Le buone abitudini, si sa, non devono interrompersi. E così, nel corso dell’ultima edizione di Ecomondo a Rimini, è stata presentata la nuova analisi “La gara che verrà. Sostenibilità nei sistemi di pulizia professionale”, indagine sui disciplinari di gara nei bandi di pulizie professionali realizzata da Fondazione Scuola Nazionale Servizi.
Focus sull’attribuzione dei punteggi
Entriamo subito nel dettaglio. La raccolta di dati e informazioni rispetto alle ultime tendenze in atto nel mondo degli acquisti pubblici che periodicamente la Fondazione produce hanno permesso di approfondire un aspetto specifico del sistema di approvvigionamento dei servizi: quello dell’attribuzione dei punteggi di gara, nel caso peculiare delle gare di appalto nelle pulizie professionali.
Quali novità nel dopo pandemia?
In particolare, si è scelto di verificare se, nelle gare bandite negli ultimi due anni, successivi allo scoppio della pandemia, emergevano elementi peculiari e di novità rispetto alla costruzione di un progetto di servizio di sanificazione e quanto della “lezione del Covid” era stato assorbito nella progettazione delle gare. Questo rende l’analisi ancora più interessante, perché consente un raffronto immediato fra diversi scenari mettendo in luce l’evoluzione delle dinamiche di attribuzione dei punteggi.
Criteri e sub-criteri: quali “desiderata” per le committenze?
L’analisi, in sostanza, si è concentrata sui criteri e sub-criteri di attribuzione dei punteggi per l’offerta tecnica presenti nei disciplinari di gara. La scelta non è casuale: infatti è proprio nei disciplinari che possiamo cogliere i “desiderata” della committenza, e se è vero che è dal disciplinare che emergono le necessità delle PA, è innegabile l’analisi dei disciplinari ci dica molto su dove ci stiamo muovendo e su come sarà, appunto, “la gara che verrà”.
Focus pulizie civili: sotto la lente 88 gare
Il focus presentato a Rimini si è incentrato sulle pulizie civili, con l’analisi di 88 disciplinari di bandi pubblicati dal settembre 2021 all’agosto 2023 e con una base d’asta superiore a 1 milione di euro. Venendo a un’analisi più di dettaglio, nelle pulizie civili sono stati ben 1.65 i sub-criteri analizzati (in 42 tipologie e 13 criteri complessivi di valutazione), per un totale di 6.526 punti totali e 73.02 di media punti per disciplinare.
I criteri? Per tre quarti discrezionali
Si scopre ben presto che a fare la parte del leone sono i criteri discrezionali (76%), seguiti da tabellare (18%) e quantitativo (6%).
Ma questa non è che la “punta dell’iceberg”: addentrandoci ancor di più, possiamo infatti notare che ad ottenere il maggior punteggio sul totale in termini percentuali (intorno al 18%) sono i criteri afferenti alla sostenibilità ambientale, se si sommano i criteri relativi alle certificazioni ambientali, alle attività a sostegno della riduzione dei consumi e alle caratteristiche tecniche dei prodotti, macchinari e attrezzature, relativi appunto al loro impatto ambientale.
Dalla tracciabilità alla sostenibilità sociale
Proseguiamo: la tracciabilità, il controllo e la gestione operativa del servizio assegnano punteggi per oltre il 15% del totale dell’offerta tecnica ciascuno. A seguire il sistema organizzativo e le migliorie. Molto vicini, tra il 7 e l’8%, i criteri legati alla qualità dei prodotti, macchine e attrezzature e alla formazione.
Ma la sostenibilità non è solamente ambientale: un discorso a parte merita il tema della valutazione dei criteri di sostenibilità sociale, soprattutto se lo si studia dal punto di vista temporale; ecco, infatti, che si nota come la sostenibilità sociale sia un elemento che emerge sempre più come criterio valutativo (circa il 7% dei punti), anche attraverso la richiesta di specifiche certificazioni.
Certificazioni, sicurezza ed etica d’impresa
Interessante è il focus realizzato sulle certificazioni richieste nel sistema premiante della gara dove quelle riferibili alla sostenibilità ambientale raccolgono circa il 40% dei punti assegnati alle certificazioni. La sicurezza Ohsas 18001/ Uni 45001 “vale” oltre 24 punti percentuali, mentre cresce senza dubbio, presso le committenze, la percezione dell’importanza della legalità e dell’etica di impresa (Sa8000 e Rating legalità si collocano sopra il 25% totale).
Torniamo… al prezzo
Una nota a parte merita la sezione di analisi dedicata alle formule di attribuzione del punteggio sul prezzo, che per chi ha buona memoria rappresenta una delle ragioni che, fin dall’idea iniziale del progetto, avevano spinto Scuola Nazionale Servizi a intraprendere questo tipo di indagine.
Ebbene, da qui arrivano importanti conferme: l’analisi delle formule più utilizzate sembra sfatare, almeno in parte, la narrazione a volte “autoassolutoria” del prevalere del prezzo più basso sempre e comunque, anche nelle formule OEV (Offerta economicamente più vantaggiosa), in cui, sappiamo, l’elemento qualità dovrebbe avere la prevalenza. Ora, nell’ambito delle 4 formule analizzate è stata riscontrata una prevalenza del raffronto tra ribassi (34,48%), seguita dalla bilineare (25,29%), dalla quadratica (21,84%) e dalla proporzionale (18,39%).
Narrazioni e realtà
Come già emerso in occasione della precedente edizione dell’indagine, non sembra dunque esserci quel paventato schiacciamento sull’elemento prezzo che spesso si sente raccontare. Piuttosto il tema di fondo, a nostro giudizio, sembra essere quello di basi d’asta troppo basse ed incongrue rispetto alle attese di un servizio di qualità che invece costringe le imprese a sacrificare quest’ultima a favore di prezzi sempre più bassi.
Elementi confortanti
Più in generale possiamo osservare che pur essendoci delle criticità, non possiamo non notare alcuni elementi positivi che emergono dall’analisi dei disciplinari.
Tra questi ultimi il tema della sostenibilità ambientale, l’importanza che viene data all’aspetto dei controlli e la centralità dell’organizzazione e del sistema operativo dell’impresa.
Migliorabile la comunicazione
Ancora migliorabili gli aspetti legati alla comunicazione, criterio che se per altri settori, come quello della ristorazione, appare centrale nella valutazione del servizio, nel settore della sanificazione ancora non riesce ad emergere come elemento premiante.
Resta il rammarico di vedere come la formazione e la qualificazione delle imprese non ricevano il giusto riconoscimento in termini di punteggi. L’auspicio è che, con l’entrata in vigore del nuovo Codice e la rinnovata attenzione al risultato e alla strutturazione di un rating di professionalità delle imprese, si possa finalmente arrivare a valorizzare in sede di attribuzione dei punteggi le aziende che investono nella crescita professionale dei propri dipendenti.
di Vittorio Serafini