(Tratto da GSA igiene urbana n.4,ottobre-dicembre 2011)
Cresce la raccolta differenziata in molti centri del Mezzogiorno. Buone performance in molti comuni della Campania, a partire da Salerno. Un balzo in avanti della Puglia. Buoni risultati anche in Sicilia.
Un Paese a due velocità è il ritratto più comune quando si analizza l’andamento dell’Italia. Un ritratto che trova riscontri nella realtà quotidiana, ma che, fortunatamente inizia stingere, a sfumare, a perdere definizione e durezza dei tratti.
Esperienze virtuose iniziano a muovere i primi passi anche nel sud Italia e chi i primi passi li ha già mossi da tempo ora aumenta la falcata. Se si tratta di un fenomeno riscontrabile in moltissimi ambiti, a maggior ragione assume particolare evidenza quando si parla di rifiuti e della loro gestione. Le aggregazioni dei dati per macro-aree confermano l’assunto della Nazione divisa: di fronte a una media nazionale di raccolta differenziata appena superiore al 30%, abbiamo un Nord che supera mediamente nei suoi capoluoghi il 40% di differenziazione dei propri rifiuti, un Centro che raggiunge quota 28,1%, un Sud che sfiora il 21.3% e le Isole che si fermano a quota 15,%. E proprio nelle isole, e in particolare in Sicilia, si ritrovano sei degli undici capoluoghi di provincia italiani che non raggiungono il 10% di raccolta differenziata: Enna (1,2), Siracusa (3,0), Messina (5,3), Catania (6,8), Palermo (7,7), Isernia (8,0), Agrigento (8,4) [1].
Ma proprio in questo Sud che, in aggregazione, restituisce risultati percentuali non esaltanti, almeno per quel che riguarda la gestione dei rifiuti e le percentuali di raccolta differenziata, esistono esempi di buone pratiche assolutamente degni di attenzione.
Ci sono casi eclatanti e noti ormai da tempo, soprattutto nella Regione dipinta come “dell’eterna emergenza”, la Campania. Il Comune di Salerno è l’unico del sud Italia ad aver superato quota 70% di raccolta differenziata, seguito a ruota dalla novità del Comune di Avellino che dal 29% del 2008 è passato al 67,3% del 2010. Fra le cittadine più piccole, Mercato San Severino (SA) è l’esempio noto ai più: raccolta differenziata porta a porta dal 2001 e applicazione della tariffa puntuale (TIA) in sostituzione della TARSU dal 2005.
Oggi però è la Puglia che sembra essere la locomotiva delle buone pratiche. Quella Puglia giovane e intraprendente che ha fatto della green economy una bandiera.
Fra i Comuni pugliesi spicca l’esempio di Melpignano, in provincia di Lecce, co-fondatore dell’associazione Comuni Virtuosi (www.comunivirtuosi.it), che raccoglie le migliori esperienze di buone pratiche in Italia. La cittadina, nota ai più per essere ormai da qualche lustro sede della manifestazione “la Notte della Taranta” che porta nel piccolo Comune più di 100.000 persone in un’unica notte, dopo essere passata al porta a porta nel 2003, nel 2010 ha toccato il 69,77% di raccolta differenziata, raggiungendo così livelli di assoluta eccellenza in ambito nazionale per quel che riguarda i comuni con meno di 10.000 abitanti. L’organizzazione del servizio prevede la raccolta di carta e cartone, multimateriale leggero (plastica e barattolame), vetro (solo da poco raccolto separatamente, prima era raccolto congiuntamente a plastica e barattolame in ciò che viene definito multimateriale pesante), secco residuo, o indifferenziato. Una nota a parte va fatta per l’umido: nonostante sia di gran lunga la frazione di cui si raccolgono le maggiori quantità (446 tonn/anno nel 2010, pari al 38,53% dei rifiuti raccolti a Melpignano), in realtà circa il 30% della popolazione ha deciso per il compostaggio domestico, complice anche lo sconto del 10% sulla tassa rifiuti per chi composta in casa il proprio residuo organico.
Al di là del servizio domiciliare, Melpignano è dotata di un’Ecocentro dotato di contenitori per la raccolta dei rifiuti differenziati, dove i cittadini possono consegnare beni durevoli e ingombranti, pile, medicinali scaduti, prodotti tossici e infiammabili, e tutti i materiali recuperabili da avviare al riciclaggio. Nell’ottica del coinvolgimento degli anziani nella vita pubblica, ma anche del contenimento delle spese di gestione, l’Ecocentro di Melpignano viene aperto tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 9 alle 12, grazie alla collaborazione di sei anziani compresi nell’elenco del Servizio Civile. Il servizio prevede l’utilizzo di due anziani al mese che prestano servizio per due ore al giorno ciascuno.
Interessante è analizzare i risultati del questionario che il Comune di Melpignano ha sottoposto alla cittadinanza relativamente alla raccolta porta a porta[2]. Il primo dato è che l’inserimento della raccolta porta a porta ha rivestito un ruolo fondamentale: prima dell’attivazione del sistema domiciliare solo un’esigua parte della cittadinanza differenziava i propri rifiuti, ma una volta entrata nelle abitudini quotidiane, la differenziazione difficilmente viene accantonata (solo l’1,5 ha dichiarato di aver diminuito la propria attenzione). Si scopre poi che in famiglia chi si occupa della gestione dei rifiuti è solitamente la donna; che anche la raccolta differenziata ha una stagionalità (si differenzia di più d’estate che d’inverno, dato abbastanza prevedibile, considerato il maggior consumo di frutta e verdura fresca); che l’Ecocentro piace e viene utilizzato. Infine il dato più significativo, che segna un cambio di mentalità evidente: 333 intervistati su 400 si dichiarano soddisfatti del servizio di raccolta rifiuti presente a Melpignano e addirittura sono solo 5 quelli che dichiarano di non credere nell’utilità della differenziazione dei rifiuti.
Oltre all’esperienza di Melpignano, è di sicuro interesse quella dell’Ato Brindisi 2, che rappresenta un’unicum regionale: è infatti l’unico caso in cui è stata effettuata la gara unitaria per i nuovi servizi di raccolta integrata con i seguenti provvedimenti. Si è quindi affidato il servizio (con passaggio graduale al nuovo gestore in base alle scadenze degli appalti in essere) sul complesso dei nove Comuni dell’ATO (Ceglie Messapica, Erchie, Francavilla Fontana, Latiano, Oria, San Michele Salentino, San Pancrazio Salentino, Torre Santa Susanna e Villa Castelli). Il costo totale (da intendersi vigente, nella sua ripartizione sui singoli Comuni a partire dall’entrata in esercizio dei nuovi servizi) è stato ripartito tra i singoli comuni sulla base del numero di abitanti, della quantità di rifiuti a discarica, della variazione rispetto al canone precedentemente in vigore, dell’estensione territoriale. La risultanza è una quota che varia dai 71,87 €/abitante/anno di Oria ai 97,66 €/abitante/anno, per una media su tutti i comuni dell’ATO di 78,68 €/abitante.
Il servizio nei 9 Comuni dell’ATO è organizzato secondo le seguenti modalità: raccolta settimanale con sacchi di plastica semi trasparenti sia per carta e cartone che per il multi materiale leggero; 4 passaggi settimanali (inizialmente ne erano previsti cinque, attualmente ridotti a 3) per l’umido; frequenza bisettimanale per il secco residuo. Inizialmente era previsto un solo passaggio a settimana,con il supporto di isole ecologiche automatizzate e interrate. In fase di rimodulazione e sulla scorta dell’esperienza dei Comuni che già avevano applicato tale modalità, si è deciso di dedicare le isole ecologiche alla raccolta di pannolini e pannoloni per i soggetti aventi diritto e di raddoppiare la frequenza di raccolta del secco residuo. Infine il vetro, che è rimasto a raccolta tramite campane stradali.
Nel 2008 l’ATO era l’ultimo in classifica per la percentuale di raccolta differenziata. Con l’adozione della raccolta domiciliare l’ATO BR2 è diventato il miglior ATO dell’intera Puglia, passando dal 5,09% del 2008 al 25,29 del 2010, e i dati dei primi mesi del 2011 sono ancor più incoraggianti: nel mese di maggio del 2011 l’ATO ha raggiunto una percentuale di RD media pari al 48,4 %,con punte del 73 % nel Comune di San Pancrazio Salentino e del 67 % nel Comune di San Michele Salentino.
Avevamo iniziato citando la Sicilia come esempio “poco sostenibile” in fatto di raccolta e gestione rifiuti,con i suoi capoluoghi “a bassissima differenziazione”. Vogliamo concludere citando l’esempio di una Sicilia virtuosa, quella dell’ATO Trapani 1 e della gestione del servizio di raccolta rifiuti nei suoi Comuni ad altissima vocazione turistica, che uniscono alle classiche difficoltà derivanti dall’implementazione della raccolta porta a porta quella delle fluttuazioni del numero di utenze servite, dovuta al fortissimo incremento di abitanti legato al periodo estivo.
L’ATO TP1 “Terra dei Fenici” gestisce il servizio di raccolta per 213.000 abitanti del territorio della Provincia di Trapani e ha già attivato il servizio porta a porta in una dozzina di Comuni dell’ATO, onsentendo così di raggiungere e superare,nel 2009,l 60 per cento di raccolta differenziata in quasi tutti i Comuni. La media più alta spetta al Comune di Calatafimi-Segesta con il 66,69 per cento di raccolta differenziata raggiunta nel mese di dicembre 2009.
L’ATO TP 1 comprende il Comune di Alcamo, che conta ben 45.985 abitanti e comprende la frazione di Alcamo Marina, il Comune di San Vito Lo Capo, che è uno dei più famosi luoghi di soggiorno estivo della Sicilia e conta 4.180 abitanti residenti, e infine il Comune di Favignana, che conta 4.383 abitanti residenti e comprende le isole di Favignana, Levanzo e Marettimo, oltre agli isolotti minori di Maraone e Formica. I tre Comuni, hanno avviato il servizio domiciliare rispettivamente nel mese di settembre 2009, ottobre 2009 e gennaio 2010 raggiungendo in breve tempo rispettivamente il 55 % per Alcamo, il 56% per San Vito Lo Capo e il 37 % per Favignana. Dal mese di giugno 2010 è stato esteso il servizio di RD domiciliare anche alla zona di Alcamo Marina dove in pochi mesi si è raggiunto il 60 % di RD.
Il sistema di raccolta per le utenze domestiche è organizzato con le seguenti modalità: con una raccolta trisettimanale di umido e residuo secco, un passaggio settimanale per tutte le altre frazioni (plastica, carta e cartoncino, vetro e lattine).
Esempi come i tre che abbiamo citato sono per fortuna sempre più numerosi nel Sud Italia, segno che non è la latitudine a rendere possibile una gestione sostenibile della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. E non è nemmeno questione di destra o sinistra. I rifiuti ci sono. Sono lì. Non hanno colore politico né altro tipo di appartenenza. Basta gestirli. Basta volerlo.
di Sergio Capelli – Ricercatore E.S.P.E.R.
[1] Dati ISTAT – Indicatori ambientali urbani 2010