HomeNewsletterTracciabilità: accesso ai documenti contrattuali in fase di esecuzione

Tracciabilità: accesso ai documenti contrattuali in fase di esecuzione

Molto interessanti, in questi ultimi giorni, si rivelano alcune pronunce del Consiglio di Stato riunitosi in Adunanza Plenaria. Addirittura “rivoluzionaria” quella uscita lo scorso 2 aprile con il numero di registro 10/2020. Il tema è di quelli roventi: si parla della dibattuta questione relativa al diritto, da parte delle imprese, di essere messe a conoscenza dell’andamento della gestione dei contratti aggiudicatisi da imprese concorrenti. Il fine, per dirla in parole semplici ma chiare, è quello di verificare se le “promesse” fatte in sede di offerta, o le condizioni presenti nel capitolato (a volte in effetti piuttosto impegnative), siano realmente mantenute nei fatti.

Si tratta in effetti non di semplice voyeurismo fine a se stesso, ma di un legittimo interesse da parte delle imprese escluse, per almeno due ragioni: intanto perché proprio sulla base della “fedeltà al contratto” si gioca anche buona parte dell’offerta (un conto è fare un’offerta sapendo poi di rispettare seriamente il contratto, un altro è “provarci” pensando già di “sforbiciare” qua e là). Inoltre in quanto il concorrente in posizione utile potrebbe venire a conoscenza di vicende che potrebbero portare alla risoluzione per inadempimento, con conseguente scorrimento della graduatoria o riproposizione della gara.

E così la vede anche Palazzo Spada, che si pronuncia in una direzione destinata a “fare scuola”, perché in netta controtendenza con una cospicua fetta della giurisprudenza amministrativa. In effetti l’Adunanza Plenaria, in una sentenza che coinvolge fra l’altro una grande cooperativa di servizi, ha fissato una serie di principi che aprono una nuova stagione di trasparenza: innanzitutto si sottolinea che un concorrente, se risulta in posizione utile, è titolare di un interesse diretto, concreto ed attuale a chiedere l’accesso agli atti anche della fase esecutiva. Quindi si ribadisce che, comunque, sempre ammesso l’accesso civico generalizzato sancito dal dlgs 33/2013, secondo i giudici applicabile sia alla fase di gara che alla fase di esecuzione del contratto (fermi restando i “paletti” del Codice dei contratti). A questo proposito, fra l’altro, si ricorda che la Stazione appaltante, anche se riceve un’istanza di accesso generica o senza chiari riferimenti ad una specifica normativa, è tenuta ad esaminarla sulla scorta del citato dlgs 33/13.

Link CdS AP 10/2020

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