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Contratti a termine: attenzione al nuovo metodo di conteggio

Tra le numerose novità apportate dal Jobs Act, e in particolare dall’applicativo 81/15, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale n.144 del 24 giugno e in vigore dal 25 giugno, si segnala anche quella, molto importante per le imprese, relativa ai criteri di computo dei lavoratori a tempo determinato. All’articolo 27, in particolare, viene introdotto il concetto del “numero medio mensile” di lavoratori, che si sostituisce al criterio di calcolo “puntuale”.

Leggiamo dunque il disposto della legge:

Art. 27 Criteri di computo
1. Salvo che sia diversamente disposto, ai fini dell’applicazione di qualsiasi disciplina di fonte legale o contrattuale per la quale sia rilevante il computo dei dipendenti del datore di lavoro, si tiene conto del numero medio mensile di lavoratori a tempo determinato, compresi i dirigenti, impiegati negli ultimi due anni, sulla base dell’effettiva durata dei loro rapporti di lavoro.

La modifica è chiara: alla luce di quanto qui previsto, ogni dipendente a tempo determinato non conta più automaticamente come una unità, ma il numero dei dipendenti a termine viene calcolato in base al numero medio di lavoratori a t.d. impiegato negli ultimi due anni, e ciò vale per l’applicazione di qualsiasi disciplina legale o contrattuale per la quale sia rilevante il computo dei dipendenti.
La norma appare importante per le imprese (soprattutto quelle ad alto contenuto di manodopera) per via delle sue ricadute in vari ambiti: ad esempio quello della contribuzione, del costo del lavoro, degli ammortizzatori sociali. Ma non solo: i nuovi criteri incideranno anche sui limiti dimensionali delle piccole imprese, delle imprese artigiane, sulle assunzioni sostitutive legate ad assenze per maternità/paternità, su Cigs/mobilità, sulla modalità di nomina del Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, disciplinata come è noto (art. 47 dlgs 81/08), diversamente a seconda che l’azienda impieghi fino a 15 dipendenti o più. Facciamo un esempio, tratto dal Sole 24 Ore del 16 luglio scorso: un’impresa che negli ultimi sei mesi abbia impiegato 16 lavoratori, di cui 3 a t.d. con un contratto rispettivamente di 10, 9 e 7 mesi, sulla base del vecchio sistema impiegava comunque 16 lavoratori. Stando al nuovo criterio, invece, l’operazione da fare è prendere in considerazione i 3 impiegati a t.d., sommare le durate dei relativi contratti (10+9+7) e dividere il risultato (26) per 24 (n° mesi del biennio da considerare per la media): il risultato (1,08) arrotondato all’unità lavorativa, fa sì che l’impresa risulti impiegare solo 14 dipendenti, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista legale e contrattuale.

Link Decreto 15 giugno 2015 n. 81

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