HomenewsImprese & DealersAspirapolveri senza sacco: respinto il ricorso di Dyson da 176 mln

Aspirapolveri senza sacco: respinto il ricorso di Dyson da 176 mln

La cronistoria: dal settembre 2014 tutti gli aspirapolvere venduti nell’Ue devono avere un’etichetta che indichi il consumo di energia, le cui modalità sono state precisate dalla Commissione in un regolamento del 2013. La Dyson Ltd e altre ricorrenti, che appartengono allo stesso gruppo, e che producono aspirapolvere ciclonici senza sacco, hanno ritenuto, in sostanza, che il metodo di prova standardizzato adottato dalla Commissione nel regolamento del 2013 per misurare il livello di efficienza energetica degli aspirapolvere penalizzasse i loro prodotti rispetto agli aspirapolvere con sacco, ed hanno chiesto al Tribunale dell’Unione Europea di annullarlo.

Nel 2015 il ricorso è stato respinto. Pronunciandosi sull’impugnazione, la Corte ha annullato la sentenza del Tribunale e ha rinviato la causa al Tribunale stesso. Nel novembre 2018 il Tribunale ha annullato il regolamento del 2013, poiché il metodo di prova che prevedeva l’utilizzo di un contenitore vuoto non rispecchiava condizioni il più possibile vicine a quelle effettive di utilizzo. Con il ricorso la Dyson e le altre ricorrenti hanno chiesto il risarcimento del danno, 176 mln di euro circa, che sostengono di aver subito a causa dell’illegittimità del regolamento.

Il Tribunale UE  ha respinto la domanda di risarcimento del danno lamentato dalla Dyson con la seguente motivazione: “Adottando il metodo di prova standardizzato basato sull’utilizzo di un contenitore vuoto, la Commissione non ha violato in modo manifesto e grave i limiti del suo potere discrezionale né ha commesso una violazione sufficientemente qualificata dei principi di parità di trattamento e di buona amministrazione”.

Contro la decisione del Tribunale, entro due mesi e dieci giorni a decorrere dalla data della sua notifica, può essere proposta dinanzi alla Corte un’impugnazione, limitata alle questioni di diritto.

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