La denuncia arriva dall’Inl, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che recentemente ha divulgato dati allarmanti sui cosiddetti “falsi appalti”. Sarà effetto della crisi, fatto sta che gli ispettori hanno rilevato che, nell’ultimo biennio, i casi di esternalizzazione attraverso appalti non genuini sono cresciuti del 49%. Un numero da record, che con ogni probabilità è effetto dell’onda lunga della crisi economica che spinge sempre più committenze a “liberarsi” di costi fissi.
Spesso, così, avviene che le committenze, alle prese con momenti non facili, decidano di acquisire prestazioni di lavoro attraverso appalti fittizi, esternalizzando servizi, come quelli di pulizia o manutenzione, ma solo in apparenza, per poter contare su costi variabili ed evitare più onerose assunzioni di personale in pianta stabile.
Questi dati suggeriscono una breve riflessione che riguarda molto da vicino il settore delle imprese di pulizie/ servizi integrati/ multiservizi, sempre alle prese con lo spettro dei cosiddetti “appalti spuri” o non genuini, quelli cioè dove mancano le tre caratteristiche essenziali di un appalto reale: mezzi propri, rischio d’impresa, autonomia direttiva e organizzativa.
Quante volte, infatti, succede che un’impresa venga chiamata da un committente per svolgere servizi continuativi in cui il personale dell’impresa si trova, di fatto, ad operare alle dipendenze della committenza e, magari, anche con mezzi e strumenti della stessa? Attenzione, dunque, perché caso come questo sono sempre più nel mirino dell’Ispettorato del Lavoro, che ha annunciato una massiccia attività di contrasto già a partire dai prossimi mesi.