Pulizia delle scuole, l’Anac si scaglia contro la proroga degli appalti in essere. Per farlo sceglie la via della segnalazione a Governo e Parlamento, con un documento in cui si chiede un “intervento urgente”. Si tratta, nel dettaglio, della Delibera n. 376 del 2 marzo 2016 – Atto di segnalazione concernente le disposizioni normative che prevedono l’affidamento dei servizi di pulizia, servizi ausiliari e gli interventi di mantenimento del decoro e delle funzionalità degli immobili adibiti a sede delle istituzioni scolastiche e educative, mediante il ricorso all’istituto giuridico della proroga e, più in generale, sul ricorso sistematico alle proroghe normative per garantire la continuità dell’approvvigionamento dei servizi alle amministrazioni pubbliche. Sotto l’indice dell’Anticorruzione ci sono dunque gli appalti per la pulizia degli edifici scolastici, prorogati fino al 31 luglio del 2016. Un provvedimento che, secondo l’Anac, non sarebbe in linea con le regole della concorrenza e il principio di economicità: “Le condizioni economiche alle quali i servizi sono acquistati risultano alterate sotto un duplice profilo: da una parte per la mancata adozione di procedure ad evidenza pubblica per via delle proroghe normative e dall’altra dalla prosecuzione dei servizi a condizioni economiche – quelle della gara Consip – non espresse da un reale un confronto concorrenziale tra le imprese. Oltre a ciò, l’Autorità segnala, ulteriori possibili effetti negativi – di livello più generale – connessi alla non contendibilità del mercato dei contratti pubblici quali, ad esempio, l’assenza di stimoli per le imprese aggiudicatarie ad investire in ricerca e sviluppo per rendersi lealmente competitive nel mercato e il disincentivo alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali derivante dalla percezione di un mercato “chiuso”. In pratica l’Autorità segnala la necessità di un intervento urgente affinché la gestione dei servizi sia ricondotta nell’alveo delle ordinarie procedure di affidamento previste dal Codice dei contratti pubblici e che non si ricorra, per il futuro, all’utilizzo di sistemi derogatori, come le proroghe ex lege, comunque inidonei a risolvere rilevanti problematiche sociali.