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PULITURA OPERE D’ARTE TECNOLOGIE vantaggio, perché in questo modo si può e il dopo. Risultato: l’applicazione del gel vedere in tempo reale cosa sta succedendo risulta effcace contro i sali solubili (parti- sotto. In fase di preparazione è anche pos- colarmente pericolosi perché possono ri- sibile aggiungere additivi come tensioatti- cristallizzarsi ripetutamente) e le particel- vi o chelanti per trattare particolari tipolo- le di fuliggine (che provoca danni e scolo- gie di sporco, come i residui oleosi. Quan- ra le superfci lapidee), oltre a dimostrarsi do il gel è pronto lo si applica a pennello rispettosa nei confronti delle superfci pu- sulla superfcie, e lo si lascia agire in fun- lite e del tutto sicura per utilizzatori e visi- zione dello sporco e del tipo di superfcie tatori dei monumenti e delle opere tratta- che trattiamo. Un altro vantaggio è che il te. Basso costo e poco tempo completano gel si applica molto bene alle superfci la- le caratteristiche (con)vincenti di questa pidee, aderendovi perfettamente anche in metodologia. presenza di superfci irregolari (come nel caso di tutte le sculture), e può essere ri- Ma resta un sistema “di nicchia” mosso semplicemente lasciandolo a sec- E adesso, sempre nel Duomo, i restaurato- chezza (il gel, progressivamente, si disidra- ri di Aconerre stanno lavorando alla pulitu- ta, si riduce di volume e si stacca) o anche ra di tutto il tornacoro (17 campate). Mol- in fase di gel con grande facilità. to ampio, ma sempre uno spazio chiuso. E all’aperto? “Sono in corso sperimentazioni La sperimentazione anche all’aperto, anche se in questo caso La sperimentazione nel Duomo ha pre- bisogna premettere alcuni “se”. Ad esem- 51 so avvio, nel 2012, con una fase di attivi- pio, la metodologia non è applicabile in ca- tà diagnostica sul substrato, sulla tipologia so di temperature estreme, troppo fredde AGOSTO Confronto pre e post pulitura di pietre che lo costituiscono, sullo stato o troppo calde”. 2014 di conservazione e sull’analisi dei deposi- Si tratta, come è evidente, di una soluzione numero di pori uniformemente distribuiti ti. Poi si è scelta un’area ristretta per le pri- “di nicchia”, per restauri e pulizie partico- che aumentano la ritenzione idrica e per- me sperimentazioni-pilota. Da qui è partito lari. Pensare di applicarla su scala più indu- mettono la migrazione di acqua all’interno un approccio multi analitico, su un totale di striale? “Controindicazioni in effetti non ce del gel”. Anche l’utilizzo è semplice: di nor- 24 testing-areas per confrontare l’effcacia ne sono –dice Gulotta-, anche se è indi- ma l’agar, che come abbiamo detto è quello di diverse condizioni di pulizia in termini spensabile mettere sul piatto della bilan- che si usa in cucina, è disponibile in polve- di concentrazione di agar, tempo di appli- cia il rapporto tra costi e benefci. Parlia- re. Prosegue Gulotta: “Il gel si ottiene con cazione e presenza di additivi. Quindi si è mo di una metodologia manuale, che non una sospensione di polvere in acqua, scal- proceduto con misurazioni spettrofotome- può essere automatizzata, e che dev’esse- dandola con un semplice microonde e poi triche, osservazioni in microscopia ottica, re calibrata di volta in volta sul caso spe- raffreddandola a temperatura ambiente. Il analisi ESEM-EDX, spettroscopia a infraros- cifco. E’ ovvio quindi che su grandi su- gel viscoso inizia a formarsi intorno ai 40- si e diffrazione dei raggi x, con particolare perfci non è applicabile e risulta ottima- 45°C, e attraverso le fasi di raffreddamento attenzione alle caratteristiche estetiche del- le, come dicevo, laddove ci sono esigen- diventa sempre più trasparente, il che è un le superfci scolpite, confrontando il prima ze particolari”. Applicazione gel e pilot test area Rimozione gel
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