Nel pacchetto di emendamenti alla Legge di Bilancio 2017 presentati il 10 novembre scorso dal Ministero del lavoro ce n’è uno che farà felici le imprese, almeno per un altro anno. Vi si prevede infatti di esonerare anche per il 2017 dal pagamento della tassa di licenziamento il datore di lavoro che assicura comunque la prosecuzione del rapporto di impiego dei lavoratori grazie alle clausole sociali contenute nei Contratti collettivi, come è il caso dell’articolo 4 del Ccnl multiservizi. Sul web girano anche le cifre: sarebbero 38 i milioni che il Governo è pronto a mettere sul piatto per coprire i mancati introiti di una tassa considerata da associazioni datoriali e sindacati iniqua, e senza dubbio molto gravosa per il datore che opera in un settore “labour intensive”, perché può arrivare anche a 1.400 euro per lavoratore (pensiamo a cambi d’appalto che coinvolgono 50, 100 o più dipendenti e il calcolo è presto fatto). Sembra avviarsi verso una positiva soluzione, ancorché di nuovo soltanto temporanea, di un problema molto sentito dalle imprese.
Intanto, però, c’è chi continua a chiedere, giustificatamente, un intervento più strutturale. Come si ricorderà, nemmeno un mese fa le associazioni datoriali e organizzazioni sindacali, in un appello congiunto, hanno chiesto un’audizione alle Commissioni parlamentari Lavoro di Camera e Senato per modificare la “Legge Fornero” e scongiurare il rischio con un intervento che non si limiti a una proroga dello status quo, ma sia davvero strutturale. In particolare le associazioni datoriali Agci Servizi, Federlavoro e Servizi, Legacoop Servizi, Anip Confindustria e Unionservizi Confapi, congiuntamente con le OO.SS. di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltrasporti-Uil, con una lettera firmata dai presidenti delle associazioni e dai segretari generali dei sindacati datata 17 ottobre 2016, chiedono ai presidenti dell’11ma Commissione Permanente Lavoro e Previdenza Sociale del Senato e della Camera dei Deputati “un’audizione per rendere esplicite le proprie riflessioni” sulla necessità di una modifica legislativa all’art. 2 co. 34 della “Legge Fornero” 92/2012, laddove si prevede il cd. “ticket licenziamento” anche nei casi di cambio d’appalto. Una previsione che, si legge nel documento congiunto “stante l’attuale quadro normativo, rischia di penalizzare oltremodo il settore rappresentato inficiando le procedure previste dal vigente Ccnl che prevede apposita clausola sociale per la continuità occupazionale nei cambi d’appalto”. Nella lettera si mettono in evidenza i “punti critici” e le iniquità di una tassa che metterebbe in ginocchio migliaia di imprese. Ecco il documento completo.