(tratto da GSA n.11, novembre 2009)
Una struttura ricettiva di alto profilo non punta al confort, ma alla qualità. Sarà bene dunque partire da ciò che si respira e rivolgere lo sguardo a quel mercato di nicchia super-specializzato che vende aria sana…non aria fritta.
La pandemia influenzale è nell’aria. E non per modo di dire. Come tutti sapranno ormai, il virus H1N1 si trasmette per via aerea diretta attraverso le micro-gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce o, per via indiretta, attraverso il contatto con oggetti contaminati. Le raccomandazioni sono, ormai, cristalline come l’acqua con cui bisogna lavarsi le mani più volte al giorno per scongiurare il rischio di diffusione dei germi. Eppure, se il problema è principalmente nell’aria, è proprio a questo elemento che dobbiamo rivolgere un approfondimento, soprattutto in relazione a quegli ambienti confinati in cui la qualità dell’aria indoor incide fortemente sulla salubrità degli ambienti.
Vizi e virtù della climatizzazione
L’inquinamento dell’aria negli ambienti confinati rappresenta, infatti, un problema tutt’altro che secondario per i luoghi comunitari: si stima che i livelli di concentrazione degli inquinanti all’interno degli edifici siano generalmente uguali o superiori a quelli dell’aria esterna e soprattutto che le esposizioni indoor siano maggiori di quelle outdoor. È dunque del tutto evidente che le strutture ricettive, in cui l’esposizione all’aria indoor varia a seconda della permanenza dell’ospite nell’albergo, debbano dotarsi di un impianto di climatizzazione efficiente: questi rappresentano infatti un investimento irrinunciabile perché, oltre a svolgere un’importante funzione di controllo delle condizioni termiche ed igrometriche dell’aria, garantiscono un ricambio controllato di aria pulita, catturando (tramite filtri) micropolveri e particelle aerodisperse. Quelli che noi clienti consideriamo come semplici “dispensatori on demand” di caldo e freddo artificiale, che allietano – e non poco – il nostro soggiorno in hotel, sono in realtà molto più che apparecchi per il benessere termico, ma veri e propri strumenti atti a garantire la qualità e la corretta diffusione dell’aria a tutto vantaggio del benessere ambientale. In altre parole, è precisa responsabilità di qualunque struttura ricettiva assicurarsi che l’aria, oltre che essere fresca o calda, sia altrettanto sana. Tuttavia, l’installazione iniziale di questi impianti non è di per sé sufficiente a garantire salubrità ma è indispensabile che le condotte di distribuzione dell’aria siano oggetto di frequenti, accurate ed efficaci attività manutentive.
I canali non adeguatamente puliti, infatti, possono fungere da sorgente di contaminazione per l’aria che in essi fluisce, contribuendo attivamente al degrado della qualità dell’aria indoor e portando ad episodi di malessere collettivo tra i clienti dell’albergo o lo stesso personale, come avviene nei casi di “sick building syndrome” o sindrome dell’edificio malato. Ma i rischi possono essere anche più gravi e coinvolgere patologie ben più serie come la legionellosi. Quando dunque un albergo decide di scegliere la Qualità, non può poi votarsi al risparmio lesinando sull’aria che si respira: le spese a favore della qualità sono null’altro che investimenti a lungo termine.
Un mercato pronto…a darvi il valore aggiunto!
Fatta questa premessa, è bene che i proprietari delle strutture alberghiere comprendano l’importanza di approntare un piano organico di manutenzione a favore delle reti di distribuzione dell’aria, visti anche i grandi progressi operativi che il mercato offre in materia di bonifica e sanificazione dei sistemi aeraulici. Si tratta di un mercato nuovo e potenzialmente vastissimo di cui l’AIISA, (Associazione italiana Igienisti Sistemi Aeraulici) è il referente istituzionale, nato nel 2004 sulla base della collaborazione tra alcune aziende del settore che condividono la volontà di operare ai più alti livelli di qualità, nel campo della pulizia e sanificazione dei sistemi aeraulici.
Se fino a qualche anno fa, infatti, approntare un piano organico di manutenzione, doveva scontrarsi con i limiti operativi delle tecniche manutentive disponibili, oggi anche questo settore ha conosciuto una forte spinta propulsiva in direzione dell’innovazione tecnologica e offre al mercato diverse soluzioni per garantire l’efficienza delle condotte.
La videoispezione
Tra le tecniche di sanificazione più conosciute c’è la bonifica per video-ispezione, un intervento operativo che si avvale dell’ausilio di una telecamera impermeabilizzata robotizzata che consente di valutare lo stato generale delle condotte, evidenziandone lo stato di conservazione e la natura di eventuali danni. Un esperto qualificato acquisirà dunque i dati su un laptop che fornirà in tempo reale i fotogrammi della video-ispezione, segnalando eventuali anomalie dell’impianto. A questa fase, seguirà quella dell’analisi di verifica, a mezzo di piastre, sui campioni prelevati dalle canalizzazioni per l’identificazione dei microrganismi ed agenti inquinanti. Quindi si passa all’azione di bonifica vera e propria, effettuata con attrezzature tecnologicamente avanzate e da tecnici specializzati, che opera anche nelle porzioni di impianto più difficili da raggiungere. A questo seguirà dunque il trattamento di aerazione e sanificazione delle condotte, nei terminali di immissione e ripresa, nonché delle prese d’aria esterne, da coniugarsi eventualmente ad un trattamento di coating, ovvero di rivestimento con un prodotto filmante. Il tutto, naturalmente, garantito e certificato.