Le nuove sfide del cleaning professionale in un confronto aperto tra tutti gli attori della filiera a Ecomondo 2023, organizzato da Kyoto Club con il coordinamento di AFIDAMP e con la collaborazione di GSA Il Giornale dei Servizi Ambientali.
Comprendere in quale direzione sta andando il mercato e come rispondere insieme ai cambiamenti in atto, in termini di sostenibilità e di strategia climatica è’ stato il tema del convegno “Sostenibilità nei sistemi di pulizia professionale – La filiera a confronto con il mercato”, che si è tenuto lo scorso 9 novembre a Ecomondo, alla Fiera di Rimini.
Il convegno, organizzato da Kyoto Club con il coordinamento di AFIDAMP e con la collaborazione di GSA Il Giornale dei Servizi Ambientali, ha voluto fare il punto sullo stato dell’arte della sostenibilità nell’area dei servizi di pulizia professionali.
Tutti i relatori presenti hanno infatti evidenziato come la sfida odierna, anche per il mondo delle pulizie professionali, sia proprio quella di lavorare, oltre che sui costi delle materie prime e della formazione, anche sul tema della sostenibilità in termini di processi di produzione e di prodotti proposti.
Una tendenza in atto da tempo, che assume però sempre più importanza, anche per quanto riguarda i criteri di assegnazione delle gare, come ha sottolineato Vittorio Serafini, Presidente di Fondazione Scuola Nazionale Servizi. Secondo un’analisi effettuata sulle gare bandite dal 01/09/2021 al 31/08/2023 da 88 Enti pubblici non sanitari di 17 regioni, che avessero come fulcro del bando la richiesta di servizi di pulizia, emerge, che i nuovi disciplinari privilegiano, nell’assegnazione della gara, la sostenibilità ambientale, che nel secondo biennio (2022/2023) rappresenta il 14,6%; la sostenibilità sociale, che pesa per il 6,57% e anche la fase di controllo, che raggiunge il 16,20%, affiancata alla gestione operativa (18,6%). Un segnale importante di quanto sia necessaria la fase di verifica e monitoraggio, per capire se quanto proposto nelle fasi di aggiudicazione della gara sia effettivamente stato realizzato con le stesse modalità e prodotti. I nuovi disciplinari evidenziano inoltre l’importanza delle certificazioni legate all’impatto ambientale, come la certificazione Ecolabel.
Come ha sottolineato anche Paolo Fabbri, Presidente di Punto 3, oggi le aziende devono prevedere una strategia climatica, ovvero lavorare in un’ottica integrata di rispetto dei valori dell’azienda, dell’ambiente e di trasparenza nei confronti del cliente. Un processo che prende spunto dai CAM, che diventano elemento fondamentale di verifica. Questo aspetto, come ha evidenziato anche l’Avvocato Paolo Cavallo, dello Studio Legale Brugnoletti e Associati, assume un grande valore anche a livello normativo, evidenziando come si cerchi, con il nuovo Codice, di mettere a terra quelle strategie di politiche ambientali finora poco evidenti. Inevitabilmente questo porta con sé anche l’innalzamento della base d’asta, a livello economico, e il conseguente e necessario controllo del risultato.
Un percorso che implica la necessità di creare delle linee guida di riferimento, come AFIDAMP sta facendo, e come ha ben illustrato nel suo intervento Nicola Fabbri, Senior Consultant di Ergo, spin off della Scuola Sant’Anna di Pisa, nel settore delle Lavasciuga pavimenti. L’associazione ha infatti portato avanti il progetto di creazione di una RCP in merito alla certificazione volontaria Made Green in Italy del MASE -Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica-, che permette di valorizzare quelle tecnologie che contribuiscono alla riduzione dell’impatto ambientale. Progetti che sono fondamentali perché consentono di mettere le basi per costruire strategie misurabili, dove entrano in gioco tutti gli schemi potenziali di decarbonizzazione: definizione di baseline, identificazione di target, monitoraggio da implementare.
Tutti elementi che concorrono alla creazione, nel mondo delle imprese, di quella strategia climatica oggetto del convegno, evidenziata anche da Cesare Buffone, Responsabile Analisi LCA e Sostenibilità di Punto 3, che ha sottolineato che già molte aziende hanno preso questa direzione. Secondo un recente studio sono l’11% su un campione di 700 intervistate nel 2023 (fonte_Mid Market Climate Transition Barometer). Attraverso la strategia climatica ogni azienda è in grado di definire più misure sinergiche, come azioni di riduzione della propria impronta di carbonio (ad esempio ricorso a energie rinnovabili, ammodernamento della flotta, economia circolare) e azioni di compensazione volte a bilanciare le emissioni che non è stato possibile evitare. Un valido percorso è anche quello della progettazione eco-compatibile, che implica l’integrazione di valutazioni ambientali all’interno del processo di sviluppo dei prodotti, con l’obiettivo di concepire prodotti con il minimo impatto ambientale durante l’intero arco del loro ciclo di vita.
Come il percorso, sottolineato da Roberto Galli, Presidente dei Distributori e membro del Consiglio direttivo di AFIDAMP, che l’associazione porta avanti da tempo e che fa da sfondo ai nuovi progetti 2024. In questo percorso il ruolo del distributore è fondamentale, perché può e deve diventare sempre di più un consulente per il proprio cliente, aiutandole a compiere scelte sempre più orientate verso una strategia aziendale sostenibile, proponendo le soluzioni migliori in questa direzione. Il distributore, grazie alla propria competenza e alla presenza capillare sul mercato, è quindi un divulgatore di informazioni e anche un valido partner nella fase di controllo e monitoraggio.
Al convegno rilevante anche il contributo di Roberto Berardi, Honorary Chairman European Tissue Symposium, che esplorando il mondo della carta he permesso di sfatare alcuni falsi miti sulla carta, valorizzandola in termini di sostenibilità, permettendo di capire come le singole aziende associate a ETS possano sostenere l’economica circolare in termini di riciclo e recupero dei prodotti.
A moderare e concludere i lavori Angela Pagano, Responsabile delle Relazioni Istituzionali di Kyoto Club, che ha ben evidenziato come la strada intrapresa sia quella corretta, ma che per raggiungere risultati importanti, in rispetto degli obiettivi dell’Agenda 2030, è indispensabile che tutta la filiera operi insieme nella direzione di una strategia d’impresa sostenibile.