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Il mercato europeo dei servizi di pulizia: stato dell’arte

(Tratto da “GSA” N1,Gennaio 2011)

Sullo stato delle imprese di servizi di pulizia e del mercato europeo ed italiano,abbiamo sentito il parere di EFCI, la Federazione Europea dell’Industria delle Pulizie, intervistando il suo direttore Andreas Lill.     

 

 

 

Cosa rappresenta EFCI e come è strutturata e organizzata?

EFCI  o FENI, a seconda che si chiami in francese (ha sede a Bruxelles) o in inglese,è la Federazione Europea dell’Industria delle Pulizie fondata nel 1988 che riunisce le associazioni nazionali rappresentantive dei servizi di pulizia. Rappresentando oltre 158.000 imprese in Europa ne sostiene gli interessi nei confronti delle Istituzioni Europee (Commissione, Parlamento e Consiglio), agendo come interlocutore istituzionale privilegiato per tutte le questioni riguardanti la categoria. Come tale è riconosciuta dalla Commissione Europea quale partner sociale, sostenendo gli interessi delle imprese all’interno della Commissione Affari Sociali nei confronti di UNI-Europa, suo intelocutore sindacale. Ad oggi in EFCI sono federate 19 associazioni nazionali di imprese di servizi di pulizia, in rappresentanza di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Svizzera e Regno Unito.

 

 

Andreas Lill, direttore di EFCI

 

 

Le sue finalità e attività istituzionali?

Rispetto a queste finalità, le principali attività di EFCI si concentrano su argomenti e problematiche che hanno un impatto diretto sulle imprese di servizi di pulizia e sul loro sviluppo economico: per un settore con un così alto impiego di manodopera il focus di interesse si rivolge innanzi tutto sulle questioni relative al diritto sociale e del lavoro (direttiva sui lavoratori distaccati, direttiva sull’orario di lavoro, ecc.), così come sulle implicazioni di natura economica (specie per gli approvvigionamenti degli appalti pubblici), sulle procedure e norme inerenti alla prestazione dei servizi (direttiva sui servizi nel mercato interno, direttiva contro i ritardi di pagamento ecc.) e sul diritto societario. Un ulteriore importante ambito di attività di EFCI riguarda la promozione della professionalità settoriale attraverso lo scambio di informazioni ed esperienze tecniche, organizzative e gestionali sugli aspetti-chiave del management di impresa. Ed infine, non certo meno importante, EFCI assicura la difesa degli interessi di settore presso le Istituzioni Europee tramite il rapporto stabile con rappresentanti della Commissione e del Parlamento e la formulazione di posizioni politiche.

Quali sono oggi le caratteristiche dimensionali e strutturali delle imprese europee di servizi di pulizia?

Sotto il profilo economico e lavorativo, la filiera dei servizi di pulizia rappresenta uno tra i più importanti e dinamici comparti imprenditoriali europei: le imprese del settore sono infatti più di 158.000, impiegano oltre 3,75 milioni di addetti e generano un volume di affari di circa 62 miliardi di euro. Dimensionalmente quasi il 72% delle imprese ha meno di 10 addetti, il 17% tra i 10 e 50 addetti, il 9% ha meno di 500 addetti e solo il 2% ha più di 500 addetti. Il comparto è fortemente di carattere “labour intensive”, con un’incidenza dei costi del personale che raggiunge anche soglie dell’80% sui costi complessivi di produzione. Il campo di applicazione prevalente è rappresentato dagli edifici del terziario, ma nell’ottica propria del Facility Management, le imprese stanno sempre più integrando le proprie attività in ulteriori settori come quelli ospedaliero, scolastico industriale, alberghiero e delle infrastrutture, che richiedono spesso alta specializzazione di competenze e personale.

 

Come esercita il ruolo di unico partner sociale del mondo datoriale riconosciuto da UNI-Europa, la struttura di rappresentanza dei lavoratori?

Fin dal 1998, anno della costituzione di un’apposita Commissione settoriale di dialogo sociale con il sindacato europeo UNI-Europa, EFCI si riunisce periodicamente con i rappresentanti dei lavoratori del settore dei servizi di pulizia per discutere questioni cruciali connesse alle politiche sociali; tra queste, in particolare, lo sviluppo della professionalità attraverso la formazione professionale, lo sviluppo di una sana concorrenza, la promozione dell’integrazione sociale e la lotta alla discriminazione. Parallelamente alle dichiarazioni congiunte (ad esempio, sulle gare di appalti pubblici e sull’occupazione giovanile), sono state prodotte strumentazioni e linee guida operative rivolte alle imprese e ai lavoratori, che vengono fornite su richiesta tramite il sito web di EFCI: http://www.feni.be/

A fianco di queste attività, occorre segnalare anche l’azione sinergica di EFCI e UNI-Europa per promuovere un adeguato riconoscimento delle professionalità operanti nel comparto: nonostante il ruolo cruciale che i servizi di pulizia rivestono rispetto a bisogni-chiave della nostra società (le condizioni di igiene e di pulizia dei luoghi di lavoro, degli spazi per il tempo libero, degli edifici pubblici, degli ospedali, delle scuole, delle stabilimenti di produzione alimentare, ecc.), il settore – infatti – non gode ancora di un’immagine qualificata e qualificante agli occhi del pubblico.

 

Veniamo ora ad alcuni aspetti nodali di criticità. Innanzi tutto, il rapporto tra imprese di pulizia e offerte al massimo ribasso: siamo di fronte ad una costante incontrovertibile nelle gare di appalti pubblici di servizi?

La tendenza corrente a conferire appalti pubblici di servizi di pulizia a chi offre solo prezzi più bassi genera effetti particolarmente negativi per l’intero settore. Uno degli effetti più deleteri di questo tipo di concorrenzialità “al ribasso” è la tendenza di numerose imprese a presentare offerte con margini di remunerazione assai ristretti (se non addirittura quasi sotto la soglia di convenienza), con evidente detrimento della qualità del servizio, delle condizioni lavorative e della formazione del personale. Questa situazione ha condotto alcune imprese all’adozione di pratiche illegali e/o non eticamente professionali che EFCI e UNI-Europa hanno già deplorato e segnalato. Appare evidente come questa tendenza ostacoli gli sforzi e le iniziative tese allo sviluppo in/verso la qualità del settore, contribuisca ad accentuare la già menzionata percezione negativa di cui soffre il comparto, aumenti l’insoddisfazione degli operatori riguardo alle loro condizioni lavorative e, infine, danneggi seriamente la capacità del settore di attrarre nuovi addetti specie tra i giovani.

 

Come e in che misura risente il settore dell’impatto della crisi finanziaria?

La crisi finanziaria che dal 2008 colpisce l’economia europea, condiziona anche il comparto dei servizi di pulizia: mentre però l’industria è stata colpita assai duramente (tasso di crescita negativo tra l’8 e il 12% circa), il comparto dei servizi – e in particolare quello delle pulizie – è stato in genere maggiormente in grado di fronteggiare finora le criticità (tasso negativo tra l’1 e il 2% circa). I dati finora pervenuti a EFCI non mostrano diminuzioni significative del fatturato del comparto dei servizi di pulizia nel biennio 2008-2009. Gran parte delle imprese è riuscita a mantenere il proprio “portafoglio”, offrendo ai propri committenti piani mirati di rimodulazione/riduzione del numero di ore destinate alla fornitura dei servizi di pulizia. Per talune imprese la crisi ha rappresentato persino un’opportunità per stringere rapporti con nuovi committenti, offrendo loro pacchetti di servizi in esternalizzazione più “competitivi” rispetto a quelli gestiti “in house”.

Tuttavia, è probabile che le ricadute della crisi finanziaria possano colpire da adesso in poi il comparto: i programmi di austerità introdotti da diversi governi in tutta Europa – soprattutto nel Regno Unito, in Irlanda, Grecia, Portogallo, Spagna, Romania, ma anche in Germania e Italia – potranno avere infatti un impatto negativo sulla spesa pubblica e quindi anche sugli appalti pubblici di servizi. In questa prospettiva, taluni committenti, soprattutto del settore pubblico, potrebbero riconsiderare i propri sistemi di organizzazione dei servizi di pulizia e attivare processi irrazionali di “re-internalizzazione”. Rimane dunque assai incerto lo sviluppo del comparto dei servizi di pulizia per l’anno 2011.

 

 

 

IL LOGO DI EFCI

 

Oltre alla crisi finanziaria, il problema del ritardo dei pagamenti da parte delle amministrazioni pubbliche costituisce, specie in Italia, una criticità fortemente negativa: come ne risente il comparto dei servizi di pulizia? 

Il problema del ritardo dei pagamenti si manifesta con più forte intensità nel Sud dell’Europa (Italia, Grecia, Spagna) e in modo più ridotto nell’Europa dell’Est.In Scandinavia e nei paesi del Centro Europa (Paesi Bassi, Belgio, Lussemburgo, Germania, Francia, Austria e Svizzera), le imprese di pulizia vengono pagate di norma dopo circa 60 giorni. Di certo in Italia la situazione risulta assai più critica, considerando che in alcuni non limitati casi i pagamenti avvengono dopo più di due anni. Per molte imprese tale anomalia determina un serio problema di cashflow, dal momento che le spese generali – e soprattuto il pagamento dei salari degli addetti – devono essere in qualsiasi caso sostenute pur in mancanza di entrate. È una situazione tanto drammatica quanto paradossale: numerose imprese di servizi, specie di pulizia e specie in Italia, rischiano di chiudere non per debiti ma per crediti insoluti!

Fortunatamente proprio lo scorso ottobre, è stata adottata una nuova direttiva europea in materia che stabilisce il termine ultimo per il pagamento ad un massimo di 60 giorni. I paesi membri dell’UE avranno tempo due anni per recepire la direttiva: si auspica che tale provvedimento contribuisca ad attenuare se non risolvere una situazione che comporta una grave condizione di criticità per gli operatori del settore.

 

IN EFCI, l’Italia è l’unico tra i paesi europei ad essere rappresentato da due associazioni: questa anomalia testimonia l’estrema frammentazione del mercato settoriale italiano e tutte le problematiche che ne conseguono. Qual è la posizione di EFCI al riguardo?

Più volte EFCI ha sollevato in via ufficiale il problema di questa anomalia: le diverse associazioni esistenti in Italia devono unire le proprie forze e difendere comunemente i loro interessi. In questo senso, EFCI accoglie positivamente l’intendimento di FISE ANIP e di Legacoop Servizi di agire e collaborare sinergicamente perlomeno sul fronte italiano, grazie al nuovo tavolo interassociativo TAIIS. Ma tutte le altre associazioni dovrebbero procedere analogamente nel loro proprio interesse, al fine di acquisire una più accreditata ed incisiva rappresentatività nei confronti del Governo italiano e delle altre istituzioni nazionali, specie nell’attuale situazione di criticità economica e finanziaria.

 

Innovazione delle risorse umane, innovazione delle tecnologie, innovazione dei servizi, innovazione dei processi: come affrontano questi paradigmi le imprese europee di pulizia?  

Per poter competere in un mercato così altamente competitivo e di fatto oggi condizionato dal livellamento oltremodo in basso dei prezzi, le imprese di pulizia hanno adottato due strade principali per sopravvivere ed espandersi: concentrarsi su segmenti di mercato fortemente specializzati e/o estendere la gamma delle proprie attività in altri ambiti di servizi “di supporto”, come ad esempio la manutenzione, la sicurezza e l’igiene ambientale. Tra le 10 società di servizi di Facility Management più importanti in ciascun paese europeo, in media 5 hanno origine dal settore delle pulizie. Sul fronte dei processi, le innovazioni riguardano soprattuto il “green cleaning”: gli aspetti ambientali stanno diventando un aspetto sempre più importante per le imprese di pulizia, dal momento che la sensibilizzazione dei committenti su questi aspetti è cresciuta notevolmente specie negli ultimissimi anni, spingendo anche le stesse imprese ad orientarsi in questa direzione. Per taluni appalti pubblici, già oggi le imprese necessitano di una certificazione speciale che dimostri la rispondenza a determinati parametri di eco-compatibilità.

In questa direzione, ad esempio, FEP – l’associazione francese federata a EFCI –  ha recentemente sviluppato un programma che consente alle imprese di pulizia di mettere in pratica misure concrete per dimostrare il loro impegno riguardo ai problemi ambientali. Nel 2009, EFCI ha istituito un gruppo di lavoro europeo con la partecipazione delle associazioni federate italiane, tedesche, belghe e britanniche, al fine di sperimentare e sviluppare il programma francese in altri mercati nazionali.

 

In conclusione, quali sono per EFCI gli scenari a breve-medio termine per il settore delle pulizie in Europa?

Il comparto è in fase di graduale ma sostanziale modificazione: le attività delle imprese si stanno diversificando ed evolvendo verso i servizi integrati di Facility Management. Man mano che questo processo si sviluppa e le forze di mercato e le strutture tendono a modificarsi, le imprese cercano maggiore flessibilità e devono far fronte a problemi crescenti, primo tra tutti quello delle assunzioni e dell’impiego stabile del personale. In molti paesi europei il settore sta già sperimentando le difficoltà legate all’assunzione con un alto ricambio di personale, spesso non in giovane età. In questo senso, il trend demografico europeo inciderà fortemente; Eurostat stima che:

–  il numero di lavoratori più anziani (tra 65 e 79 anni) aumenterà da 84,6 milioni (17,1%) nel 2008 a 151,5 milioni (30%) nel 2060;

–  il numero di persone di età superiore agli 80 anni triplicherà nell’anno 2060 da 21,8 milioni a 61,4 milioni;

–  la popolazione in età lavorativa (15-64 anni) scenderà di 50 milioni, da 333,2 milioni nel 2008 a 283,2 milioni nel 2060.

È di importanza cruciale che le imprese di pulizia comincino a prepararsi a questo scenario futuro: deve aumentare la capacità attrattiva nei confronti dei giovani lavoratori. Nuove professionalità e competenze, nuove opportunità di carriera, condizioni di stabilità occupazionale: questi alcuni dei fronti-chiave verso cui orientare e sviluppare la progettualità e le iniziative.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imprese di pulizia UE: livelli di crescita del fatturato nel periodo 1989-2008 (fonte: EFCI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imprese di pulizia UE: livelli di crescita in milioni di addetti nel periodo 1989-2008 (fonte: EFCI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Imprese di pulizia UE: livelli di crescita in numero di imprese nel periodo 1989-2008 (fonte: EFCI)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Federico Icona

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