Nuove regole per gli appalti, riduzione delle stazioni appaltanti e lotta al sommerso e alla burocrazia.
Sono questi i principali temi emersi nel corso dell’Assemblea annuale dell’ANIP (l’Associazione che in ambito Confindustria rappresenta il settore dei servizi integrati, di pulizia e multiservizi) che oggi 21 luglio ha visto la presentazione della Proposta di Legge (AC 2475) sui servizi agli immobili alla presenza dei primi firmatari, on. Dario Ginefra e Ignazio Abrignani, e del Sottosegretario del Ministero della Difesa Gioacchino Alfano e dell’AD di Consip Spa – dott. Domenico Casalino.
“Siamo soddisfatti”, ha dichiarato Lorenzo Mattioli – Presidente di ANIP, “in quanto sia dai primi firmatari della Proposta di Legge che dall’esponente del Governo sono arrivate rassicurazioni sul fatto che l’iter parlamentare della proposta di legge sarà incardinato quanto prima nei lavori della Commissione e, dato l’ampio consenso politico, contiamo sulla sua approvazione entro il 2015”.
Queste le dichiarazioni più significative rilasciate dai relatori nel corso dell’Assemblea.
L’on Dario Ginefra ha condiviso e richiamato la relazione del Presidente Mattioli, sottolineando come con questa Legge cambi il rapporto tra imprese e PA, non più scambio sotterraneo di favori, ma confronto alla luce del sole per suggerire idee che permettono di creare un quadro di regole condivise. Tra i punti qualificanti della Proposta, Ginefra ha evidenziato la riduzione delle stazioni appaltanti e l’adozione del criterio dell’economicamente più vantaggioso che porrà obiettivi di crescita raggiungibili.
L’on. Ignazio Abrignani ha messo in luce l’ampio consenso politico, ottenuto dalla Proposta di Legge sui servizi agli immobili che non solo dà certezza delle regole a un settore ancora oggi poco definito, ma offre alle aziende strumenti importanti per lo svolgimento delle proprie attività, quali le agevolazioni per la presentazione del DURC e facilitazioni per l’accesso al credito.
Domenico Casalino – AD Consip: 20,4 mld è il mercato dei servizi per gli immobili pubblici che passa attraverso CONSIP, che dal 2005 ha abbandonato definitivamente per questo comparto il criterio di aggiudicazione al massimo ribasso. Casalino ha toccato il tema complessivo degli appalti pubblici che in Italia soffrono di eccesso di stazioni appaltanti, la cui scarsa competenza può provocare l’applicazione massiva del massimo ribasso, di tempi di esecuzione troppo lunghi rispetto alla media europea (18-24 mesi in media in Italia) e degli oneri economici a carico delle stazioni appaltanti e dei concorrenti che portano in media ad un costo generale di 1,2 mln di euro per appalti da 1 mln di euro.
Gioacchino Alfano (Sottosegretario asl Ministero della Difesa) ha, infine, ribadito l’attenzione dell’Esecutivo verso questo settore, strategico per l’economia del Paese, garantendo il sostegno del Governo all’iter della Legge che contribuirà a dare identità a un comparto molto importante in termini economici e occupazionali, asset primario per lo sviluppo del Paese.
Preoccupante il calo delle gare di appalto nei servizi
“Dai 44,5 miliardi di euro del 2012 ai 38,5 del 2013: il calo del 16% delle gare di appalto della pubblica amministrazione nel settore dei servizi ci preoccupa come imprenditori ma anche come cittadini perché va in senso contrario rispetto a riduzione degli sprechi, aumento della produttività ed efficientamento della spesa pubblica”, ha rilevato il Presidente ANIP – Lorenzo Mattioli.
Nel corso dell’assemblea annuale il Presidente ANIP – Lorenzo Mattioli ha puntato il dito contro una riduzione degli appalti che non corrisponde alla diminuita spesa pubblica o ad una riduzione del mercato dei servizi integrati, che invece continua a crescere. “Sotto accusa”, evidenzia Mattioli, “è una pratica amministrativa che proroga vecchi appalti invece che bandirne di nuovi, mantenendo sistemi inefficienti di spesa con costi di servizio elevati e standard operativi desueti. Contro una spending review di tagli lineari serve efficienza della spesa e distinzione tra spesa buona e cattiva. Eliminare gli sprechi e aumentare la produttività e la qualità dei servizi risponde non solo a principi di giustizia sociale ma anche di buona prassi economica”.