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Codice appalti: sia ascoltato il mondo dei Servizi

“Torna il dibattito sul Codice appalti, e ci fa piacere, ma i termini in cui viene affrontato non convincono. Il mondo dei Servizi ravvede nel sistema degli appalti una serie di criticità che determinano lungaggini e opacità nel mercato pubblico ma anche in quello privato.  Non si deve cancellare il Codice, ma serve una vera e propria rivoluzione copernicana iniziando a parlare, innanzitutto, di ‘cantiere dei Servizi’ per il Paese.

I Servizi sono, per numero di bandi e per importi, un settore fondamentale: dai dati Anac emerge che nel 2019 il valore complessivo del mercato dei contratti pubblici è pari a 175 miliardi relativi a oltre 157 mila affidamenti di importo medio pari a circa 1,1 milioni di euro. I Servizi sono poco meno di 60 mila, per un importo di 73,1 miliardi di euro, mentre i Lavori risultano poco meno di 47 mila, per un importo complessivo di 35 miliardi. Un mercato in grande crescita, quello dei Servizi, che oggi si scontra ancora con gli affidamenti al massimo ribasso, con linee guida indicative e non prescrittive con una proliferazione di ricorsi che rallentano gli affidamenti, mettono in difficoltà imprese, lavoratori e amministrazioni pubbliche.

La ripresa post Covid, deve passare attraverso un nuovo codice e ad un nuovo approccio verso i Servizi che scontano anni di spending review selvaggia. Possiamo invertire la rotta, e gli stakeholder come Confindustria sono pronti ad offrire proposte valide e competenti utili a snellire e migliorare un codice degli appalti che, così com’è oggi, non va bene”. Lo scrive in una nota il presidente di Confindustria Servizi HCFS (Hygiene, Cleaning & Facility Services, Labour Safety Solutions) Lorenzo Mattioli.

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