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Sicurezza: possibile aggiornare le prassi anti-Covid

Le imprese possono (anzi, dovrebbero), aggiornare i protocolli anti-Covid a seconda della propria organizzazione, stando al passo con le tecniche e metodologie più recenti e in grado di assicurare le migliori garanzie di salute e sicurezza. Ad esempio, come specificato dalla recente circolare dell’8 gennaio 2021 del Ministero della Salute, in molti casi potrebbe essere indicato prevedere nei protocolli e ricorrere a test antigenici. Il suggerimento potrebbe essere quello di programmare e concordare con il MC – Medico Competente un calendario di indagini diagnostiche mirate.

Nel nostro settore un caso emblematico può essere quello delle trasferte, o del lavoro in cantieri della committenza (fattispecie prevista dall’articolo 26 del dlgs 81/08), con possibili contatti tramite soggetti asintomatici e pre-sintomatici: un rischio che per evidenti ragioni non può essere contrastato semplicemente applicando le sole misure di prevenzione e individuate dal paragrafo 2 del Protocollo del 24 aprile (la ben nota misurazione della temperatura corporea). Facendo uso di test antigenici, invece, il rischio di contagio potrebbe essere contenuto nel modo che oggi si ritiene più efficace. In caso di trasferte o rischi interferenziali, si potrebbe addirittura prevedere l’impiego del test antigenico come condizione essenziale per lo svolgimento della mansione.

Alla base c’è un’attenta lettura dell’ormai noto “Protocollo del 24 aprile”, più tecnicamente il “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” contenente le principali raccomandazioni per imprese e lavoratori messe nero su bianco da Governo, OO.SS. e associazioni imprenditoriali il 14 marzo e integrate il 24 aprile 2020. Il documento consente di soffermarsi su un passaggio molto utile alle imprese di pulizia/ servizi integrati/ multiservizi, un settore ad alta incidenza di manodopera in cui le trasferte e il lavoro presso committenza sono all’ordine del giorno, con tutte le possibili ricadute in termini di contatti e rischio contagi.

Nel Protocollo si legge infatti, fra l’altro, che “le imprese adottano il presente protocollo di regolamentazione all’interno dei propri luoghi di lavoro … e applicano le ulteriori misure di precauzione da integrare con altre equivalenti o più incisive secondo le peculiarità della propria organizzazione”: una previsione che fa salva l’aggiornabilità dei protocolli sanitari aziendali, in linea con gli articoli 2087 Cod. Civ. e 29, comma 3 del TU Sicurezza.

Per fare questo occorre naturalmente aggiornare i protocolli (e, in parallelo, eventuali Duvri): una possibilità lasciata aperta, anzi caldeggiata dalla normativa.

 

Link Protocollo 24 aprile 2020

Link Circ. Min Sal 8 gennaio 2021

 

 

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