Il provvedimento, infatti, interviene sulla Legge Fornero 92/12, istitutiva dell’Aspi (poi Naspi), eliminando definitivamente l’obbligo di erogare il contributo di licenziamento per le imprese che operano in regime di appalto con applicazione della clausola sociale che prevede il passaggio del personale all’impresa subentrante, come nel caso previsto dall’articolo 4 del Ccnl Multiservizi sottoscritto dalle associazioni datoriali e dalle Oo.Ss. comparativamente maggiormente rappresentative del settore pulizie/ servizi integrati/ multiservizi.
Più nel dettaglio, la questione riguarda l’articolo 2, comma 34, della legge 92/12 che ha introdotto a carico delle imprese il contributo sul licenziamento (poi rinominato ticket, con un importo variabile fino a quasi 1.500 euro per lavoratore a seconda dei requisiti di anzianità maturati), senza prendere in debita considerazione quei settori in cui già esiste una clausola sociale a tutela dei lavoratori che prevede, nei casi di cambio appalto, che tutto il personale impiegato venga riassorbito dall’azienda subentrante.
Un’ottima notizia, insomma. Tanto più che sulla questione c’è stato, fin da subito, un compatto accordo fra la parte datoriale e quella sindacale, come dimostrato dai ripetuti appelli congiunti. E così, dopo il provvisorio esonero triennale previsto dalla stessa legge istitutiva del contributo, ed una proroga annuale di tale esonero arrivata “in tempo di recupero” con il decreto “proroga termini” del 2016, ora arriva la definitiva eliminazione di una vera e propria tassa iniqua che avrebbe potuto mettere in difficoltà migliaia di imprese.