Tempo fa analizzammo le ricadute del “collegato ambientale” (221/2015, pubblicata in Gu il 18 gennaio di quest’anno) sul settore degli appalti, sottolineando le grandi opportunità per le imprese attente al green e alla sostenibilità. Ora è il momento di fare la stessa cosa con l’aggiunta di quanto disposto (o recepito) dal nuovo “codice degli appalti”, Dlgs 50/2016 in vigore dal 19 aprile. Quest’ultimo provvedimento, che ha recepito quelli precedenti, delinea un quadro sempre più restrittivo sia per le imprese, sia per le amministrazioni in fatto di attenzione alla compatibilità ambientale. Le nuove norme, infatti, prevedono l’obbligo per le pubbliche amministrazioni, incluse le centrali di committenza, di contribuire al conseguimento degli obiettivi ambientali, attraverso l’inserimento nei documenti di gara delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei decreti ministeriali sui CAM (Criteri Minimi Ambientali), adottati in attuazione del Piano di Azione Nazionale (PAN-GPP). E c’è una importante novità che non potrà che far piacere alle imprese. Infatti la nuova formulazione dell’art. 103, comma 1, del nuovo Codice, estende anche alla garanzia definitiva le riduzioni inizialmente previste solo per la garanzia provvisoria: “Alla garanzia di cui al presente articolo si applicano le riduzioni previste dall’articolo 93, comma 7, per la garanzia provvisoria”.
Le stazioni appaltanti
Il primo aspetto interessante del Codice riguarda la qualificazione delle stazioni appaltanti, una vera novità del nuovo codice. In particolare, all’art. 34 “Criteri di sostenibilità energetica e ambientale” (che riprende l’abrogato articolo 68 bis del vecchio Codice 163/06), si prevede che:
- Le stazioni appaltanti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e conformemente, in riferimento all’acquisto di prodotti e servizi nei settori della ristorazione collettiva e fornitura di derrate alimentari, a quanto specificamente previsto all’ articolo 144.
- I criteri ambientali minimi definiti dal decreto di cui al comma 1 sono tenuti in considerazione anche ai fini della stesura dei documenti di gara per l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell’articolo 95, comma 6. Nel caso dei contratti relativi ai servizi di ristorazione ospedaliera, assistenziale, scolastica e sociale di cui all’articolo 95, comma 3, lettera a), e dei contratti relativi ai servizi di ristorazione di cui all’articolo 144, il suddetto decreto può stabilire che l’obbligo di cui al comma 1 si applichi anche per una quota inferiore al 50 per cento del valore a base d’asta. Negli altri casi il medesimo obbligo si applica per gli affidamenti di qualunque importo, per almeno il 50 per cento del valore a base d’asta, relativamente alle categorie di forniture e affidamenti non connesse agli usi finali di energia e oggetto dei criteri ambientali minimi, mentre si applica per l’intero valore delle gare, relativamente alle categorie di appalto con le quali si può conseguire l’efficienza energetica 3. Con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare può essere previsto, altresì, l’aumento progressivo della percentuale del 50 per cento del valore a base d’asta indicato al comma 2.
In sostanza vengono valorizzati i Cam (ovviamente nei settori in cui essi esistono, tra cui quello dei servizi di pulizia). In particolare le stazioni appaltanti dovranno inserire nei bandi i Criteri Ambientali Minimi (CAM), relativamente ai prodotti e ai servizi oggetto dei bandi stessi. Il che significa grandi vantaggi per le imprese che operano conformemente ai CAM, anche se, vale la pena di ricordarlo, l’applicazione del nuovo Codice sarà pienamente realizzata solo con la successiva approvazione dei Decreti Ministeriali e delle Linee guida previste dal Codice stesso.
Le imprese
L’analisi del Codice, come modificato dal Collegato ambientale, in vigore dal 2 febbraio scorso (le modifiche, naturalmente, erano al vecchio codice, ma sono state immediatamente recepite nel nuovo), ci porta ora dal lato imprese: anch’esse, dal canto loro, sono soggette a un processo di qualificazione, che oltre al rating di legalità Antitrust prevede anche requisiti sociali, etici e anche ambientali. L’art. 16 del Collegato Ambientale prevede quattro casi di benefici legati all’importo della cauzione:
- una riduzione del 30% per gli operatori economici in possesso di registrazione al sistema comunitario di ecogestione e audit (EMAS), ai sensi del regolamento (Ce) n. 1221/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2009;
- una riduzione del 20% per gli operatori in possesso di certificazione ambientale ai sensi della norma UNI EN ISO 14001;
- una riduzione, anch’essa del 20%, per gli operatori economici in possesso, in relazione ai beni o servizi che costituiscano almeno il 50% del valore dei beni e servizi oggetto del contratto stesso, del marchio di qualità ecologica dell’Unione europea (Ecolabel Ue) ai sensi del regolamento (Ce) n. 66/2010 del Parlamento europeo e del Consiglio;
- una riduzione del 15% per gli operatori economici che sviluppano un inventario di gas ad effetto serra ai sensi della norma UNI EN ISO 14064-1 o un’impronta climatica (carbon footprint) di prodotto ai sensi della norma UNI ISO/TS 14067.
In sostanza il cumulo degli sconti (se si considerano anche quelli, già attivi da tempo, del 50% per le imprese certificate per la qualità – Iso 9001, ad esempio) potrebbe insomma portare all’azzeramento della cauzione sia provvisoria, sia definitiva, proprio in virtù della nuova dicitura inserita nell’art. 103 del decreto 50, quello appunto sulla cauzione definitiva.
Il quadro, dunque, si delinea con sempre maggiore chiarezza, e disegna enormi e decisivi vantaggi per le imprese ecologicamente responsabili. Il tutto, ci sia consentito di ricordarlo, funzionerà tuttavia solo a patto che ci siano adeguati controlli a tutti i livelli della procedura di gara e in particolare dell’esecuzione del contratto (in questo senso fondamentale sarà il ruolo di Dec e Rup).
Un volume per approfondire
Giusto in questi giorni (30 maggio) esce il nuovissimo volume “L’applicazione dei Criteri ambientali minimi negli appalti pubblici. Gli acquisti verdi dopo il collegato ambientale (221/2015) e il nuovo codice degli appalti (50/2016)” di T. Cellura, Maggioli editore, 204 pagine, 30 euro, una guida molto utile per entrare nel dettaglio dei singoli provvedimenti. Tutte le disposizioni (sugli acquisti verdi e sulla obbligatorietà dei CAM) costituiscono una vera e propria rivoluzione nel mondo degli appalti e gli operatori pubblici e privati saranno chiamati a conoscere ed utilizzare gli strumenti di gestione ambientale. Il libro approfondisce nel dettaglio tali strumenti (EMAS e ISO 14.001), le etichettature ecologiche (Ecolabel etc.), le dichiarazioni ambientali di prodotto(DAP), le metodologie di analisi del ciclo di vita (LCA) ed infine presenta il concetto di impronta ecologica dei prodotti (PEF) che, tra l’altro, sarà utilizzata per il nuovo marchio “Made Green in Italy” previsto nel collegato ambientale. Il focus del libro risulta concentrato sui Criteri Minimi Ambientali e sull’impatto che la loro applicazione avrà sul sistema attuale degli appalti pubblici. Un capitolo è dedicato alla conoscenza del GPP; vengono altresì illustrate alcune esperienze regionali riconosciute come virtuose. Oltre agli strumenti predetti, vengono analizzati i Manuali Europei sugli acquisti verdi e le varie direttive, la normativa nazionale, il Piano di Azione Nazionale (PAN GPP). Si illustreranno i CAM, sia di quelli in vigore che quelli in itinere, con commenti e valutazioni ed alcune schede operative. Tutti i contenuti del volume sono aggiornati e commentati alla luce del nuovissimo codice degli appalti da poco emanato (D.Lgs. n. 50/2016). Allegato al volume un Cd-Rom con una selezione della normativa europea e nazionale in materia, i PAN GPP, i CAM attualmente in vigore e documentazione varia selezionata dalle esperienze regionali.