La diversità, quando varca le porte aziendali, può diventare un potente driver per lo sviluppo. Differenze di genere, ma anche di età, di provenienza e di background culturale diventano vere e proprie leve competitive, che ogni realtà contemporanea deve saper mettere a valore. La tanto discussa diversity transition, che investirà nel prossimo futuro imprese e organizzazioni, non coglie di sorpresa Polti, dove la valorizzazione del capitale umano è una prassi abituale.
Infatti Polti vuole essere un’azienda inclusiva. Il genere, così come le altre caratteristiche secondo cui vengono identificate le persone, non costituisce mai una barriera d’ingresso. Lo dicono i numeri: la presenza femminile è intorno al 60% (113 donne in totale), i ruoli manageriali di livello più alto sono 12 e 5 sono ricoperti da donne (cui si aggiungono Francesca e Teresa Polti, rispettivamente Direttrice Generale e Amministratore Unico). Diverse, poi, sono le nazionalità – italiana, marocchina, algerina, ucraina, rumena, vietnamita, cinese e beninese -, così come le fasce generazionali, che vanno dai 20 anni fino ai 60, offrendo un parterre di punti di vista ed expertise diversificati e arricchenti, sia a livello sociale che professionale.
Polti ha aderito al progetto “DimiCome – Diversity Management e integrazione: competenze dei Migranti nel mercato del lavoro” segnalato dal sindacato FIM-CISL dei Laghi al referente della Fondazione ISMU (ente scientifico indipendente che promuove studi, ricerche, formazione e progetti sulla società multietnica e multiculturale, con particolare riguardo al fenomeno delle migrazioni internazionali) che ha effettuato lo studio co-finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano.
Il progetto è sviluppato in cinque regioni italiane – Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Puglia e Veneto – e coinvolge altrettanti enti stranieri di Danimarca, Francia, Germania, Spagna e Ungheria; mira a promuovere l’integrazione dei migranti attraverso la valorizzazione delle loro peculiarità, massimizzandone l’impatto positivo sulla competitività aziendale. Tra gli obiettivi spicca lo scambio di buone pratiche e di esperienze di inclusione lavorativa dei migranti su scala nazionale ed europea, ma anche la sensibilizzazione alla diversità, il rafforzamento della figura del Diversity Management, l’individuazione di un repertorio di competenze trasversali legate all’esperienza migratoria e alla condizione di doppia appartenenza e, non da ultima, la consapevolezza del potenziale dei migranti tra gli imprenditori. Polti ha partecipato al progetto con alcune interviste ai responsabili, su più livelli, che hanno all’interno del loro team personale straniero, per raccontare l’esperienza aziendale e condividerne le difficoltà e le opportunità.
Su https://www.ismu.org/progetto-dimicome/ tutte le info.