Il Brasile negli ultimi dieci anni è stata la nazione più colpita al mondo con quasi 7 milioni circa di casi di infezione di Dengue. Ora l’allarme infezione in occasione dei prossimi mondiali ha conquistato l’interesse della stampa ma le stime diffuse finora sono poco attendibili. Lo sostiene uno studio pubblicato su “The Lancet Infectious Diseases“, che ha calcolato il rischio di focolai di infezione di Dengue nelle 12 città che ospiteranno la coppa del mondo.
Le tre città col rischio maggiore sono risultate Natal, Fortaleza, Recife. Segue Brasília, Cuiabá, Curitiba, Porto Alegre, San Paolo che sono risultate a basso rischio. Infine un qualche rischio di infezione superiore ai livelli medi si registra a Rio de Janeiro, Belo Horizonte, Salvador Manaus. La febbre dengue, più conosciuta semplicemente come dengue, è una malattia infettiva tropicale causata dal virus Dengue. Il virus esiste in quattro sierotipi differenti (DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4) e generalmente l’infezione con un tipo garantisce un’immunità a vita per quel tipo, mentre comporta solamente una breve e non duratura immunità nei confronti degli altri. L’ulteriore infezione con un altro sierotipo comporta un aumento del rischio di complicanze gravi.
La malattia è trasmessa da zanzare del genere Aedes, in particolar modo la specie aegypti. Si presenta con febbre, cefalea, dolore muscolare e articolare, oltre al caratteristico rash simile a quello del morbillo. In una piccola percentuale dei casi si sviluppa una febbre emorragica pericolosa per la vita, con trombocitopenia, emorragie e perdita di liquidi, che può evolvere in shock circolatorio e morte. Non esistendo una vaccinazione efficace, la prevenzione si ottiene mediante l’eliminazione delle zanzare e del loro habitat, per limitare l’esposizione al rischio di trasmissione.
L’incidenza della dengue è cresciuta molto rapidamente a partire dagli anni sessanta, con circa 50-100 milioni di persone infettate ogni anno, e risulta endemica in 110 paesi. L’autore del lavoro sulla rivista edita da Lancet, Rachel Lowe dell’Istituto catalano di Scienze climatiche a Barcellona, sostiene che questo è il primo studio che si basa su tutta una serie di parametri che possono influenzare la trasmissione del virus e fare la differenza nella formazione di focolai di infezione ampi.
Gli esperti hanno usato un modello matematico e incrociato dati climatici come su precipitazioni, temperatura e altri parametri che influenzano la circolazione della zanzare vettore, con altri parametri demografici ad esempio.
È molto utile in vista di un evento globale così sentito disporre di un sistema che in tempo reale permetta di fare previsioni sulla circolazione del virus, del vettore e sul rischio focolai abbastanza ampi da determinare la possibilità, da parte dei tifosi che tornano al proprio paese d’origine, di riportare a casa il virus.
Poiché i viaggi verso tale destinazione aumenteranno durante questo periodo, la vigilanza deve essere mantenuta, anche al fine di aumentare la consapevolezza tra i medici, gli operatori sanitari e le autorità di sicurezza del sangue.
Tutti gli individui che pianificano un viaggio devono cercare dei consigli sui rischi potenziali legati alla loro destinazione e comprendere come proteggere nel migliore dei modi la loro salute e minimizzare il rischio di contrarre una malattia.
Fonte: www.greenreport.it