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Il libro “La via della pulizia. Per migliorare gli individui, le imprese e la società”

I 5 benefici del pulito

Va bene che la pulizia è importante, va bene il valore assoluto del pulito, va bene l’equazione pulizia=onestà, ma che addirittura il Buddha, quello storico (566-486 a.C.), si sia dato pensiero due millenni e mezzo fa di enumerare i meriti del pulito, questo ci sembra addirittura esagerato. Eppure è così, parola di Hidesaburo Kagiyama, che lo scorso 29 maggio ha presentato a Brescia il suo secondo libro tradotto in italiano: Sojido, “La via della pulizia” (Compagnia della Stampa, 2014), in un interessante dibattito dal titolo “Oggi cleaner, domani leader”, a cui han preso parte anche Tamiharu Kamei, presidente System Japan e allievo di Kagiyama, Toni D’Andrea, Ad di Afidamp Servizi e Vittorio Mascherpa, di Formazione Umana Globale. Cinque, secondo Siddharta Gautama, sono i meriti della pulizia, “laddove per meriti si intendono i benefici che riusciamo ad ottenere come risultato di una buona condotta”. Ci sembra, questo pensiero che chiude il capitolo 2 (Un cuore che si occupa alla perfezione della pulizia), la chiave di partenza per cercare di addentrarci di nuovo nell’universo Kagiyama. Vediamoli dunque uno a uno, questi pensieri del Buddha, con i commenti del maestro giapponese del “Toilet cleaning management”:

Il proprio cuore viene purificato.
Non ho mai sentito che il cuore di qualcuno si sia corrotto nel fare le pulizie. Anche le persone il cui cuore è considerevolmente corrotto e inquieto, facendo le pulizie diventano di carattere gentile e mite.

L’idea, tipica anche della filosofia antica occidentale (gli stoici dicevano qualcosa di simile), è quella che le abitudini esteriori e i comportamenti, poco a poco, siano in grado di cambiare anche il nostro carattere e il nostro approccio al mondo. Un caposaldo del pensiero di Kagiyama, che si applica senz’altro anche alla gestione aziendale: per migliorare individui, imprese e società la strada è quella di iniziare dai piccoli cambiamenti quotidiani. Piccoli risultati con grandi sforzi. E se all’inizio non tutti capiscono, col tempo si arriva a migliorare le organizzazioni, e non solo noi stessi.

Si può purificare persino il cuore degli altri.
Non ci sono persone che si arrabbino nel vedere altri che fanno le pulizie. La quasi totalità delle persone, pur non arrivando ad attaccare bottone, riesce a fare un cenno di saluto.

“Molti miei dipendenti –ricorda Kagiyama, che in 40 anni è riuscito a costruire un impero quasi dal nulla (è il proprietario della Yellow Hat, azienda di forniture per auto e moto con 500 filiali in tutta l’Asia, quotata in prima fascia alla Borsa di Tokyo) per il primo anno mi guardavano con stupore mentre io, che ero il loro capo, pulivo le toilette a mani nude. Alcuni mi disprezzavano, mi passavano sopra, orinavano accanto a me. Ma poi, piano piano, hanno iniziato a capire e, sempre col tempo, hanno iniziato a fare come me.

L’ambiente circostante si anima e si rallegra.
Se si pulisce alla perfezione una strada completamente coperta dall’immondizia, quel luogo comincia ad animarsi. Sembra quasi che anche gli edifici intorno nascano a vita nuova.

Senza scomodare la teoria (occidentalissima) della “finestra rotta”, Kagiyama, nel presentare il suo secondo libro, ha mostrato orgoglioso un’immagine che lo ritrae chino sotto il diluvio a pulire una grata sul ciglio della strada. Sullo sfondo, un autobus arancione che si avvicina. “Vedete quell’autobus?”, spiega. Io non conosco l’autista, non l’ho mai visto in vita mia. Eppure quando è passato accanto a me ha rallentato per non bagnarmi e mi ha fatto un cenno di saluto. Cerchiamo di capire: facendo le pulizie cosa succede? Il primo effetto è che rendo il mondo meno sporco, è chiaro. Ma il punto centrale è che gli altri vedono che io mi sto impegnando per loro. E il solo rendersene conto, già di per sé, li rende migliori. Questo vale per strada e vale in azienda. E rende le aziende migliori anche se, come ha correttamente ammonito D’Andrea in chiusura dell’appuntamento bresciano, “bisogna distinguere il valore filosofico della pulizia, intesa come componente di una più ampia visione manageriale, con i contenuti tecnici di quel cleaning che noi, da sempre, ci adoperiamo per sviluppare e promuovere”.

Si crea ordine sia nelle cose che nel cuore delle persone intorno a noi.

Il creare ordine per i giapponesi è poco meno che una “mania”. In senso buono, naturalmente. Insomma, dove sono nate le arti marziali, che insegnano addirittura di “picchiarsi ordinatamente”? Però il punto è un altro: il disordine, nelle aziende ma anche nelle nostre vite, significa il più delle volte confusione anche mentale, e improduttività. Ci sono ricerche che hanno stimato che prima di iniziare ogni lavoro si perdano almeno 10 o 15 minuti a cercare le cose (o i files sul pc) di cui abbiamo bisogno. Con grande spreco di energie e risorse, oltre che di tempo. Un concetto su cui Kagiyama torna di frequente mostrando le immagini di aziende perfettamente linde e ordinate, dalle scrivanie ai magazzini, e anche nei reparti produttivi dove ti aspetteresti di trovare pavimenti sporchi, ingranaggi unti e scarti ovunque. “Se ci abituiamo a fare ordine fuori, inevitabilmente ci sarà più ordine anche dentro di noi, e in quello delle persone che ci stanno intorno”. Un altro concetto su cui il maestro giapponese torna spesso e volentieri è quello della necessità di pensare agli altri. “L’uomo che sa pensare agli altri, e sa mettere a loro disposizione le proprie qualità, smette di essere bambino, esce dall’egoismo e rende il mondo migliore”, ammonisce Kagiyama parlando di un libro che individua nella pulizia una strada, una filosofia non più solo aziendale (come in Toilet cleaning management), ma di vita in senso lato.

Il quinto beneficio del soji (pulizia) è decisamente più mistico:
Dopo la morte, si ha la certezza di un’altra vita in cielo.
Su questo, neppure Kagiyama si esprime: “Riguardo a questo quinto punto –ammette- non c’è nulla che io possa dire poiché neanch’io, in verità, ho già fatto quest’esperienza. Posso però confermare che, fino al quarto punto, è esattamente come ha detto il Buddha”.

Ma ci sono anche le “5 S…”

Magia del numero 5: cinque benefici del pulito, cinque vantaggi che ci sembra facciano un po’ il paio con le famose “5 S” conosciute in tutto il mondo. “Ma è stato davvero compreso il loro reale significato?”.

Proviamo ora a ripassare da capo l’argomento delle “5 S”, un esercizio che è molto utile a tutti quelli che gestiscono le aziende:

Si parte dal Seiri (separazione): in questo caso ci si riferisce alla necessità di separare le cose che servono da quelle che non servono, che andranno buttate. Morale: le cose inutili vanno buttate e quelle utili vanno impiegate nel miglior modo possibile.

Viene poi il Seiton (sistemazione): bisogna mettere chiunque in condizione di trovare le cose necessarie, in qualsiasi momento, e fare in modo che esse siano sempre utilizzabili. A tale scopo, bisogna definire e indicare con esattezza, usando le didascalie, la loro ubicazione. Se si svolgono alla perfezione le attività di separazione e sistemazione cominceranno ad aumentare sia il rendimento che l’efficienza sul lavoro.

Passiamo al Seiso: pulizia, nel senso di “passare all’azione”. Pulizia significa pratica. Si tratta di utilizzare direttamente le proprie mani e i propri piedi, e il corpo tutto. Se si pratica alla perfezione la pulizia, comincerà ad aumentare la qualità del proprio lavoro.

Seiketsu significa “strutturazione”: occorre mantenere nel tempo la situazione per la quale separazione, sistemazione e pulizia sono fatte come si deve. Inoltre è necessario creare un sistema che non causi sporcizia e non porti al disordine. Se si mette in atto una buona strutturazione e standardizzazione, si acquisirà la capacità di elaborare idee geniali e di attuare migliorie.

Infine ci vuole Shitsuke (disciplina): non si tratta di svolgere le attività di sistemazione, separazione, pulizia e strutturazione perché ci sono delle direttive o degli ordini, o ancora perché sono dettate da regole o obblighi esterni, ma bisogna assimilarle come se fossero abitudini. Se la disciplina attecchisce veramente sul posto di lavoro, di sicuro lo spirito aziendale migliorerà.

Onegai shimasu, sensei Kagiyama.

Casa editrice La Compagnia della Stampa Massetti Rodella Editori

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