HomesanitàParassiti urbani (anche in corsia)

Parassiti urbani (anche in corsia)

(tratto da “GSA” n.9, settembre 2009)

Il prossimo 28-30 ottobre si terrà a Roma un convegno su parassiti urbani e igiene ambientale,volto ad approfondire le tematiche satellite all’universo degli infestanti negli ambienti urbani.


Le infezioni nosocomiali sono ancora oggi un argomento di grande interesse per la collettività dacché rappresentano un eloquente indicatore della qualità dell’assistenza prestata. Con gli enormi progressi raggiunti in campo medico-sanitario è infatti paradossale inciampare ancora nelle infezioni ospedaliere la cui insorgenza dipende talvolta dalla proliferazione di ceppi batterici ma spesso,  più banalmente, è legata alle carenze igieniche della struttura.

L’Ospedale è – per definizione – il luogo deputato alla cura e alla soluzione dei mali fisici che ci affliggono: è lì che ci rivolgiamo fiduciosi quando qualcosa nel nostro organismo si incrina o ha bisogno di un “meccanico” che sappia fare una precisa diagnosi e che prescriva una cura pronta e puntuale.

Ma, come ci ricordano con dovizia di particolari le cronache dei quotidiani, non sempre queste strutture deputate alla salvaguardia della salute, fanno dell’igiene il loro migliore biglietto da visita. E così può accadere di trovare alcuni insetti vicino ai rifiuti, formiche nei blocchi operatori o escrementi di ratto in corsia: un quadro davvero poco edificante.

Non serve dunque ribadire l’importanza della disinfestazione in ambito ospedaliero, che dev’essere sempre e comunque preceduta da una politica di  prevenzione di igiene e pulizia professionale.

Per entrare nel merito di una complicata questione, GSA ha chiesto il parere di un esperto di igiene ambientale, Andrea Scriboni, Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro della ASL RM/B, che da anni si impegna per una maggiore integrazione tra il mondo della Disinfestazione professionale e quello della Sanità.

Dott. Scriboni, ci pare di capire che l’architettura ospedaliera non sempre riesca ad ostacolare efficacemente le “allegre scorribande” degli infestanti. Come si deve intervenire per contrastare questi episodi?

«Con una sana politica aziendale. Ma è più facile a dirsi che a farsi. Una buona organizzazione aziendale ,infatti, presuppone che in ogni ospedale ci sia un team, di cui faccia parte un entomologo, che si occupi di identificazione delle specie infestanti e di messa a punto di metodi di lotta agli infestanti. E ancora: in fase di progettazione di un polo ospedaliero dovrebbero essere interpellati un tecnico del Servizio Igiene Pubblica e un pest manager onde evitare gli errori classici che si compiono in fase di realizzazione. Ragionando dunque in termini economici ogni infestazione ospedaliera costa alla collettività una cospicua quantità di soldi, da assommarsi peraltro al disservizio che viene a crearsi per la chiusura dei reparti interessati o – peggio – delle sale operatorie coinvolte (senza contare le ricadute sull’immagine e la credibilità della struttura). Per contrastare efficacemente il problema bisogna innanzitutto costituire un team di esperti che studi i punti critici, rediga, per ogni punto critico individuato, un documento che indichi chiaramente le soluzioni da adottare ed infine studi il capitolato d’appalto dei servizi di disinfestazione e derattizzazione anche ai sensi del D. Lgs. 163/2006

Il valore dell’esperto

«Tale team – prosegue Scriboni – formato da una commissione mista Ospedale-Servizio Igiene e Sanità Pubblica, avrà tra i propri compiti anche quello di redigere la sezione di capitolato relativa allo svolgimento del servizio di igiene ambientale e di valutazione delle proposte pervenute. Un paragrafo del capitolato di appalto, tra l’altro, dovrebbe sempre prevedere, previo studio dell’ambiente, interno ed esterno all’ospedale, la formulazione di un progetto di lavoro che tenga conto delle specificità del servizio, del territorio circostante l’ospedale, dell’edilizia e dei punti critici presenti. Questo studio risulterà importante in fase di valutazione e di realizzazione dei lavori in quanto consentirà al team di seguire lo svolgimento del servizio e di valutarlo in tempo reale apportando, di concerto con la direzione ospedaliera e la direzione del servizio in appalto, le opportune modifiche in corso d’opera. Aspetto certamente rilevante sarà la valutazione dei monitoraggi per la individuazione delle specie infestanti e dei punti critici. Il monitoraggio consentirà un’azione precisa e puntuale laddove se ne presentasse l’esigenza e non un’azione, in assenza di questi, convulsa e frenetica volta solo ad arginare una problematica non più controllabile».

Prevenire è meglio che ri(n)correre

«La lotta agli infestanti in ambito ospedaliero – continua Scriboni – è dunque affar serio e delicato perché coinvolge molteplici aspetti di carattere sanitario, primo tra tutti l’uso di prodotti chimici che possono causare problemi sulle persone sensibili e/o addirittura allergiche ai prodotti comunemente usati. È di vitale importanza che si faccia prevenzione bloccando gli infestanti in fase larvale piuttosto che si rincorrano le infestazioni con l’uso di massicce dosi di adulticida. Per far questo c’è bisogno di una seria ed importante cultura della prevenzione nel campo del pest control».

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