Lo scorso 17 settembre si è tenuto a Bologna il seminario “Le novità degli ultimi mesi sugli acquisti di beni e servizi”, organizzato da Scuola Nazionale Servizi. Analizzate, fra l’altro, le ricadute dei Dl 66 e 90/2014. Gsanews media partner dell’iniziativa.
Molte, negli ultimi mesi, sono state le novità sugli acquisti di beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche, e ormai raccapezzarsi non è cosa semplice. Per fare il punto sulla situazione, Scuola Nazionale Servizi, con Gsanews come media partner, ha organizzato un seminario di approfondimento a Bologna lo scorso 17 settembre: “Le novità degli ultimi mesi sugli acquisti di beni e servizi. Conversazioni tra docenti e allievi per conoscere, capire, confrontarsi”. Grande il successo dell’iniziativa, che ha registrato circa 120 partecipanti di cui 50 provenienti da pubbliche amministrazioni. Ha coordinato i lavori l’avvocato Massimiliano Brugnoletti, che da sempre segue da vicino l’evoluzione normativa del settore.
Dl 66/2014, ancora nel segno della “spending review”
Chiaro ed esaustivo il primo contributo, di Paola Rea, partner di Brugnoletti & Associati e docente di Scuola Nazionale Servizi, che ha fatto il punto sugli effetti del Dl 66/2014, Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa e per l’efficienza degli uffici giudiziari, convertito con legge 89/14. Tale decreto, senza dubbio uno dei più discussi di quest’anno, ha previsto una serie di importanti modifiche al precedente regime degli acquisti pubblici. Si parla innanzitutto di risparmio, quindi di riduzione della spesa per l’acquisto di beni e servizi. A questo punto diventa centrale il tema della rinegoziazione dei contratti in essere: le PA, come spesso abbiamo sottolineato in queste pagine, sono autorizzate, a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto, a ridurre gli importi dei contratti in essere nonché di quelli relativi a procedure di affidamento per cui sia già intervenuta l’aggiudicazione, anche provvisoria, aventi ad oggetto acquisto o fornitura di beni e servizi, nella misura del 5 per cento, per tutta la durata residua dei contratti medesimi. Un provvedimento che, come è facile immaginare, ha già incominciato a far discutere. Anche perché si aggiunge alla rinegoziazione dei contratti nel settore sanitario già prevista fin dal 2012. Altro capitolo è quello della centralizzazione degli acquisti e delle convenzioni-quadro, che stanno già rivoluzionando gli acquisti delle PA. Non dimentichiamo le gare in forma “consortile” per i comuni non capoluogo di provincia, e l’obbligo di ricorrere al Mepa, mercato elettronico per la pubblica amministrazione, per gli acquisti sotto la soglia comunitaria. Poi ci sono gli obblighi di trasparenza: il dl 66/2014, all’art. 8, introduce nuovi oneri di trasparenza e pubblicità a carico della P.A., modificando alcune parti del d.lgs. 14 marzo 2013, n. 33 recante la disciplina degli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni.
Tra concessioni e appalti: le nuove Direttive europee
Arnaldo Tinarelli, nel secondo intervento, ha messo l’accento sulla Direttiva Concessioni 23/14/UE, sottolineando come per la prima volta l’Europa abbia posto attenzione al tema, aprendo un inedito scenario fatto di novità e opportunità. Tra le opportunità, Tinarelli ha messo in evidenza quelle offerte dal “project financing” nei servizi (art. 278 del dpR 207/2010), tra prassi e problemi ancora irrisolti. Particolarmente atteso era l’intervento di Sergio Santoro, presidente della III Sezione del Consiglio di Stato, che ha approfondito il tema della “Direttiva appalti n. 24/2014”, quindi l’altra parte delle nuove Direttive comunitarie emanate a inizio anno, quelle appunto riferite agli appalti. “In seno alle direttive Appalti e Utilities emergono alcune fondamentali linee strategiche, essenzialmente riconducibili ai seguenti campi d’azione: maggiore semplificazione; maggiore impulso alla qualità, all’innovazione, compresa l’eco-innovazione; favor per le piccole e medie imprese (PMI); tutela ambientale, sociale e del lavoro; maggiore impulso all’aggregazione della domanda, attraverso il potenziamento degli istituti di centralizzazione degli acquisti”, ha esordito. Molto interessante l’approfondimento sul rafforzato ruolo di Anac, l’autorità anticorruzione che ha, fra l’altro, incamerato le funzioni dell’ex Avcp. Semplificazione e qualità sono stati gli altri punti-cardine dell’approfondimento di Santoro, che è passato poi a esaminare il favor per le PMI: facilitare la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici è obiettivo che vede la sua realizzazione attraverso specifiche previsioni contenute nelle direttive Appalti e Utilities. A tal fine e per rafforzare la concorrenza, entrambe le direttive prevedono che le amministrazioni aggiudicatrici siano incoraggiate a suddividere in lotti i grandi appalti (ma gli Stati membri possono estendere agli appalti di entità minore la portata dell’obbligo di esaminare se sia appropriato suddividerli in lotti). In quest’ottica è previsto l’obbligo delle amministrazioni aggiudicatrici di fornire una motivazione della decisione di non suddividere l’appalto in lotti ed è riconosciuta agli stati membri la facoltà di rendere obbligatoria la suddivisione in lotti in determinate condizioni (art. 46, par. 4, dir. Appalti, art. 65, par. 4, dir. Utilities). Allo stesso fine, gli Stati membri dovrebbero anche avere la facoltà di creare meccanismi per il pagamento diretto ai subappaltatori”. Staremo a vedere. Anche perché, per concludere con Santoro, “pur essendo già previsto nell’ordinamento italiano l’obbligo di motivazione della mancata suddivisione dell’appalto in lotti (come anche la possibilità di pagamento diretto ai subappaltatori), l’articolata disciplina dell’aggiudicazione degli appalti suddivisi in lotti rappresenta una novità di rilievo ed il suo recepimento, che si auspica possa consentire di superare le incertezze normative con cui la prassi fino ad oggi si è dovuta confrontare”.
Il Dl 90 e il processo amministrativo sui contratti pubblici: parla l’esperto del Tar
A proposito di soppressione dell’Avcp e trasferimento delle sue funzioni all’Autorità anticorruzione, il punto lo ha fatto Alessandro Cacciari, consigliere Tar Toscana, che ha commentato l’altro grande provvedimento normativo dell’anno in fatto di contratti pubblici: il Dl 90, convertito in legge 114/14 e apparso in Gazzetta Ufficiale il 18 agosto scorso. Ampliati, quindi, i compiti dell’ANAC, che oltre al suo ruolo-principe di analisi, prevenzione e contrasto dei fenomeni di corruzione, ha assunto anche funzioni di vigilanza sui contratti pubblici. Cacciari è poi passato ad analizzare le nuove norme in materia di dichiarazioni sostitutive e alcuni problemi interpretativi, come quelli sul concetto di “irregolarità essenziale”. Non poteva mancare una disamina delle modifiche apportate dal 90/14 al Codice degli appalti, con particolare attenzione alle cause di esclusione. In chiusura, ampia e approfondita riflessione sul processo amministrativo sui contratti pubblici”. A fine giornata, conversazione “senza rete” con i docenti coordinata da Anna Fiorenza, esperta Scuola Nazionale Servizi.