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Criteri ambientali minimi: cosa cambia

Dopo il collegato ambientale e il nuovo Codice 50/2016, che ha recepito tutti i criteri “verdi” per gli acquisti pubblici, prosegue il percorso (virtuoso) verso la sostenibilità ambientale degli acquisti pubblici. Proprio in quest’ottica il Ministero dell’Ambiente ha emanato il Decreto 24 maggio 2016, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 7 giugno, concernente l’ “Incremento progressivo dell’applicazione dei Criteri ambientali minimi negli appalti pubblici per determinate categorie di servizi e forniture”.

Il DM 24 maggio fa riferimento ai seguenti affidamenti:

  1. servizi di pulizia, anche laddove resi in appalti di global service, e forniture di prodotti per l’igiene, quali detergenti per le pulizie ordinarie, straordinarie;
    b) servizi di gestione del verde pubblico e forniture di ammendanti, piante ornamentali e impianti di irrigazione;
    c) servizi di gestione dei rifiuti urbani;
    d) forniture di articoli di arredo urbano;
    e) forniture di carta in risme e carta grafica.

In altre parole, se fino ad ora tale valore era stabilito nel 50% (e tale resterà fino al 31 dicembre di quest’anno), dall’anno prossimo esso crescerà progressivamente fino a raggiungere il 100% a partire dal 2020.

I nuovi riferimenti minimi con le relative tempistiche sono i seguenti:

62% dal 1° gennaio 2017;
– 71% dal 1° gennaio 2018;
– 84% dal 1° gennaio 2019;
– 100% dal 1° gennaio 2020.

Restano confermati al 31 dicembre 2016 le attuali disposizioni e la possibilità di incrementi percentuali superiori a quelli disciplinati dal decreto in oggetto.

 

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