(Tratto da “GSA Igiene Urbana”n.4,Ottobre-Dicembre 2010)
Quando il contenimento dei costi del servizio di igiene urbana si gioca esclusivamente sui costi di raccolta, l’unico modo per tenerli sotto controllo è quello di spingere al massimo la raccolta differenziata per ridurre il conferimento agli impianti.Un caso esemplare: la SCS di Ivrea.
La Società Canavesana Servizi s.p.a. è un gestore di servizi di igiene ambientale a totale capitale pubblico. Opera in Piemonte nel territorio eporediese, nella zona nord ovest della Provincia di Torino. Il territorio nel suo complesso è formato da 57 comuni, per una popolazione complessiva di 110.000 abitanti, su una superficie di 55.622 ettari con uno sviluppo di 2.285 km della rete stradale.
La cittadina più rappresentativa è Ivrea, 24.000 residenti; solo altri due comuni, Caluso e Strambino, superano i 5.000 abitanti; il resto dei comuni presenta una realtà demografica molto frammentata.
La morfologia del territorio alterna aree a vocazione rurale e pianeggiante, zone collinari e alcune aree a densità urbanistica. All’interno del territorio sono presenti alcuni insediamenti produttivi industriali, artigianali e commerciali. In Ivrea e nei comuni limitrofi la maggior parte degli insediamenti ex Olivetti sono tutt’ora in uso e al loro interno si svolgono attività industriali e del terziario avanzato. Alcune aree dell’ex patrimonio olivettiano sono abbandonate e non più utilizzate.
Le origini di SCS risalgono all’inizio degli anni novanta; successive fusioni e integrazioni tra precedenti strutture pubbliche consortili hanno portato alla costituzione della odierna società. Il sistema di governance in tema di rifiuti a livello provinciale è fondato su due principali pilastri l’ATO-Rifiuti e gli otto Consorzi di Bacino aventi funzioni di programmazione e indirizzo. La SCS fa capo al Consorzio Canavesano Ambiente che comprende anche il territorio a Ovest dell’Eporediese. l’alto Canavese, dove la gestione dei rifiuti è affidata a un’altra società: l’ASA.
SCS non dispone né di propri impianti di smaltimento finale del rifiuto indifferenziato, né di impianti di selezione e/o di trattamento dei rifiuti da raccolta differenziata. Questa situazione deriva da un somma di eventi e circostanze: la fine della capacità ricettiva delle tre discariche presenti nel territorio SCS, discariche oggi gestite in post-conduzione,; la volontà dei comuni di SCS di non procedere alla individuazione di nuovi siti sui propri territori; il rispetto della normativa Regionale, attualmente in vigore, che separa la gestione della raccolta da quella del trattamento dei rifiuti.
In questi ultimi anni SCS si è quindi concentrata nella gestione operativa dei servizi di raccolta rifiuti e igiene del suolo, focalizzando la propria attività in due direttrici principali: una buona raccolta differenziata con attenzione crescente alla riduzione della produzione dei rifiuti e un costante impegno nel contenimento dei costi.
Nel corso degli ultimi cinque anni si sono consolidati significativi risultati sia nella Raccolta differenziata che nel contenimento della produzione di rifiuti. L’organizzazione del lavoro, l’acquisizione e l’elaborazione continua di dati sul territorio servito hanno influito molto favorevolmente sul conseguimento degli obiettivi. SCS ha scommesso sull’importanza di mettersi in grado di rispondere a quattro domande fondamentali nell’universo della produzione dei rifiuti: i luoghi di produzione (dove), il soggetto della produzione (chi), la tipologia del rifiuto (che cosa), la quantità della produzione (quanto).
Misurare in continuo le risposte a queste quattro domande, raccogliendo le informazioni che danno una dimensione a ogni flusso di rifiuto, è un metodo e un approccio sia alla progettazione che alla successiva gestione dei servizi operativi erogati. Questa metodologia deve essere convenientemente supportata da strumenti informativi capaci di descrivere il territorio su cui si agisce: i cosiddetti luoghi a cui associare altre informazioni basilari utilizzando la tecnologia GIS e una cartografia vettorializzata: che tipo e quanto rifiuto devo raccogliere, chi lo produce e dove lo conferisce. Raccogliere sistematicamente questi dati, elaborarli e renderli disponibili per tutte le applicazioni ideate nel sistema organizzativo rappresenta un indubbio aiuto alla gestione complessiva di una azienda del settore dell’igiene ambientale.
SCS opera direttamente con proprio personale su tutti i servizi operativi, a eccezione delle raccolte stradali del vetro e della plastica, raccolta, quest’ultima, in modalità multi materiale, e dell’intero settore della raccolta della carta. Gli appalti delle raccolte stradali di vetro e plastica sono assegnati a un operatore privato del settore che impiega otto unità, mentre la raccolta carta è affidata ad un raggruppamento di due cooperative sociali per un totale di 25 dipendenti.
In SCS lavorano 111 dipendenti, 15 unità nei comparti amministrativo, logistico, 2 dirigenti, 94 addetti nei settori operativi. Viene applicato un unico contratto di lavoro: il CCNL di Federambiente per servizi pubblici di igiene ambientale.
Per perseguire gli obiettivi cardine descritti, i comuni di SCS hanno adottato un regolamento amministrativo tra la società e i suoi soci basato su un meccanismo di costi duale: uno fisso, per i servizi erogati, e uno variabile, per lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati. L’introduzione nel 2004 di questo regolamento amministrativo ha contribuito a ottenere ottimi risultati di RD: dal 2006 la percentuale di raccolta differenziata si è mantenuta costantemente sopra soglia del 66%.
Questa impostazione amministrativa tra la società erogatrice dei servizi di igiene ambientale e i propri soci, scelta che ha spinto i Comuni a un’attenzione costante verso le quantità di rifiuti non recuperabili e da smaltire, non si è accompagnata alla scelta di passare dalla TARSU alla TIA. I comuni di SCS, rimanendo a regime TARSU, non considerano il passaggio alla TIA uno strumento per il raggiungimento delle quote di RD richieste dalla legge, e neppure come una condizione necessaria per il controllo e contenimento dei costi di gestione.
La svolta nelle politiche gestionali di SCS si ha nel 2003. In quell’anno si registra una difficile situazione di passivo di bilancio, accompagnata dall’esaurimento della capacità ricettiva dell’ultima discarica gestita dalla società. A fronte di un futuro segnato da conferimenti di rifiuto non recuperabile in impianti di terzi e a costi non negoziabili si imbocca la strada di un sostegno spinto alla politica della raccolta differenziata come unica alternativa seria a una deriva poco controllabile di aumento generalizzato dei costi.
Questa svolta nella politica della gestione dei rifiuti può contare su un energetico e fermo sostegno dell’Amministrazione Provinciale di Torino, che vara robusti programmi di cofinanziamento a favore di comuni capaci di raggiungere in tempi definiti risultati di RD maggiori del 50%. SCS presenta, a nome dei propri Comuni, progetti di partecipazione a questi bandi provinciali e tutti i Comuni ottengono contributi a sostegno del passaggio dalla tradizionale raccolta stradale a sistemi articolati di raccolta domiciliare.
E’ in questo contesto che SCS mette a punto un nuovo modello di raccolta, diverso da quelli utilizzati di norma nel porta a porta. L’obiettivo è quello di considerare, il più possibile, le peculiarità del territorio (caratteristiche morfologiche e socio-economiche) e di applicare due diverse modalità di raccolta: una adatta a territori a prevalente caratterizzazione rurale, l’altra indirizzata a realtà con caratteristiche urbanistiche tipiche delle città e dei centri storici.
Nascono così i modelli di raccolta chiamati Isobarone (dal paese di Barone: il primo ad aver completamente eliminato la raccolta della frazione umida) e Internalizzato. I criteri di adozione delle due modalità hanno seguito un iter di approfondimento e discussione con ogni singolo comune; nel complesso le caratteristiche territoriali (urbano/rurali) e le tipologie edilizie (condominio, edificio mono o bi-famigliare, con presenza di area verde) hanno rappresentato le discriminati per la scelta del sistema da adottare.
I caratteri distintivi delle modalità di raccolta eporediesi sono rappresentati da una diffusione estesa della pratica dell’autocompostaggio domestico e dalla copresenza di raccolte domiciliari spinte (indifferenziato, carta e verde), di raccolte di capillare prossimità (organico) e di raccolte stradali (plastica multimateriale e vetro).
I due sistemi, Isobarone e Internalizzato, differiscono per la raccolte dell’organico e del verde/sfalci. In Isobarone si pratica l’autocompostaggio. A tutte le utenze domestiche è fornita una compostiera da 330 litri in comodato d’uso; l’organico è raccolto a domicilio presso le utenze non domestiche che lo producono. Viceversa, nel sistema Internalizzato l’organico è raccolto capillarmente con modalità stradale ad alta densità (modalità di prossimità), mentre il verde è raccolto porta a porta. Per l’organico a tutte le utenze sono forniti kit per la raccolta domiciliare (piccolo secchiello e dotazione di sacchetti biodegradabili) e il conferimento finale avviene in bidoni carrellati. Il verde è raccolto con bidoni da 240 litri. Nelle zone Isobarone si raccolgono organico e verde con il porta a porta solo presso le utenze domestiche che non hanno spazi adatti alla pratica dell’autocompostaggio domestico.
Per le utenze domestiche, in entrambi i sistemi, le frazioni indifferenziato e carta sono raccolte con porta a porta domiciliare classico. Per l’indifferenziato la raccolta avviene a sacchi presso le abitazioni dove risiedono fino a 10 abitanti; in tutti gli altri casi sono forniti bidoni carrellati dimensionati in ragione della popolazione residente. La carta è raccolta con contenitori da 50 LT e nei casi di abitazioni con più di 15 abitanti sono utilizzati bidoni carrellati.
Per le utenze non domestiche, a seconda della tipologia di utenza e della corrispettiva produzione specifica di rifiuti, sono utilizzati differenti volumetrie di contenitori. In tutte le situazioni i contenitori e/o sacchi sono esposti nei giorni di passaggio. In entrambe le tipologie di raccolta la frequenza è di una volta la settimana. Nelle realtà più urbanizzate i contenitori sono locati nelle pertinenze delle utenze, in massima parte nei pressi degli accessi alle abitazioni. Nella raccolta dell’indifferenziato è prevista una modalità domiciliare per raccolta di pannoloni e pannolini; in questi casi, dietro segnalazione dell’Ammi-nistrazione Comunale sono locati contenitori con serratura.
Il vetro è raccolto con modalità monomateriale; la plastica, invece, è raccolta con modalità multimateriale (si raccolgono imballaggi in plastica e metallici). Queste raccolte in entrambi i sistemi, Internalizzato e Isobarone, sono stradali; per la raccolta di queste frazioni di rifiuto si utilizzano delle isole ecologiche attrezzate con contenitori da 1.100 litri con apertura a libro per la multimateriale plastica e di campane da 3.300 litri per il vetro. Le isole ecologiche sono distribuite capillarmente sul territorio; il volume a disposizione per abitante nel vetro è di 10 litri/abitante, con una frequenza di un passaggio ogni 15 giorni. Per la plastica oscilla tra i 40 e 60 l/abt, con frequenze da due a tre volte la settimana.
Per tutte le utenze non domestiche, produttrici di rifiuto in vetro e plastica è istituito una raccolta porta a porta in entrambi i sistemi. La cadenza di raccolta varia da una a due volte la settimana.
A questi servizi di raccolta principali si affiancano, in entrambi i sistemi, diverse raccolte minori: ingombranti porta a porta su chiamata e RAEE, legno, metalli, ingombranti, RUP presso le stazioni di conferimento di SCS (sei su tutto il territorio); indumenti con raccolta stradale; pile, farmaci e toner presso gli esercizi di commercio e/o di produzione.
Nel territorio SCS sono operativi sei Centri di Raccolta che ricevono quote non secondarie di rifiuti da avviare al riciclo. Cinque di questi Centri sono aperti solo per le utenze domestiche; quello della sede riceve anche i rifiuti provenienti dalle utenze non domestiche.
La raccolta mercatale avviene su tutti i mercati del territorio. Nel mercato di Ivrea, il più importante della Provincia di Torino (460 banchi) dopo quello di Torino (Porta Palazzo), è adottata la raccolta differenziata banco banco, con risultati di RD superiori al 50% sul totale dei rifiuti prodotti.
Nel 2009 SCS ha raccolto 48.467 tonnellate di rifiuti urbani, con una percentuale di RD del 67,3.
La media giornaliera di rifiuti globali prodotti da ogni singolo utente è stata di Kg.1,194 (contro Kg. 1,227 del 2008). Il dato indica un leggero decremento, in linea con i dati registrati nella Provincia di Torino. La produzione procapite annuale nel 2009 si attesta a 435 Kg, contro il valore medio provinciale di 508 nel 2008.
La raccolta differenziata, attestandosi al 67,3 per cento continua a consolidare valori molto interessanti, a testimonianza della chiusura della fase di trasformazione delle modalità di raccolta (dalla raccolta stradale al sistema eporediese) e a conferma della validità del modello adottato; l’andamento storico della percentuale di RD mostra un consistente incremento nell’ultimo decennio: nel 2001 si attestava al 17,1 per cento.
L’analisi quantitativa delle frazioni di rifiuto da avviare al riciclo, al lordo delle impurità, vede la carta come primo materiale (25,8 per cento); seguono l’organico con il 22,6% per cento; la plastica multimateriale con il 15; il verde con il 13,5; il vetro con il 11,8; il legno con il 4,3; gli ingombranti con il 2,4; il metallo con il 2,0; i RAEE con il 2,0; gli indumenti con lo 0,6.
Le raccolte differenziate mostrano un grado di purezza molto diversificato; la frazione carta non raggiunge l’1,5 per cento di impurità; il vetro oscilla nella forbice tra 1 e 2 per cento; lo scarto per l’organico varia nell’anno tra il 7 e 10. La raccolta multimateriale degli imballaggi in plastica e metallici ha toccato, nel corso del primo semestre 2010, livelli di scarto non più sostenibili (oltre il 30%). Il recente accordo Anci / Conai ha fissato nuovi limiti restrittivi di accettabilità per la raccolta multimateriale della plastica: nel corso dei prossimi tre anni la soglia di accettazione delle frazioni estranee scenderà al 16 per cento nel 2013. SCS ha quindi varato un’importante programma di investimenti, basato su due indirizzi operativi: separazione dei flussi di produzione tra utenze domestiche e non domestiche e sostituzione dei contenitori stradali per la raccolta del multilaterale.
Si è abbandonata la modalità che consentiva un facile conferimento di questa tipologia di rifiuto con i contenitori ad apertura a libro, introducendo nuovi contenitori con apertura a oblò. Il cambiamento è accompagnato da una campagna di informazione che illustra la necessità di rientrare nei limiti di accettabilità agli impianti di conferimento della filiera Corepla, pena la perdita di una importante quota di contribuzione dei corrispettivi in vigore fino a giugno 2010. Per i comuni SCS la perdita dei corrispettivi vale 10 € anno per abitante.
Il costo medio per abitante dell’intero territorio di SCS, al lordo di tutti i costi di smaltimento, trattamento e ricavi della cessione di tutti i rifiuti urbani raccolti è di 100,15 € abitante anno.
Le tariffe che SCS applica ai propri soci comuni sono di tipo duale (una componente fissa per il servizio e una variabile per i volumi smaltiti in discarica) e si articolano nelle due classi di servizio erogato.
Escludendo per entrambi i sistemi la componente variabile del costo (smaltimento indifferenziato), la parte fissa nell’anno in corso vale 56 € abitante per Isobarone e 94 € abitante per Internalizzato. Un dato di rilievo è osservare gli incrementi percentuali registrati negli ultimi 5 anni: nel 2006 la tariffa per Isobarone era di 54 € (incremento al 2010 del 3,6 per cento) mentre quella per sistema Internalizzato era di 90 € (incremento del 4,3 per cento).
Giorgio Bono