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Fnip portavoce in Senato delle piccole e medie imprese

Fnip si fa portavoce delle esigenze delle PMI di pulizia, servizi integrati e multiservizi davanti all’8 Commissione del Senato, che lavora al recepimento delle nuove Direttive europee sugli appalti pubblici. L’audizione si è svolta il 10 marzo in un clima di grande attenzione e apertura. La soddisfazione del presidente Fnip Nicola Burlin, che auspica un recepimento attento alle piccole e medie imprese del comparto.

Lo scorso martedì 10 marzo la Fnip – Federazione nazionale Imprese di Pulizia, di disinfestazione, di servizi e multiservizi è stata ricevuta in Senato per un’audizione dinanzi all’Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi parlamentari dell’8va Commissione permanente Lavori pubblici nell’ambito dell’esame del disegno di legge 1678 (delega recepimento direttive europee appalti e concessioni).

L’audizione ha costituito un’importante integrazione delle osservazioni già esposte da Confcommercio il 23 febbraio scorso e del “Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici” recentemente illustrato da PatrimoniPa net alla medesima 8va commissione che in rappresentanza delle principali Associazioni del comparto dei servizi per i patrimoni pubblici, a cui la stessa Fnip ha aderito con convinzione.

Richiesti requisiti di fatturato irraggiungibili per le PMI
L’attenzione di Fnip, però, si concentra soprattutto sulle Piccole e Medie Imprese, alle cui esigenze la Federazione è da sempre molto sensibile. Spiega Nicola Burlin, presidente nazionale Fnip: “In particolare lamentiamo i guasti ingenerati da una mal governata politica di centralizzazione delle gare pubbliche, nelle quali vengono richiesti requisiti di fatturato irraggiungibili per le Piccole e medie imprese, che pure costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto imprenditoriale del comparto. E attenzione: non stiamo parlando di aziende artigiane con un unico codice fiscale, ma di Srl e, a volte, anche di Spa che fatturano da 1 a 20 milioni e oltre, e che se non si associano in Ati non possono partecipare alle gare con speranza di vincere

Le gare Consip
Eppure il mercato dei servizi di pulizia affidati da enti pubblici è sempre di più assorbito dalle gare Consip, alle quali le PMI non possono partecipare (perché la suddivisione in  lotti – non funzionali ma – macroregionali, di valore che si aggira intorno ai 100 milioni di euro, fa lievitare i requisiti di capacità tecnico-economica, che nei bandi Consip è commisurata ad una “ragionevole” proporzione tra valore del singolo lotto e fatturato specifico aziendale nell’ultimo biennio). Continua Burlin: “Nelle tre gare bandite che coinvolgono il settore delle pulizie Consip ha scelto di suddividere l’intera penisola in poco più di dieci lotti, più i lotti accessori, per un valore totale di quasi 6 miliardi di euro integralmente sottratti al mercato delle PMI. Dopo le gare Consip per la pulizia delle scuole e degli edifici di proprietà degli enti regionali e territoriali (c.d. gara FM4), con la nuova gara sulla pulizia e sanificazione di ambienti sanitari e ospedalieri (in corso di svolgimento), le micro, piccole e medie imprese si ritroveranno a brevissimo senza più gare alle quali partecipare e senza più servizi da gestire. Una situazione ancor più paradossale se si pensa che le indicazioni dell’Europa vanno dalla parte opposta con lo Small Business Act e, in ultimo, con le nuove direttive europee in materia di appalti in via di recepimento (cfr. le Dir. 23, 24 e 25/2014/UE)”.

L’auspicio: i “lotti funzionali”
“Non solo: anche il novellato art. 2 del codice degli appalti, che impone il frazionamento di questi in “lotti funzionali”, non ha mai avuto concreta attuazione nell’ambito degli appalti Consip parte per l’incertezza dell’ambito applicativo, parte per l’eccesso di spazi di discrezionalità. Con la conseguenza del fallimento del recepimento dello SBA. Auspichiamo dunque una normativa più rigorosa in materia di lotti funzionali, in modo tale da permettere alle PMI (molte delle quali hanno già operato virtuosamente sugli appalti medesimi) di partecipare direttamente alle gare, senza essere costrette a subire meccanismi di subappalto che, oltre a danneggiarle economicamente, vanno a detrimento della qualità del servizio. Inoltre sappiamo bene che il ricorso intensivo al subappalto determina, nel caso di Ati e consorzi, una vera e propria intermediazione insostenibile in un comparto “labour intensive” in cui il costo del lavoro incide per l’85-90% del prezzo. Ma il prezzo di aggiudicazione tiene conto di questi costi ulteriori? Se così non fosse, gli effetti potrebbero andare da aziende che lavorano in perdita a lavoratori non regolarmente retribuiti. E per l’ente è un vero risparmio?”.

No al prezzo più basso, attenzione al costo del lavoro
Ma l’analisi di Fnip non si ferma al valore dei lotti. Occorre ragionare anche sui criteri di aggiudicazione: “Per noi le aggiudicazioni basate unicamente sul prezzo andrebbero vietate in tutti i servizi labour intensive, in cui il costo della manodopera assume un rilievo preponderante, per evitare, oltre a uno svilimento della qualità, anche che la concorrenza ostacoli una piena ed efficace tutela dei diritti dei lavoratori. A tale proposito si potrebbe cogliere l’occasione offerta dalle nuove direttive (art 67 comma 2 secondo alinea), che introducono un terzo sistema di aggiudicazione che prevede la possibilità che la stazione appaltante indichi nel bando di gara un prezzo fisso ed invariabile richiedendo alle imprese di concorrere solo sugli aspetti tecnico-progettuali. Ciò risolverebbe, fra l’altro, la questione del costo del lavoro escluso dalla competizione, che in un recente passato si era cercato di introdurre con provvedimenti legislativi rivelatisi poi di fatto inapplicabili. Il tutto ovviamente cercando di frenare anche l’eccessiva discrezionalità della stazione appaltante proprio sulla valutazione dell’offerta tecnica.

“Grande attenzione disponibilità”
Resta poi la questione dello snellimento degli oneri burocratici e dell’iscrizione nel registro delle imprese esercenti attività di pulizia: per Fnip, “fermo restando l’obbligo per le stazioni appaltanti di verificare la persistenza dei requisiti di ordine morale, si dovrebbe demandare al legislatore il compito di un generale riassetto del sistema di qualificazione”. Secondo la Federazione per partecipare alle gare dovrebbe bastare, come già avviene per i lavori, l’iscrizione all’Albo, che ovviamente dovrà avvenire sulla base di criteri idonei e adeguatamente selettivi.  Conclude Burlin: “L’audizione è avvenuta davanti alla Commissione al completo e le nostre istanze sono state ascoltate con la massima disponibilità e attenzione. Abbiamo apprezzato l’apertura verso le esigenze delle Piccole e Medie Imprese e, naturalmente, ci auguriamo che il recepimento delle Direttive europee tenga conto della particolarità del tessuto imprenditoriale italiano”.

Ufficio Stampa Fnip

 

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