Sono passati già quattro mesi dall’avvio del sistema del Durc interno e ancora domina la confusione. Il sistema del DURC interno, vale la pena ricordarlo, prevede l’invio di una comunicazione di preavviso da parte dell’Inps il 15 di ogni mese nel cassetto previdenziale dell’azienda. Il sistema, molto immediato, è quello dei “semafori”:
• semaforo verde, l’azienda ha diritto ai benefici fiscali e contributivi;
• semaforo giallo con invito a regolarizzare la posizione entro 15 giorni (fine mese);
• semaforo rosso, se la posizione non viene sanata e per il mese a cui si riferisce l’azienda non ha benefici.
Ma è proprio questo sistema dei “semafori” che continua a fare acqua da molte parti, almeno stando all’allarme lanciato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro”, che in un comunicato del 3 novembre scorso denuncia alcune inefficienze del sistema:
L’Istituto, nonostante le citate segnalazioni di criticità, ha lo stesso inviato le PEC con i preavvisi di accertamento del mese di giugno, salvo poi emettere un messaggio con il quale ha preannunciato l’invio di un’altra PEC che ne annullava l’efficacia. Tali preavvisi PEC, che rimandano al cassetto previdenziale per determinare esattamente il debito da regolarizzare, non contengono l’indicazione che tali debiti sono privi del calcolo delle sanzioni. Le aziende che hanno pagato, pertanto, solo la sorte capitale, ora scoprono che sono ancora ritenute irregolari ai fini dell’art. 1, c. 1175, l. n. 296/06. In questi giorni nell’evidenza rettifiche del cassetto previdenziale, sono comparse note relative al 2014 emesse ai sensi del predetto art. 1, cit., con scadenze a partire dal prossimo 14/11, ma senza che le aziende abbiano ricevuto il preavviso telematico che invita alla regolarizzazione nei quindici giorni”. “L’Istituto – si legge ancora nel comunicato dei Consulenti del lavoro – è rimasto fermo due anni per via di una reingegnerizzazione dei propri sistemi interni, ma a maggio scorso è partito con le notifiche Pec per il Durc interno, nonostante il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro suggerisse prudenza perché era evidente che il sistema necessitava di un robusto rodaggio”.
Ed ecco, punto per punto, le criticità rilevate, che pottrebbero mettere seriamente a rischio i sonni delle imprese:
– per quanto riguarda il Durc interno, i primi “semafori rossi con lucchetto” non hanno tenuto conto di eventuali dilazioni amministrative.
– L’invio delle Pec di maggio conteneva un errore che ha depistato diversi soggetti interessati: nell’evidenza delle cartelle esattoriali, il mese di competenza in realtà indicava la data di notifica.
– Le sedi provinciali dell’Inps sono rimaste indecise sul da farsi, proprio in virtù di queste situazioni controverse.
– Il conteggio dei termini (in particolare il dies a quo e dies ad quem) per calcolare i quindici giorni utili per la regolarizzazione, non risponde ai normali canoni civilistici.
– L’Istituto, nonostante le citate segnalazioni di criticità, ha inviato le Pec, con i preavvisi di accertamento del mese di giugno, ma poi ha preannunciato l’invio di un’altra PEC che ne annullava l’efficacia.
– I preavvisi Pec non contengono l’indicazione che tali debiti sono privi del calcolo delle sanzioni. Le aziende che hanno pagato solo la sorte capitale adesso scoprono che sono ancora irregolari ai fini dell’art. 1, c. 1175, l. n. 296/2006.
– In questi giorni sono comparse all’improvviso note relative al 2014 emesse ai sensi dello stesso art. 1, con scadenze a partire dal 14 novembre , ma le aziende non hanno ricevuto alcun preavviso telematico che invita alla regolarizzazione nei quindici giorni.
In conclusione: i Consulenti del Lavoro ritengono che, per non creare complicazioni agli imprenditori, sia necessario rimandare ancora gli effetti della procedura Durc interno finché non sia definitivamente completato il processo di reingegnerizzazione e non siano state effettuate le opportune verifiche con la Direzione Generale dell’Istituto. A proposito di Inps: nei giorni scorsi è arrivata la replica dell’Inps di Treviso, che parla di “allarme infondato per ciò che riguarda la partecipazione delle imprese alle gare d’appalto. Secondo la direzione provinciale trevigiana, infatti, “si confonde la tematica del Durc interno con la certificazione di regolarità contributiva necessaria per partecipare a gare di lavori pubblici o ottenerne il pagamento. Invero le note di rettifica non vengono considerate ai fini del rilascio del documento di regolarità, in quanto per lo stesso vengono in considerazione solo i debiti definitivamente accertati e non le situazioni che attendono di essere sanate”. Le imprese, insomma, non rischierebbero l’esclusione dalle procedure di gara. Senza dubbio, però, i disservizi ci sono e dovranno essere superati.