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Appalti pubblici, il nodo dei controlli: esperti a confronto su trasparenza e qualità

In Italia, la gestione degli appalti pubblici continua a presentare criticità legate alla trasparenza e alla qualità dei servizi erogati. Se da un lato le aziende vincitrici delle gare d’appalto dichiarano standard elevati in fase di assegnazione, dall’altro la mancanza di controlli sistematici rende difficile verificare il rispetto effettivo degli accordi. Le amministrazioni pubbliche, spesso prive di strumenti adeguati, faticano a monitorare le prestazioni, mentre in alcuni casi le verifiche vengono affidate alle stesse aziende fornitrici, con un evidente conflitto di interessi. Il risultato è un sistema in cui la qualità del servizio può variare sensibilmente, con conseguenze anche gravi in ambiti come la sanità e la gestione ambientale.

Queste problematiche sono state al centro dell’evento Il controllo che vorrei, promosso da FM Specialist sotto la guida del presidente Claudio Campion, co-ideatore di CLAUDIT, una piattaforma dedicata alla gestione delle verifiche sugli appalti. L’iniziativa ha riunito esperti del settore, amministratori pubblici e rappresentanti istituzionali per analizzare le criticità del sistema di monitoraggio e individuare soluzioni concrete. Tra i relatori hanno preso parte  Paolo Mansi di UNI, Vittorio Serafini della Fondazione Scuola Nazionale Servizi, Massimiliano Brugnoletti dello studio legale Brugnoletti e Associati, Andrea Tezzele di Markas e Francesco Venneri, esperto di rischio clinico negli ospedali toscani. Il dibattito, moderato da Andrea Lucotti di GSA, ha visto anche la partecipazione dell’Onorevole Alessia Ambrosi, impegnata in iniziative legislative per rafforzare la trasparenza negli appalti pubblici. GSA è stata media partner dell’evento.

Uno degli aspetti più dibattuti è stata la necessità di strumenti efficaci per il monitoraggio dei servizi affidati a terzi, con particolare attenzione al soft facility management, che comprende pulizie, ristorazione, lavanderia, guardiania e gestione dei rifiuti sanitari. Attualmente, in Italia non esiste una normativa specifica che regolamenti i controlli su questi servizi. Le linee guida esistenti provengono per lo più da enti privati e non hanno valore vincolante, lasciando ampio margine di discrezionalità e rendendo difficoltosa l’applicazione di standard di qualità omogenei.

Nel corso dell’incontro si è discusso anche delle delibere recentemente introdotte dall’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) per rafforzare il sistema di controllo. Queste impongono ai Responsabili Unici del Progetto (RUP) di definire con precisione modalità, tempistiche e soggetti responsabili delle verifiche, con l’obbligo di documentare ogni ispezione attraverso report dettagliati. Parallelamente, la Fondazione Scuola Nazionale Servizi, in collaborazione con UNI, sta lavorando a una Prassi di Riferimento (PDR) per uniformare le procedure di controllo. Questo documento, che sarà sottoposto a consultazione pubblica entro giugno, ha l’obiettivo di diventare un riferimento normativo nazionale per garantire standard elevati nella gestione degli appalti di servizi.

Claudio Campion ha sottolineato come il confronto sia stato un’occasione per mettere in evidenza la necessità di un cambiamento concreto. “Oggi i controlli sono ancora troppo spesso lasciati all’autovalutazione dei fornitori. È necessario un sistema di verifica indipendente e strutturato, soprattutto nei settori più delicati come quello sanitario, dove la qualità dei servizi incide direttamente sulla sicurezza delle persone”.

Dall’incontro è emerso un messaggio chiaro: tutti concordano sulla necessità di controlli più rigorosi, ma il passaggio dalle intenzioni ai fatti resta ancora complesso. L’auspicio è che iniziative come questa possano contribuire a stimolare un cambiamento reale, portando a un sistema di monitoraggio più efficace e indipendente.

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