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RICERCA EUROPEA TERZA PAGINA re mai stata informata, o comunque di  Un’Agenzia europea per la sicurezza sul lavoro non essere stata bene informata, sui ri- schi dell’ambiente di lavoro. Peggio Fondata nel 1975 (EEC 1365/75), la fondazione Eurofound European Founda- ancora, soltanto il 14% degli interpel- tion for the Improvement of Living and Working Conditions (Eurofound) è un’a- lati ha dichiarato di aver ricevuto una genzia dell’Unione Europea il cui compito è quello di contribuire alla diffusione formazione e addestramento pagati dal della cultura della sicurezza sul lavoro svolgendo ricerche, promuovendo studi datore di lavoro. La percentuale scen- e progetti e sostenendo iniziative per il miglioramento delle condizioni di lavoro de poi drammaticamente se parliamo in ambito europeo. di donne e di giovani con meno di 35 anni. Dati che fanno pensare. In Italia si fa, ma è “più un dovere che un’occasione di miglioramento” Ma com’è la situazione in Italia, dove informare e formare è un preciso ob- bligo di legge, come recita con estre- ma chiarezza la legge 81/2008? “Più che di mancanza, in Italia parlerei di mero adempimento” sottolinea Elisa Camellini di Filcams-Cgil. “Le impre- 33 se, o almeno la maggioranza, tendono a vedere il momento della formazione MARZo 2015 come una cosa che si deve fare per leg- ge, e non come un’occasione per mi- gliorare i processi aziendali, la sicu- rezza del personale e, di conseguenza, lavoro e di sicurezza nell’Europa dei anche la qualità del lavoro. Insomma 28, con una sezione dedicata alla salu- la formazione è obbligatoria, quindi te dei lavoratori in 34 paesi. Non è una viene realizzata”. Si salvano, almeno novità la polverizzazione del settore, in parte, le realtà di grandi dimensio- in cui le pmi la fanno da padrone e le ni, che sono maggiormente struttura- microimprese (fno a 9 addetti) reclu- te e, per questo, in grado di gestire la tano la metà del personale. Non è un formazione in modo meno estempora- mistero nemmeno la prevalenza fem- neo: “Nelle imprese di grandi dimen- minile (56%). Sorprende però il tro- sioni la situazione è un po’ più strut- varsi di fronte a una quota pari a qua- turata, anche per via delle richieste di si un terzo (il 30%) di lavoratori con contributi ai fondi interprofessionali. più di 50 anni. Diverso è il caso delle piccole impre- se, dove tutto è più diffcile e l’orga- Alcuni dati confortanti nizzazione dei momenti di formazio- A onor del vero occorre dire, infne, ne è vissuta in modo più problemati- che non è tutto così nero. Fra i dati co. In generale, comunque, temo che confortanti spicca il fatto che il lavo- la formazione venga percepita dai più ro, a quanto emerge dalla ricerca, si come un costo aggiuntivo, e non co- svolge in maniera piuttosto regolare, piti tradizionali. Resta però lo scoglio me un investimento per avere benefci con orari piuttosto tipici (un risulta- della sicurezza, che in Europa manca permanenti in termini di prevenzione to abbastanza sorprendente, specie se mentre in Italia è ancora vista troppo della salute e sicurezza dei lavoratori”. consideriamo che nei servizi di puli- spesso come un adempimento buro- zia i fne settimana e i turni notturni cratico fra tanti. Gli altri dati non sono infrequenti). La media del Completa ed esaustiva, la ricerca rap- lavoro si attesta sulle 31 ore/settima- presenta un survey delle condizioni di na, con turnazioni e rotazione dei com-
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