente pulite. E’ inoltre di particolare utilità associare al controllo la valutazione della customer satisfaction, ovvero la valutazione da parte dei responsabili delle singole unità operative relativamente all’attività di pulizia, i quali possono tempestivamente segnalare alla Direzione difformità nell’esecuzione dei lavori di pulizia.
Per i Percorsi ad elevata intensità di traffico (corridoi di collegamento, ingressi, aree di transito, etc.), aree Extrasanitarie (uffici, segreterie, studi medici, etc.) ed aree di Servizio (magazzini generali, servizi religiosi, archivi, impianti tecnologici, etc.) l’LQA può rimanere in linea teorica inferiore ad 1, come indicato nel “Capitolato Tipo dei Servizi di igiene Ambientale Integrata in Sanità”, anche se è auspicabile che vengano raggiunti i massimi livelli di qualità in tutti gli ambienti ospedalieri, in particolar modo per alcuni elementi presenti all’interno di tali aree. E’ quindi necessario associare alla logica dei controlli di aree ospedaliere a maggiore e minor rischio per i pazienti ed operatori sanitari, la logica dei controlli di elementi considerati critici indipendentemente dall’area in cui si trovano. Tali elementi devono risultare sempre conformi a seguito delle verifiche di controllo.
In particolare è necessario considerare critici i seguenti elementi:
• rubinetteria
• lavandino
• dispenser
• servizio igienico
• piatto doccia
• maniglie/porta
• interruttori/pulsanitiere
• letto/testata
• comodino
• tavoli
• sedie poltrone
• davanzali interni
• lampade/plafoniere
• corpi radianti
• griglia bocchette aerazione
• sedie a rotelle
• corrimano interno al reparto
Non sono critici invece gli elementi quali:
• pavimenti
• specchi
• davanzali esterni
• pareti verticali
• infissi
• soffitto
• armadi mobili banconi
• mensole TV
• porte stipiti
• profili paracolpi
• cestino
• attaccpanni
• panchine ed arredi da giardino
• lastrici solari
• balconi, terrazze,
• marciapiedi
• telefoni
• portaombrelli
• ringhiera
• corrimano esterno al reparto