HomenewsAmbienteINAIL, infortuni e malattie professionali tra i lavoratori del settore ambiente

INAIL, infortuni e malattie professionali tra i lavoratori del settore ambiente

Realizzare un vero e proprio strumento di prevenzione per rendere i lavoratori del settore ambiente consapevoli dei rischi che affrontano ogni giorno. È questo l’obiettivo dei professionisti e dei ricercatori dell’Inail, impegnati da anni, insieme a Utilitalia (la federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici di acqua, ambiente, energia elettrica e gas) e Fondazione Rubes Triva (organismo paritetico della federazione), nell’analisi statistica degli eventi lesivi del settore e nella diffusione dei risultati, pubblicati in un volume disponibile sul sito dell’Inail.

Il testo, che propone una lettura approfondita del fenomeno infortunistico, è stato redatto dalla Consulenza statistico attuariale (Csa), dalla Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp), dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’Inail e da Utilitalia e da Fondazione Rubes Triva.

L’importanza della consapevolezza del rischio e della prevenzione emerge dai dati dello studio: a fronte di un aumento del 10% degli addetti-anno si è registrata una diminuzione del 5,1% degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail tra il 2013 e il 2017. Un trend coerente con quanto rilevato nell’intero settore dell’igiene ambientale, dove, nello stesso periodo, gli infortuni sono calati del 2%, grazie anche alle attività di tutela della sicurezza promosse negli ambienti di lavoro dall’Inail, da Utilitalia e dalla Fondazione Rubes Triva, regolate da un protocollo d’intesa siglato nel marzo 2018.

Dalle aziende prese in esame, che contano circa 84mila addetti/anno, sono arrivate, nel 2017, 5.348 denunce di infortunio, l’89,8% delle quali relativo a infortuni accaduti in occasione di lavoro, e quasi sempre (93,7% dei casi) senza mezzo di trasporto. Il rimanente 10,2% degli infortuni denunciati è avvenuto, invece, in itinere. Nel Lazio il maggior numero di casi, con 1.127 denunce (il 21,1%), seguito dalla Lombardia con 904 denunce (16,9%), Toscana (12,0%) e Veneto (9,1%). L’83,4% degli infortunati è di sesso maschile, mentre per le donne si registra una percentuale più alta di infortuni in itinere rispetto agli uomini (17,1% contro 8,8%). Per entrambi i sessi, le classi di età più colpite sono 50-64 anni e 35-49, con, rispettivamente, il 44,7 e il 43,9% dei casi. Otto i casi mortali, di cui cinque avvenuti in occasione di lavoro e tre in itinere.

Nel 2017 in Italia sono attive 3.800 aziende che si occupano di servizi di nettezza urbana, compresa la raccolta, con oltre 150mila addetti/anno occupati, che hanno denunciato all’Inail circa 11.400 infortuni sul lavoro. Le imprese associate a Utilitalia del settore ambiente registrate nella voce di tariffa prevalente “Servizi di nettezza urbana” rappresentano il 4% di queste aziende, con circa 56mila addetti/anno e quasi 4.500 casi di infortunio denunciati nello stesso anno, ossia il 39% dei casi dell’intero comparto di igiene urbana italiano. Tali denunce rappresentano l’83% del complesso delle denunce di infortunio delle aziende del settore ambiente associate a Utilitalia.

Le principali nature delle lesioni riportate sono state lussazioni, distorsioni e distrazioni di caviglie, colonna vertebrale, ginocchia e cingolo toracico insieme alle contusioni di mani, ginocchia e cingolo toracico. Le parti del corpo più colpite, invece, indipendentemente dal tipo di natura della lesione, sono risultate le mani (17%), il cingolo e la parete toracica (14%), le caviglie (12%), seguite da colonna vertebrale (11%), ginocchia (11%), cranio (4%), polso e piede, entrambi con il 4%.

Le tecnopatie maggiormente denunciate sono le malattie del sistema osteomuscolare, in primis dorsopatie e lesioni della spalla, causate rispettivamente dalle vibrazioni trasmesse a tutto il corpo dai veicoli e dal sollevamento di carichi pesanti (> 20 kg) e dal lavoro ripetitivo con movimenti irregolari. Denunciate principalmente da uomini (87%) di età compresa tra i 50-64 anni.

Fonte: INAIL

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