Grande successo per la settima Conferenza nazionale sulla Disinfestazione, organizzata da Anid a Sirmione il 14 e 15 marzo. Fra gli interventi, particolarmente interessante quello di Rainer Gsell sull’inter di formazione di un “Pest Controller” tedesco. Buone notizie anche sul fronte CEN.
Che il settore del pest control in Italia sia in rapida ed evidente evoluzione lo diciamo da tempo. Ma se c’era bisogno di un’ulteriore conferma, i numeri della Conferenza nazionale tenutasi a Sirmione il 14 e 15 marzo (la settima edizione, per l’esattezza) lo dimostrano ampiamente. Nelle due giornate di lavoro,che hanno visto la nostra rivista GSA media partner, si sono registrati più di 500 partecipanti, cui vanno aggiunti i molti relatori ed uno staff organizzativo e tecnico che ha realizzato la manifestazione senza alcun contrattempo e che ha raccolto complimenti da parte di tutti i presenti.
La disinfestazione… in cinque sessioni
Le cinque sessioni di lavoro hanno affrontato i più importanti contenuti delle attività che costituiscono i servizi ambientali di queste imprese, dalla sicurezza alimentare alla gestione dei rifiuti, affrontando anche tematiche che, solo poco tempo fa, non avrebbero trovato ospitalità in questo ambiente, come il problema dell’animal welfare, vale a dire come tenere a bada le infestazioni di topi e ratti avendo anche cura di non infliggere a questi target inutili e lunghe sofferenze. Si è distinta in particolare la grande attenzione riservata al settore alimentare e a tutte le problematiche ad esso connesse.
L’Europa della disinfestazione a raccolta
La Conferenza, che tradizionalmente si dice “nazionale”, ha in realtà avuto un respiro almeno europeo, chiamando a raccolta i maggiori esponenti della ricerca, della scienza e della tecnologia specifica, con una particolare attenzione alle innovazioni tecniche ed alle problematiche ambientali. Oltre ai ben noti ricercatori nazionali, quali Luciano Suss e Pasquale Trematerra, accademici di entomologia a livello internazionale, sono intervenuti Vaclav Steijskal del Research Institute di Praga e Antonio Belcari della Università di Firenze in tema di sicurezza alimentare, di disinfestazione in ambiente urbano e proponendo un manuale integrato di controllo delle infestazioni diffuso presso le ASL della Toscana. Per quanto riguarda le infestazioni ed il controllo dei roditori, Alan Buckle, autentica autorità in materia, ha svolto un’ampia relazione trattando non solo il problema degli infestanti (in Europa non si parla solo di topi e ratti, ma anche di scoiattoli, volpi e conigli selvatici), ma anche e soprattutto dei prodotti utilizzati e della loro sostenibilità ecologica. Dario Capizzi ha, tra l’altro, parlato dell’ormai famoso intervento nell’Isola di Montecristo, mentre Femmie Kraaijelved, dell’Euro Group for Animals, ha introdotto, per la prima volta in un Seminario di Disinfestazione, il tema della possibile limitazione, nelle attività di derattizzazione, delle sofferenze inutili o prolungate (animal welfare, appunto). Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti tipici di queste attività è intervenuta Loredana Musmeci, dell’Istituto Superiore di Sanità, che, assistita da due esperti sul campo quali Fabio Bravi e Lorenzo Bozzini, ha cercato di portare un po’ di chiarezza e qualche certezza in un campo solitamente considerato ondivago ed aleatorio.
Come diventare pest controllers: la best practice tedesca
Si parla spesso di formazione: ma come funziona negli altri Paesi? Rainer Gsell, general manager della Dsv (associazione tedesca del pest control), ha illustrato l’iter in modo sintetico ed esaustivo. “Ci sono circa 6000 lavoratori nel settore del Pest Control in Germania- ha esordito. Al che, se si calcolano circa 215 giorni lavorativi all’anno, e tenuto conto che un tecnico della Disinfestazione fa una media di 4 trattamenti al giorno, si può dedurre facilmente che in un anno in Germania ci sono 5.160.000 trattamenti professionali di pest control. Una mole di lavoro che richiede (e prevede) una specifica formazione. Ed ecco come vanno le cose in Germania.
Diventare “Pest Controller” in Germania
La formazione, in tutto il suo iter, dura tre anni, e le sedi deputate sono aziende e scuole professionali part-time, oltre a centri di formazione privata su base volontaria. Per ciò che concerne il campo d’azione, i Pest Controllers lavorano nel settore della salute e della protezione dei prodotti stoccati, nella protezione del legno e degli edifici, nella protezione delle piante. I Pest Controllers proteggono esseri umani, animali, piante, prodotti stoccati, materiali, edifici e ambiente attraverso l’uso di misure preventive e, quando necessario, tramite misure di controllo mirate all’eliminazione dell’impatto negativo causato dagli infestanti. Come fornitori di servizi, lavorano in modo orientato al cliente, osservando le regolamentazioni legali, gli standard tecnici e organizzativi, le regole scritte e le istruzioni lavorative e operative specifiche.
Il ruolo del Pest Controller
D’accordo, ma che fa in concreto un Pest Controller? E’ presto detto: un buon Pest Controller pianifica e attua misure per la prevenzione e il controllo dei parassiti; valuta i rischi potenziali per l‘ambiente e avvia misure preventive e difensive nei confronti dell‘infestazione; controlla e monitora specifiche misure di controllo degli edifici; implementa le misure di controllo e il monitoraggio biotecnico nelle aree interne ed esterne e nel caso venga rilevata un‘infestazione avvia le misure di controllo; identifica il tipo di infestazione e il suo rischio potenziale; seleziona l’agente di controllo più adatto considerando le condizioni locali e lo utilizza in maniera sensibile all‘ambiente; fornisce informazioni sul tipo, scala, causa ed effetti dell’infestazione; sul tipo, scala e durata delle misure di controllo, gli effetti dei prodotti usati così come le misure preventive e di sicurezza.
Gli esami
Durante la formazione, in Germania, si impara a fare tutto questo, e dopo 18 mesi vi è un primo esame “di medio termine” così organizzato: 30 minuti di esperienze pratiche; 10 minuti di conversazione con il cliente; 90 minuti di prove scritte. Dopo tre anni si arriva all’esame finale, che avviene in questo modo: una prima sessione di 8 ore, di carattere pratico, distribuita così: 40 % protezione della salute e degli alimenti; 30 % protezione del legno; 30 % protezione delle piante. A questa seguono sei ore di esame scritto così suddivise: 120 min. protezione della salute e degli alimenti; 90 min. protezione del legno; 90 min. protezione delle piante; 60 min. conoscenze economiche e sociali. Dopo di che (ma solo dopo tutto ciò)… c’è un nuovo pest controller in Germania!
Working group Cen: a che punto siamo?
Si è poi parlato dei progetti di definizione di standard europei, che coinvolgono gli Enti Normatori CEN di Bruxelles ed UNI di Milano oltre a tutte le Associazioni comunitarie di categoria, e che hanno il proprio essenziale fondamento nella formazione ed aggiornamento dei Tecnici operatori: a questo proposito Michele Maroli ha presentato un ampio consuntivo delle attività didattiche di ANID e Dino Gramellini ha annunciato l’avvio di un percorso formativo on-line sulla base di quello attuato dalla Associazione Britannica del settore. Ma quali sono le sfide urgenti per il pest control? Le ha chiarite, nel suo intervento, Peter Whittal, leader del gruppo di lavoro su requisiti e competenze del CEN TC 404 (costituito da Milagros Fdez de Lezeta; Elizabetta Lamberti; Paolo Guerra; Gerhardt Klosterer; Maurizio De Magistris; Robert Stuyt; Sergio Urizio, fatti tutti oggetto di un caloroso ringraziamento). “La prima sfida è la gestione, nonostante un sempre crescente carico normativo che ostacola la nostra capacità di fornire nel tempo un servizio efficiente, effettivo ed economicamente conveniente. Contemporaneamente occorre professionalizzare la nostra industria in modo da migliorare la nostra immagine e la mancanza di sensibilizzazione pubblica nei confronti del ruolo che la nostra industria ha nella società moderna. Quindi allineare la nostra industria in modo da essere in grado di gestire le preoccupazioni emergenti delle generazioni di clienti attuali e futuri.” Whittal è poi passato ad analizzare le direttive europee che, più di tutte, stanno avendo un impatto crescente sull’industria del pest control: “La Direttiva dell’uso sostenibile, che prevede regolazioni minime per l’uso di pesticidi nella Comunità con l’obbiettivo di ridurre i rischi dell’uso di pesticidi per la salute umana e ambientale; la Direttiva Biocidi (BPD), che mira ad armonizzare il mercato Europeo per i prodotti Biocidi e le loro sostanze attive pur garantendo un’ elevato livello di protezione per gli esseri umani, gli animali e l’ambiente (in linea con la Direttiva PP); la Direttiva servizi, che mira a liberare il potenziale non sfruttato di crescita dei mercati in Europa, eliminando gli ostacoli giuridici e amministrativi per il commercio nel settore dei servizi.” Alla luce di questo, quali saranno i prossimi passi del gruppo di lavoro incaricato di definire gli standard per il Cen? “Perfezionare le competenze alla luce dei feedback, assicurarsi che siano stabilite correttamente per garantire che la commissione Europea le accetti come prova di professionalità, considerare la validazione / verifica dello standard, incorporare nel formato dello standard
Non ci sono sfide impossibili
Non sono mancati approfondimenti su tematiche attuali di eccezionale urgenza e gravità, come la diffusione incontrollata delle cimici dei letti, mettendo a confronto le esperienze sul campo con ricerche e studi internazionali come il manuale predisposto dal Chartered Institute for Health and Environment di Cambridge. Il presidente ANID Sergio Urizio, nel concludere le giornate di Sirmione, ha indicato, quale impegno prioritario della Associazione, la necessità di divulgare presso l’opinione pubblica una corretta informazione sui problemi della disinfestazione urbana e, soprattutto, di sensibilizzare le Amministrazioni Pubbliche, dal livello regionale a quello comunale, sulla opportunità di porre al primo posto delle loro attenzioni Imprese che abbiano la qualifica e la competenza professionale necessaria: la sostanziale assenza della Sanità Pubblica (con poche eccezioni) alle occasioni di studio e di aggiornamento sono un ulteriore segnale sulla scarsa attenzione dedicata a questo importante settore. “Ma – ha assicurato Urizio – con pazienza, determinazione, volontà ed impegno otterremo quei risultati che, soltanto fino a poco tempo fa, sembravano impossibili.”
Giuseppe Fusto