A Forum Pulire, nel pomeriggio di ieri, è intervenuto Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, nel corso della terza giornata dedicata al tema Progettare per il pulito. E, per prima cosa, ha fatto il quadro della situazione attuale della pandemia in Italia: «Il numero dei contagi è elevato, anche rispetto a febbraio e marzo, considerando anche che allora si facevano tamponi solo agli ospedalizzati».
E ha sottolineato come si possa anche fare di più in termini di igiene negli ambienti sanitari. «Teniamo presente che la pulizia all’interno degli ospedali non è solo protezione per i pazienti, ma anche per gli operatori e i medici. In realtà, la sanificazione è diventata più che mai oggi un aspetto centrale per tutti e in tutti gli ambienti – ha rimarcato il viceministro -. Per questo è stato necessario creare protocolli laddove prima non esistevano, perché prima del Covid-19 era considerata una problematica solo dell’ambito sanitario».
Anche la condivisione tra operatori medici e aziende è un aspetto che andrà ottimizzato per ottenere dei risultati migliori, ha sottolineato Sileri, sia sulle attività di disinfezione sia sui controlli post disinfezione. «Sono convinto che solo l’unità di intenti tra tutte le parti in causa potrà migliorare la funzionalità. Poi, certo, andrà messa a punto anche la parte burocratica e normativa che frena lo sviluppo di questo settore. Insomma – ha concluso -, per arrivare al traguardo di una società migliore bisogna uscire da questa fase con la consapevolezza di cosa rappresenti davvero il pulito e l’igiene per tutti noi».
L’intervento di Andrea Granelli, fondatore di Kanso, società di consulenza direzionale, si è invece focalizzato sul valore artigiano del servizio di pulizia che viene spesso oscurato dalla manifattura 4.0: «Lo sviluppo del digitale, purtroppo, ha bloccato il pensiero utopico. La tecnologia ha assorbito tutto come un buco nero. Ma in realtà l’innovazione non è mai contrapposta alla tradizione». E, a tale proposito, ha invitato a una riflessione: «L’ospitalità è strettamente connessa alla pulizia. Il valore artigiano contribuisce alla pulizia e la mano non è solo motore di produzione ma anche simbolo di accoglienza. Invece, l’industria 4.0 punta a far scomparire l’uomo. Al contrario, la manifattura 4.0 deve essere incentrata sull’uomo, la tecnologia deve diventare utensile. L’artigiano non crea solo un oggetto, ma offre un valore aggiunto».
In altre parole, per Granelli occorre tenere presente che tutti gli strumenti, anche i più tecnologici, hanno bisogno di manualità che li costruiscano. «Camillo Olivetti – ha ricordato – sosteneva che è il cervello che muove la mano e la mano aiuta a costruire e utilizzare anche la tecnologia. È proprio questo l’ordine delle cose. Anche Steve Jobs ha sostenuto che serve tanto lavoro artigianale per tirare fuori un grande prodotto: i prototipi devono essere fatti a mano, persino quelli di molti strumenti tecnologici».
Patty Olinger, Executive Director – Global Biorisk Advisory Council (GBAC) divisione di ISSA, ha aggiunto: «Nell’800, a seguito della rivoluzione industriale e con il progressivo aumento dei viaggiatori, si sono diffuse anche le malattie in giro per il mondo. Di conseguenza è stato verificato come l’igiene porti a una migliore condizione di salute. Tuttavia, è difficile fare delle scelte sugli strumenti da utilizzare, soprattutto in questo momento, e ogni situazione porta a esigenze diverse. Ma una cosa è certa: le persone sono molto più attente all’igiene e quindi la pulizia deve essere sempre e comunque visibile. Nei bagni soprattutto, perché è il segno che si è fatta pulizia». Dunque, per superare la pandemia serve dare una risposta scalabile, passando dalla pulizia igienica a una preparazione totale alla pandemia. E le aziende dovranno abituarsi a poter gestire i loro spazi in base a queste nuove esigenze.
Al termine della sessione è stato illustrato anche il case study di Italchimica.
Fonte:Comunicato stampa