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Consip lancia il sistema di monitoraggio degli appalti

E c’è di più: monetizzando, si scopre che a settembre 2017, il valore dei contratti “bloccati” da ricorsi dei fornitori è di 2,6 miliardi di euro, pari allo 0,2% del PIL nazionale. Un dato allamante (inutile nascondersi dietro a un dito), che ha spinto Consip ad avviare un nuovo sistema di controllo e monitoraggio su un aspetto particolarmente critico delle gare bandite per le pubbliche amministrazioni – la gestione del contenzioso – i cui risultati sono disponibili da oggi su www.consip.it e saranno aggiornati con cadenza periodica.

L’osservazione dei ricorsi notificati dagli operatori economici negli ultimi 6 anni (2012-2017) evidenzia un quadro di incertezza, aggravatosi nel tempo, che si traduce nell’economia reale in “contratti bloccati”, ovvero amministrazioni che non acquistano e imprese che non vendono. In termini di numeri, il contenzioso in corso tiene fermi 2,6 miliardi di euro di possibili transazioni tra amministrazioni e imprese. Lo 0,2% del Pil nazionale.

Il monitoraggio mette in luce che, nel periodo 2012-2017, sono stati notificati a Consip 547 ricorsi da parte di 265 ricorrenti. Di questi ricorsi, 190 risultano ancora pendenti. In altri termini, il 35% delle “questioni” sollevate dalle imprese devono essere ancora risolte.

Le iniziative con maggior numero di contenziosi sono concentrate nei settori “pulizia e facility management”, “ict”, “rifiuti”, “servizi energetici”, dove 93 ricorrenti hanno presentato 225 ricorsi dei 547 totali (i restanti 172 ricorrenti hanno presentato 322 ricorsi).

Per quanto riguarda gli esiti – analizzando i soli ricorsi “passati in giudicato”, ovvero dove il procedimento è arrivato a una conclusione definitiva (tempo medio di risoluzione pari a circa 14 mesi) – Consip ha una percentuale di successo del 75%, ovvero 3 pronunce su 4 si sono risolte con esito positivo.

Tutto questo si traduce in maggiori costi per lo Stato per ritardi e diseconomie di sistema, minore conformità alla disciplina vigente per effetto delle (conseguenti) proroghe tecniche, e servizi meno efficienti per i cittadini.

Nonostante le difficoltà che il contenzioso comporta nell’operatività di Consip, l’azienda conferma l’andamento positivo della gestione, che – anche a seguito della definizione di nuovi modelli produttivi – consentirà di raggiungere a fine 2017 risultati migliori dell’anno precedente.

Ma pur prendendo atto di quanto affermato dalla Centrale d’acquisto nazionale non si può fare a meno di riflettere su un punto: d’accordo la “naturale” propensione al contenzioso di alcuni soggetti e settori, d’accordo la delusione per non aver vinto, d’accordo l’estrema complessità del sistema, ma ammesso e non concesso che tutto ciò si vero, non si può anche pensare che, in fondo, a fronte di un numero così elevato di contenziosi qualcosa di “rivedibile” stia anche nel manico?

Fuor di metafora, non è che l’eccessiva chiusura al “favor partecipationis” emersa nelle “megaconvenzioni” e già più volte finita nel mirino dei due livelli della magistratura amministrativa con pronunciamenti anche definitivi, abbia in qualche modo “avvelenato” la concorrenza, magari creando l’effetto opposto a quello perseguito, cioè la proliferazione di liti e contenziosi?

www.consip.it

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