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Allarme imprese: malattie brevi autocertificate

Malattie brevi, potrebbe essere in arrivo una “rivoluzione” preoccupante per le imprese: un disegno di legge (a firma Maurizio Romani, Gruppo Misto) attualmente in discussione in Senato- Commissione Affari Costituzionali, prevede infatti che le malattie fino a tre giorni non debbano più essere certificate dal medico curante, ma possano essere oggetto di autocertificazione da parte del dipendente stesso.

Il testo, motivato -si legge in relazione- dalle troppe certificazioni che stanno letteralmente “inondando” l’Inps, prevede che in presenza di un disturbo che il lavoratore ritiene invalidante ma passeggero, sarà lui stesso, sotto la sua esclusiva responsabilità – a comunicarlo al medico. Quest’ultimo avrà un ruolo di semplice “tramite” per la trasmissione telematica all’Inps che, all’interno del rapporto di fiducia che lo lega al suo paziente, si farà semplice tramite per la trasmissione telematica all’Inps e al datore di lavoro. Il Disegno di Legge ridimensiona anche la disciplina delle sanzioni e pene ai medici: ricordiamo che oggi la normativa prevede che, in caso di assenza dal lavoro, la certificazione del medico curante debba essere trasmessa all’Inps fin dal primo giorno, con l’attestazione dei dati clinici documentati. SEnonché, e questo è uno degli altri motivi del provvedimento, spesso è oggettivamente non semplice, per il medico, attestare e certificare, sotto la propria responsabilità, l’effettiva sussistenza di patologie o malesseri generici come mal di testa, mal di pancia o simili. In questo modo, la responsabilità ricadrebbe interamente sul paziente. Che però troverebbe la “via spianata” alla possibilità di assentarsi dal lavoro.

Comprensibile, alla luce di tutto ciò, la preoccupazione delle imprese, specie nei settori, come il nostro, ad altissima intensità di manodopera: infatti si allargherebbero non poco le maglie per quel “microassenteismo” che interessa da molto vicino le imprese di pulizie/ servizi integrati/ multiservizi. E accanto alle assenze sacrosante (un’indisposizione può capitare a tutti), non si può fare a meno di pensare ai “furbetti” che approfitterebbero di questa ulteriore semplificazione per assentarsi e svolgere un secondo lavoro “in nero”, caso purtroppo piuttosto frequente nel nostro settore. Non a caso proprio il nodo dell’assenteismo è -e non da oggi- fra i problemi più rilevanti in occasione di ogni rinnovo contrattuale. E quest’ultimo non fa eccezione.

Link Atto Senato 2059

 

 

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